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Legittimazione passiva sanità: a chi chiedere i pagamenti

Una struttura sanitaria privata ha ottenuto in appello la condanna di un’ASL al pagamento di prestazioni. L’ASL ha fatto ricorso in Cassazione sostenendo che la legittimazione passiva sanità spetti alla Regione. La Suprema Corte, rilevando che la questione è stata rimessa alle Sezioni Unite, ha sospeso la decisione in attesa del loro verdetto, rinviando la causa a nuovo ruolo.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Legittimazione passiva sanità: La Cassazione rinvia la decisione, in attesa delle Sezioni Unite

La questione della legittimazione passiva sanità, ovvero chi tra Azienda Sanitaria Locale (ASL) e Regione debba rispondere dei debiti verso le strutture sanitarie private accreditate, è un tema complesso e dibattuto. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione mette in luce questa incertezza, scegliendo di sospendere il giudizio in attesa di un chiarimento definitivo da parte delle Sezioni Unite.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Pagamento della Struttura Sanitaria

Una struttura sanitaria polispecialistica si era vista riconoscere dalla Corte d’Appello il diritto a ricevere pagamenti integrativi da parte di un’Azienda Sanitaria Locale (ASL) per prestazioni erogate nell’ambito del rapporto di accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale.

La Corte territoriale aveva ritenuto l’ASL il soggetto passivamente legittimato, cioè il corretto destinatario della richiesta di pagamento, basando la propria decisione sugli accordi diretti stipulati tra l’ASL stessa e la struttura sanitaria. Secondo i giudici d’appello, tali accordi erano sufficienti a radicare la responsabilità dell’ASL, senza coinvolgere direttamente la Regione.

Il Ricorso in Cassazione e la questione sulla legittimazione passiva sanità

Contro questa decisione, l’ASL ha proposto ricorso per cassazione, sollevando un unico motivo di impugnazione. L’Azienda Sanitaria ha sostenuto che la Corte d’Appello avesse errato nel riconoscerle la legittimazione passiva sanità. Secondo la tesi difensiva dell’ASL, la normativa di riferimento (tra cui il d.l. n. 324/1993 e il d.lgs. n. 502/1992) indicherebbe chiaramente che il soggetto tenuto a rispondere delle obbligazioni economiche nei confronti delle strutture accreditate sarebbe la Regione, non la singola ASL.

La questione posta all’attenzione della Suprema Corte era quindi cruciale: a chi deve rivolgersi una struttura sanitaria per ottenere il pagamento delle prestazioni erogate in convenzione?

Le Motivazioni della Cassazione: L’Attesa delle Sezioni Unite

La Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione, investita del caso, ha rilevato un elemento determinante per la sua decisione: la questione generale sull’individuazione del soggetto passivamente legittimato in queste controversie era già stata rimessa all’esame delle Sezioni Unite con un decreto del Presidente Aggiunto del 18 settembre 2024.

Le Sezioni Unite rappresentano il massimo organo nomofilattico della Cassazione, con il compito di dirimere i contrasti giurisprudenziali e di fornire l’interpretazione definitiva su questioni di particolare importanza. La pendenza di questa decisione ha spinto la Terza Sezione a ritenere opportuno non pronunciarsi nel merito.

La motivazione dell’ordinanza interlocutoria è dunque prettamente procedurale: per evitare possibili contrasti giurisprudenziali e per garantire uniformità di giudizio, la Corte ha deciso di attendere la risoluzione della questione da parte delle Sezioni Unite. Di conseguenza, ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo, sospendendo di fatto il processo in attesa del futuro pronunciamento.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione di Rinvio

La scelta della Corte di Cassazione di attendere il verdetto delle Sezioni Unite ha importanti implicazioni pratiche. In primo luogo, lascia le parti di questo specifico giudizio in una situazione di attesa, prolungando l’incertezza sull’esito della loro controversia. In secondo luogo, e su un piano più generale, conferma l’esistenza di un significativo dubbio interpretativo nel sistema giuridico riguardante i rapporti economici tra sanità pubblica e privata.

La futura decisione delle Sezioni Unite sulla legittimazione passiva sanità sarà fondamentale per fare chiarezza e fornirà un principio di diritto vincolante per tutti i giudici, standardizzando le procedure e offrendo certezza a tutte le strutture sanitarie convenzionate e alle amministrazioni pubbliche coinvolte. Fino ad allora, casi come quello in esame resteranno probabilmente sospesi, in attesa di una guida interpretativa definitiva.

Chi deve pagare una struttura sanitaria privata accreditata per le prestazioni fornite: l’ASL o la Regione?
In questo caso specifico, la Corte di Cassazione non ha fornito una risposta definitiva. Ha deciso di sospendere il giudizio perché la questione generale sulla legittimazione passiva è stata rimessa all’esame delle Sezioni Unite, il cui verdetto farà chiarezza sul punto.

Perché la Corte di Cassazione ha rinviato la decisione?
La Corte ha rinviato la decisione per opportunità, al fine di attendere la risoluzione della questione di principio da parte delle Sezioni Unite. Questa scelta mira a evitare possibili contrasti interpretativi e ad assicurare una decisione coerente con il futuro orientamento della massima composizione della Corte stessa.

Qual era la posizione della Corte d’Appello in questo caso?
La Corte d’Appello aveva condannato l’ASL al pagamento, ritenendola il soggetto passivamente legittimato. La sua decisione si basava sul fatto che la domanda della struttura sanitaria traeva origine da accordi contrattuali stipulati direttamente tra la clinica e l’ASL.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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