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Limitazione brevetto: effetti retroattivi nel processo

Una società ne citava in giudizio un’altra per la contraffazione di un brevetto. Durante la causa, la titolare del brevetto ne chiedeva una limitazione amministrativa. La Corte di Cassazione ha chiarito che la limitazione brevetto ha effetto retroattivo (ex tunc) e costituisce una rinuncia parziale alla privativa originale, non una domanda nuova e inammissibile. Di conseguenza, la contraffazione è stata confermata sulla base della portata ridotta del brevetto, con condanna al risarcimento dei danni.

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Limitazione Brevetto: La Cassazione Chiarisce gli Effetti Retroattivi nel Processo

Nel complesso mondo delle controversie sulla proprietà intellettuale, una delle questioni più delicate riguarda le modifiche che un brevetto può subire nel corso di una causa di contraffazione. Con l’ordinanza n. 7972/2024, la Corte di Cassazione interviene su un punto cruciale: gli effetti della limitazione brevetto richiesta dal titolare mentre è in corso un giudizio. La Corte chiarisce che tale operazione non crea una nuova domanda, ma ha effetti retroattivi, modificando l’oggetto del contendere fin dall’origine.

I Fatti di Causa: una Controversia su un “Abbacchiatore” Innovativo

La vicenda legale ha origine dalla domanda di una società produttrice, titolare di un brevetto europeo per un utensile portatile per la raccolta di piccoli frutti (un cosiddetto “abbacchiatore”), contro un’azienda concorrente. La prima accusava la seconda di aver contraffatto il proprio brevetto commercializzando un prodotto simile.

Durante il giudizio di primo grado, la società titolare del brevetto aveva avviato una procedura amministrativa per limitarne la portata. Il Tribunale aveva interpretato questa mossa come la fine della materia del contendere sul brevetto originale e aveva ritenuto la domanda basata sul brevetto limitato come una domanda nuova, e quindi inammissibile perché tardiva.

La Corte d’Appello, tuttavia, ribaltava la decisione. I giudici di secondo grado stabilivano che la limitazione non costituisce una nuova domanda, ma una semplice rinuncia parziale alla privativa, con effetti ex tunc (cioè, retroattivi sin dall’origine). Sulla base del brevetto così limitato, la Corte accertava la contraffazione, condannava l’azienda concorrente al risarcimento del danno (mediante la retroversione degli utili) e ne inibiva la produzione e commercializzazione.

L’Effetto della Limitazione Brevetto: Rinuncia Parziale, non Domanda Nuova

L’azienda condannata ricorreva quindi in Cassazione, sostenendo, tra i vari motivi, l’errata qualificazione dell’istanza di limitazione e la conseguente inammissibilità delle domande basate sul “nuovo” titolo. La Suprema Corte ha respinto il ricorso, confermando in toto l’impostazione della Corte d’Appello. Il principio cardine affermato è che la limitazione brevetto, sia essa richiesta in via amministrativa o giudiziale, non introduce nel processo una nuova causa di tutela.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Cassazione ha smontato uno per uno i motivi del ricorso, fornendo chiarimenti fondamentali.

Qualificazione dell’Istanza di Limitazione

La Corte ha ribadito che la limitazione del brevetto è un atto abdicativo parziale. Il titolare non sta chiedendo un nuovo diritto, ma sta semplicemente riducendo l’ampiezza di quello che già possiede. Questo atto ha efficacia retroattiva, come se il brevetto fosse sempre esistito nella sua forma più ristretta. Di conseguenza, la domanda di contraffazione rimane la stessa, semplicemente adeguata alla nuova, e più contenuta, portata della privativa.

Ammissibilità di Domande e Mezzi Istruttori

Poiché non si tratta di una domanda nuova, non si applicano le preclusioni processuali per la sua introduzione. La parte può far valere la limitazione anche dopo la scadenza dei termini per la modifica delle domande. Anche la richiesta di una consulenza tecnica d’ufficio (CTU) per valutare la contraffazione rispetto al brevetto limitato è stata ritenuta legittima, rientrando nei poteri officiosi del giudice.

La Pubblicazione della Sentenza come Misura Discrezionale

Infine, la Corte ha respinto le censure relative all’ordine di pubblicazione della sentenza. Ha ricordato che, ai sensi dell’art. 126 del Codice della Proprietà Industriale, questa è una misura sanzionatoria autonoma e discrezionale, non un effetto automatico dell’accertamento della violazione. La sua adozione non è quindi sindacabile in sede di legittimità.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Suprema Corte si fondano su una logica di coerenza e di economia processuale. Riconoscere la limitazione brevetto come una domanda nuova frustrerebbe l’esigenza di ridurre il contenzioso, costringendo i titolari di brevetti a iniziare nuove cause. La retroattività (ex tunc), imposta anche dalla Convenzione sul Brevetto Europeo, assicura che il giudizio prosegua sul titolo emendato, senza soluzione di continuità. Questo approccio non pregiudica i terzi, poiché la limitazione riduce, e non amplia, l’ambito di protezione del brevetto, restringendo di fatto l’area del potenziale illecito.

Le Conclusioni

L’ordinanza n. 7972/2024 consolida un principio di notevole importanza pratica. I titolari di brevetti possono utilizzare la strategia della limitazione in corso di causa per “salvare” una privativa da possibili eccezioni di nullità, senza temere che la loro azione di contraffazione venga dichiarata inammissibile. La sentenza offre maggiore certezza giuridica, chiarendo che la domanda giudiziale si adatta dinamicamente alle modifiche del titolo brevettuale, purché queste avvengano in senso riduttivo. Per le imprese, ciò significa poter difendere più efficacemente i propri diritti di proprietà intellettuale, anche di fronte a contestazioni sulla validità originaria del brevetto.

La limitazione di un brevetto richiesta in corso di causa costituisce una nuova domanda?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che la limitazione del brevetto, sia essa amministrativa o giudiziale, non dà luogo a una nuova domanda di tutela. Essa costituisce una rinuncia parziale all’ambito di tutela originario, i cui effetti operano ex tunc, cioè fin dalla data di deposito della domanda di brevetto.

Qual è l’effetto temporale della limitazione di un brevetto?
Gli effetti della limitazione sono retroattivi e risalgono al momento del deposito della domanda di brevetto. Secondo la Corte, non assume rilievo, a tali fini, il momento in cui la richiesta di limitazione è presentata, né, tanto meno, il momento in cui tale richiesta è accolta.

Il giudice è obbligato a ordinare la pubblicazione della sentenza che accerta una violazione di proprietà industriale?
No, la pubblicazione della sentenza, ai sensi dell’art. 126 del codice della proprietà industriale, costituisce una misura discrezionale non collegata all’accertamento del danno. La sua adozione, al pari della sua mancata adozione, non è sindacabile in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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