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Licenziamento legge straniera: tutele inderogabili

La Corte di Cassazione esamina un caso di licenziamento legge straniera, dove un manager italiano, operante in Romania, è stato licenziato. Il cuore della disputa è se la legge rumena, scelta nel contratto, possa escludere le tutele più forti (come la reintegrazione) previste dalla legge italiana. La Corte d’Appello aveva negato la reintegrazione, concedendo solo un’indennità. Data la complessità e l’importanza della questione sull’interpretazione del Regolamento UE Roma I e sulle tutele inderogabili, la Cassazione ha rinviato il caso a una pubblica udienza per una decisione approfondita.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Licenziamento con Legge Straniera: Quali Tutele per il Lavoratore?

In un mondo del lavoro sempre più globalizzato, i contratti internazionali sono all’ordine del giorno. Ma cosa succede in caso di licenziamento con legge straniera indicata nel contratto? Può un lavoratore italiano, assunto da un’azienda italiana ma operante all’estero, vedersi negare le tutele previste dalla normativa italiana? Questa è la complessa domanda al centro di un’importante ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione, che ha deciso di approfondire la questione in una pubblica udienza.

I Fatti del Caso: Un Manager licenziato in Romania

Un lavoratore con la qualifica di Construction Manager veniva assunto da una grande società italiana per operare principalmente in un cantiere in Romania. Il rapporto di lavoro, iniziato nel 2017, si interrompeva bruscamente nel 2018 a seguito di un licenziamento disciplinare. Il contratto individuale di lavoro prevedeva l’applicazione della legge rumena.

Il lavoratore impugnava il licenziamento, dando il via a un complesso iter giudiziario incentrato su un quesito fondamentale: quale legge si applica? Quella italiana, del paese di cui il lavoratore e l’azienda sono originari, o quella rumena, scelta dalle parti e luogo di esecuzione della prestazione?

Il Percorso Giudiziario: Dalla Reintegra all’Indennizzo

Il Tribunale di primo grado, ritenendo prevalente il collegamento con l’Italia, applicava la legge italiana. Annullava il licenziamento per vizi procedurali gravi (assimilabili a un’omessa contestazione) e condannava la società alla reintegrazione del dipendente nel posto di lavoro, oltre al risarcimento del danno.

La Corte d’Appello, invece, ribaltava parzialmente la decisione. Pur confermando l’illegittimità del licenziamento per le stesse ragioni, riteneva applicabile la legge rumena scelta dalle parti. Secondo i giudici d’appello, le norme europee (Regolamento Roma I) consentono la scelta della legge, con un unico limite: non si possono negare al lavoratore le ‘tutele inderogabili’ previste dalla legge che si applicherebbe in assenza di scelta. La Corte ha però concluso che la reintegrazione non costituisce una tutela inderogabile, a differenza del principio generale di stabilità del posto di lavoro. Di conseguenza, ha riformato la sentenza, escludendo la reintegrazione e riconoscendo solo un’indennità risarcitoria pari a 5 mensilità.

La Questione del Licenziamento con Legge Straniera

Il caso è quindi approdato in Cassazione, con ricorsi da entrambe le parti. Il lavoratore ha insistito per l’applicazione della legge italiana e della relativa tutela reintegratoria, mentre la società ha difeso la validità della scelta contrattuale.

Il Regolamento Roma I e la Scelta della Legge

Il fulcro della questione è l’interpretazione dell’art. 8 del Regolamento UE n. 593/2008 (Roma I). Questa norma stabilisce che, nei contratti di lavoro, le parti possono scegliere la legge applicabile. Tuttavia, tale scelta non può avere l’effetto di privare il lavoratore della protezione garantitagli dalle disposizioni ‘inderogabili’ della legge che si sarebbe applicata in mancanza di una scelta (solitamente quella del paese in cui il lavoratore svolge abitualmente il suo lavoro o quella del paese in cui si trova la sede che lo ha assunto).

Tutele Inderogabili: Un Limite alla Volontà delle Parti

Il punto cruciale, che la Cassazione dovrà chiarire, è cosa si intenda esattamente per ‘tutela inderogabile’. Si tratta solo del diritto a non essere licenziati senza giusta causa, oppure include anche i rimedi specifici previsti dall’ordinamento, come la reintegrazione nel posto di lavoro? La decisione della Corte d’Appello ha sposato un’interpretazione restrittiva, ma la questione è tutt’altro che pacifica e ha enormi implicazioni pratiche.

Le Motivazioni dell’Ordinanza della Cassazione

La Suprema Corte, con la sua ordinanza interlocutoria, non ha ancora fornito una risposta definitiva. Ha però riconosciuto l’altissimo ‘rilievo nomofilattico’ della questione. In altre parole, ha ritenuto che i dubbi interpretativi sul Regolamento Roma I, sui criteri per determinare la legge applicabile in mancanza di scelta (es. ‘collegamento più stretto’) e sulla definizione di ‘tutela inderogabile’ sono così importanti da richiedere una trattazione in pubblica udienza. Questa scelta sottolinea la necessità di un pronunciamento chiaro e autorevole che possa fungere da guida per tutti i casi futuri di licenziamento internazionale, garantendo certezza del diritto sia per i lavoratori che per le imprese.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

La futura sentenza della Corte di Cassazione avrà un impatto significativo. Stabilirà i confini entro cui le aziende con operazioni internazionali possono definire le regole applicabili ai rapporti di lavoro. Una decisione in favore di un’interpretazione ampia delle tutele inderogabili rafforzerebbe la posizione dei lavoratori italiani all’estero, garantendo loro un nucleo di protezioni modellate su quelle italiane. Al contrario, un’interpretazione più restrittiva darebbe maggiore peso all’autonomia contrattuale delle parti, con possibili conseguenze sulla diversificazione delle tutele a seconda del paese di esecuzione del contratto.

In un contratto di lavoro internazionale, la legge scelta dalle parti è sempre applicabile?
No. Secondo l’art. 8 del Regolamento UE Roma I, la scelta della legge applicabile non può privare il lavoratore della protezione garantita dalle norme inderogabili della legge che si applicherebbe in assenza di scelta.

La reintegrazione nel posto di lavoro è considerata una tutela inderogabile che prevale sulla legge straniera scelta nel contratto?
La questione è controversa. La Corte d’Appello nel caso di specie lo ha escluso, ritenendo inderogabile il principio di stabilità del rapporto ma non lo specifico rimedio della reintegrazione. La Corte di Cassazione ha ritenuto la questione così importante da meritare un approfondimento in una pubblica udienza, quindi una risposta definitiva non è ancora stata data.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte ha ritenuto che le questioni giuridiche sollevate (interpretazione del diritto europeo, individuazione della legge applicabile, definizione di tutele inderogabili) avessero un’importanza tale da richiedere una discussione approfondita in pubblica udienza. Questa procedura è riservata ai casi di particolare rilevanza per garantire la corretta e uniforme interpretazione della legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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