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Legittimazione passiva esecuzione: chi citare?

Una compagnia di assicurazioni si opponeva a una cartella di pagamento emessa da un Ministero. La Cassazione ha dichiarato l’opposizione inammissibile, stabilendo che in tema di legittimazione passiva esecuzione, l’unico soggetto da citare in giudizio è l’agente della riscossione e non l’ente creditore. L’errore nella citazione del soggetto passivo rende la domanda improponibile.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Legittimazione Passiva Esecuzione: Chi Citare nell’Opposizione a Cartella Esattoriale?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3870/2024, torna a pronunciarsi su una questione cruciale in materia di riscossione: la legittimazione passiva esecuzione. Comprendere chi sia il soggetto corretto da citare in giudizio quando ci si oppone a una cartella di pagamento è fondamentale per non vedersi dichiarare inammissibile la propria domanda. Questo provvedimento ribadisce un principio consolidato, offrendo un chiarimento definitivo che ha importanti risvolti pratici per debitori e professionisti del settore.

I fatti del caso: un’opposizione contro l’ente creditore

Una compagnia di assicurazioni aveva agito in giudizio contro un Ministero, proponendo opposizione all’esecuzione avverso una cartella di pagamento di oltre 1,5 milioni di euro. Il debito derivava dall’escussione di una polizza fideiussoria che la compagnia aveva rilasciato a garanzia di un contributo pubblico, successivamente revocato, concesso a una società poi fallita.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione alla compagnia assicuratrice, sebbene con motivazioni diverse. Il Ministero, ritenendo errate le decisioni dei giudici di merito, ha proposto ricorso in Cassazione, sollevando la questione fondamentale della corretta individuazione del soggetto passivo nel giudizio di opposizione.

La questione sulla legittimazione passiva nell’esecuzione a mezzo ruolo

Il cuore della controversia non riguarda il merito del credito, ma un aspetto puramente processuale: contro chi deve essere proposta l’opposizione all’esecuzione (ex art. 615 c.p.c.) quando il credito è riscosso tramite ruolo? La compagnia di assicurazioni aveva citato in giudizio solo l’ente titolare del credito, ovvero il Ministero. La Corte di Cassazione è stata chiamata a stabilire se questa scelta fosse corretta o se, invece, l’azione dovesse essere intentata contro l’agente della riscossione.

Il principio della scissione tra titolarità del credito e azione esecutiva

La Suprema Corte ha ribadito un principio cardine della riscossione a mezzo ruolo: la scissione tra la titolarità del diritto di credito e la titolarità dell’azione esecutiva.

* L’ente creditore (in questo caso, il Ministero) rimane il titolare del credito.
* L’agente della riscossione, una volta che il credito è iscritto a ruolo, diventa l’unico e esclusivo titolare del diritto di procedere all’esecuzione forzata.

Questa scissione, prevista dalla legge per agevolare la riscossione dei crediti pubblici, ha una conseguenza processuale ineludibile: se si contesta l’azione esecutiva, bisogna rivolgersi a chi ne è titolare.

La decisione della Corte di Cassazione

La Corte ha accolto il ricorso del Ministero, dichiarando l’originaria opposizione inammissibile. La sentenza impugnata è stata cassata senza rinvio, poiché la domanda non poteva essere proposta fin dall’inizio nei confronti del soggetto sbagliato.

Le motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sull’orientamento consolidato secondo cui, nelle opposizioni esecutive ordinarie (diverse da quelle cd. “recuperatorie”), l’unico legittimato passivo necessario è l’agente della riscossione. Citare in giudizio solo l’ente creditore costituisce un errore insanabile che porta all’inammissibilità della domanda per difetto di legittimazione passiva esecuzione.

Il debitore non è tenuto a evocare in giudizio entrambi i soggetti (ente e agente), ma deve necessariamente convenire l’agente della riscossione. Sarà poi onere di quest’ultimo, ai sensi dell’art. 39 del D.Lgs. 112/1999, chiamare in causa l’ente creditore se la controversia riguarda questioni attinenti all’esistenza del credito, per non rispondere delle conseguenze della lite.

L’assenza di un litisconsorzio necessario tra i due soggetti implica che il giudice non può ordinare l’integrazione del contraddittorio. Se l’opponente sbaglia a citare il soggetto passivo, il processo si chiude con una declaratoria di inammissibilità.

Le conclusioni

La pronuncia in esame ha un’enorme valenza pratica. Chiunque intenda opporsi a una cartella di pagamento contestando il diritto a procedere all’esecuzione forzata deve notificare l’atto di citazione esclusivamente all’agente della riscossione. Citare in giudizio l’ente creditore (come un Comune, un Ministero o un’Agenzia fiscale) al posto dell’agente della riscossione comporta la perdita della causa per un vizio processuale, senza che si possa nemmeno discutere il merito della pretesa. È un monito per i debitori e i loro legali a prestare la massima attenzione nell’individuare il corretto contraddittore, pena la vanificazione di ogni difesa.

Nell’opposizione all’esecuzione contro una cartella di pagamento, chi è il soggetto corretto da citare in giudizio?
Secondo la Corte di Cassazione, nelle opposizioni esecutive ai sensi dell’art. 615 c.p.c. relative a crediti riscossi a mezzo ruolo, l’unico legittimato passivo necessario è l’agente della riscossione, in quanto titolare esclusivo dell’azione esecutiva.

Cosa succede se si cita in giudizio l’ente creditore invece dell’agente della riscossione?
Se l’opposizione viene proposta unicamente nei confronti dell’ente titolare del credito, la domanda deve essere dichiarata inammissibile per difetto di legittimazione passiva, senza possibilità per il giudice di ordinare l’integrazione del contraddittorio.

Esiste sempre un litisconsorzio necessario tra ente creditore e agente della riscossione nelle opposizioni a cartella di pagamento?
No. La Corte chiarisce che il litisconsorzio necessario (cioè la partecipazione obbligatoria di entrambi) sussiste solo nei casi eccezionali di opposizioni cd. “recuperatorie” (es. quando con la cartella si viene a conoscenza per la prima volta di una sanzione amministrativa). Nelle opposizioni esecutive ordinarie, l’unico legittimato passivo è l’agente della riscossione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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