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Licenza scommesse: obbligatoria per installare slot

Un operatore di una sala giochi e raccolta scommesse è stato multato per aver installato apparecchi da gioco (slot machines) senza la specifica licenza scommesse prevista dall’art. 88 T.U.L.P.S., pur possedendo quella generica dell’art. 86. I giudici di primo e secondo grado avevano annullato la sanzione, riconoscendo la buona fede dell’operatore. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che nei locali dove si raccolgono scommesse è sempre obbligatoria la licenza ex art. 88 per installare anche apparecchi da gioco. La Corte ha chiarito che la presunzione di colpa spetta all’operatore e che le problematiche relative alla concessione del bookmaker estero non giustificano la violazione della normativa nazionale sull’installazione degli apparecchi.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Licenza Scommesse: Perché è Indispensabile per Installare Slot Machines

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale per tutti gli operatori del settore giochi: per installare apparecchi da intrattenimento (le cosiddette slot machines) in un locale dove si effettua anche la raccolta di scommesse, non è sufficiente la generica autorizzazione di polizia, ma è indispensabile possedere la specifica licenza scommesse prevista dall’art. 88 del T.U.L.P.S. Questa decisione ribalta le sentenze dei gradi inferiori e stabilisce un principio di responsabilità molto chiaro per i gestori.

I Fatti di Causa: La Sanzione per Mancanza della Licenza Scommesse

Il caso riguarda il titolare di un’attività di bar, sala giochi e raccolta scommesse per conto di un bookmaker estero. A seguito di un controllo, le autorità gli avevano irrogato una sanzione amministrativa di 6.000 euro per aver installato quattro apparecchi da gioco lecito (slot machines) in violazione dell’art. 110 del T.U.L.P.S. La contestazione si basava sull’assenza della licenza del questore ai sensi dell’art. 88 T.U.L.P.S., specifica per l’esercizio delle scommesse.
L’operatore possedeva unicamente l’autorizzazione prevista dall’art. 86 T.U.L.P.S., ritenuta dalle autorità non sufficiente per i locali che combinano l’attività di gioco tramite apparecchi con quella di raccolta scommesse.

Il Percorso Giudiziario e l’Elemento Soggettivo

L’operatore aveva impugnato la sanzione, e sia il Giudice di Pace che il Tribunale gli avevano dato ragione. Entrambi i giudici di merito avevano annullato la multa, ritenendo che mancasse l’elemento soggettivo della colpa. Secondo la loro valutazione, l’operatore si trovava in una condizione di buona fede, in quanto la licenza ex art. 88 gli era stata negata per ragioni legate a presunte irregolarità nelle concessioni statali rilasciate al bookmaker estero per cui operava, questioni già oggetto di contenzioso e di pronunce della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Di conseguenza, i giudici avevano concluso che non si potesse pretendere dall’operatore la conoscenza specifica di una normativa complessa e che il suo affidamento nella legittimità della propria attività fosse giustificato.

Le Motivazioni della Cassazione: La Necessità della Licenza Scommesse

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, cassando la sentenza del Tribunale. I giudici supremi hanno fornito una lettura chiara e rigorosa della normativa. La Corte ha stabilito che il combinato disposto degli articoli 86 e 88 del T.U.L.P.S. non lascia spazio a dubbi: la possibilità di installare apparecchi da divertimento sulla base della sola licenza ex art. 86 riguarda esclusivamente i locali che non sono già soggetti all’autorizzazione per l’esercizio delle scommesse (art. 88).
Nei locali in cui si esercita l’attività di scommessa, gli apparecchi da divertimento possono essere installati solo se l’imprenditore è in possesso della specifica licenza scommesse di cui all’art. 88. La finalità della norma è quella di aumentare il livello di controllo di polizia in luoghi che, per la compresenza di diverse forme di gioco, presentano una maggiore potenziale pericolosità sociale.
La Corte ha inoltre demolito la tesi della buona fede, sottolineando che, in materia di sanzioni amministrative, vige una presunzione di colpa. Spetta al trasgressore dimostrare di aver agito senza colpa, provando di aver fatto tutto il possibile per conformarsi alla legge. Le vicende relative alla concessione del bookmaker estero non sono state considerate una giustificazione valida, poiché la norma violata riguarda un’attività interna (l’installazione degli apparecchi) soggetta a precisi controlli nazionali, la cui liceità è stata confermata anche a livello europeo.

Le Conclusioni: Un Principio Chiaro per gli Operatori del Settore

La decisione della Cassazione stabilisce un principio di diritto fondamentale: la specialità prevale sulla generalità. L’autorizzazione per la raccolta scommesse (art. 88 T.U.L.P.S.) è un requisito imprescindibile e non sostituibile per chiunque voglia installare slot machines all’interno di un’agenzia di scommesse. Gli operatori del settore devono quindi essere consapevoli che la mancanza di questa specifica licenza li espone a sanzioni, e non potranno invocare a loro discolpa le complesse vicende giudiziarie legate alle concessioni internazionali dei bookmaker per cui operano. L’onere di conoscere e rispettare la normativa nazionale resta interamente a loro carico.

È sufficiente la licenza generica per giochi leciti (ex art. 86 T.U.L.P.S.) per installare slot machines in un punto scommesse?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che nei locali in cui si esercita la raccolta di scommesse è obbligatoria la specifica licenza di polizia per le scommesse (ex art. 88 T.U.L.P.S.) anche per la sola installazione di apparecchi da gioco come le slot machines.

Un operatore può essere scusato se non ottiene la licenza per le scommesse a causa di problemi legati al bookmaker estero per cui lavora?
No. Secondo la sentenza, le questioni relative alla regolarità della concessione del bookmaker estero non giustificano la violazione della normativa nazionale sull’installazione degli apparecchi da gioco. L’attività di installazione è considerata un’attività interna soggetta alle leggi italiane, e l’operatore è tenuto a rispettarle.

Chi deve provare la colpa o la sua assenza in caso di sanzione amministrativa per violazione delle norme sui giochi?
In materia di sanzioni amministrative vige una presunzione di colpa. Ciò significa che è l’autore della violazione (l’operatore) a dover dimostrare di aver agito senza colpa, provando di aver fatto tutto il possibile per conformarsi alla legge e che la sua ignoranza della norma era inevitabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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