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Legittimazione passiva ASL: la Regione paga i debiti

Una struttura sanitaria privata ha citato in giudizio un’Azienda Sanitaria Locale (ASL) per ottenere il pagamento di prestazioni erogate. Sebbene i tribunali di merito avessero dato ragione alla struttura, la Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione. Con l’ordinanza in esame, la Suprema Corte ha stabilito che la legittimazione passiva ASL non sussiste, in quanto il soggetto tenuto al pagamento è la Regione, in qualità di ente finanziatore del servizio sanitario. La causa è stata quindi rinviata alla Corte d’Appello per una nuova valutazione basata su questo principio.

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Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Legittimazione passiva ASL: la Cassazione chiarisce chi paga i debiti sanitari

Quando una struttura sanitaria privata accreditata eroga prestazioni per conto del Servizio Sanitario Nazionale, a chi deve rivolgersi per ottenere il pagamento? All’Azienda Sanitaria Locale (ASL) con cui ha stipulato la convenzione o direttamente alla Regione? La questione della legittimazione passiva ASL è cruciale e una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento definitivo, ribaltando le decisioni dei giudici di merito.

I Fatti di Causa: una controversia su decurtazioni tariffarie

Una struttura sanitaria privata si è rivolta al Tribunale per ottenere la condanna di un’Azienda Sanitaria Locale al pagamento di una somma considerevole. Tale importo corrispondeva a una decurtazione tariffaria che l’ASL aveva applicato per le prestazioni specialistiche ambulatoriali erogate dalla struttura tra il 2010 e il 2013, basandosi su una legge finanziaria del 2007.

Il Percorso Giudiziario: Tribunale e Corte d’Appello

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno dato ragione alla struttura sanitaria. I giudici di merito hanno ritenuto che la normativa che prevedeva la decurtazione fosse temporanea e limitata al triennio 2006-2009. Di conseguenza, non poteva essere applicata indebitamente agli anni successivi. In entrambi i gradi di giudizio, l’ASL è stata considerata il soggetto legittimato a stare in giudizio e, pertanto, condannata al pagamento delle somme richieste.

Il Ricorso in Cassazione e la questione della legittimazione passiva ASL

L’Azienda Sanitaria Locale, non soddisfatta della decisione, ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando diverse questioni. Il motivo principale e decisivo, tuttavia, riguardava proprio il difetto di legittimazione passiva ASL. Secondo la difesa dell’ASL, il soggetto corretto da citare in giudizio non era l’azienda sanitaria stessa, bensì la Regione. Questo perché, secondo la normativa nazionale, è la Regione l’ente finanziatore del sistema sanitario e, di conseguenza, l’unico vero debitore per le prestazioni rese in regime di convenzione.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha accolto il primo motivo di ricorso, ritenendolo fondato e assorbente rispetto a tutti gli altri. Gli Ermellini hanno richiamato un consolidato orientamento giurisprudenziale secondo cui, nei rapporti con le strutture accreditate, l’ente incaricato del pagamento è l’ente finanziatore delle Aziende Sanitarie, ovvero la Regione.

La Corte ha specificato che la legge (in particolare l’art. 1, comma 10, del D.L. n. 324/1993) disciplina la legittimazione passiva nei confronti di tutti i soggetti che erogano prestazioni sanitarie in convenzione. Questi soggetti (farmacie, medici, strutture private) sono creditori dell'”ente incaricato del pagamento”, che coincide con la Regione. L’ASL, in questo schema, agisce solo come un ente che liquida materialmente le somme, ma lo fa in nome e per conto della Regione, che rimane l’obbligato principale.

La legislazione nazionale e regionale attribuisce alla Regione la funzione di ente finanziatore, determinando i criteri di finanziamento delle aziende sanitarie e ospedaliere ed erogando le risorse necessarie. Pertanto, la Corte d’Appello ha errato nel desumere la legittimazione passiva dell’ASL dal semplice fatto che quest’ultima avesse stipulato le convenzioni con la struttura privata.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello in diversa composizione. Quest’ultima dovrà riesaminare il caso attenendosi al principio di diritto secondo cui il soggetto tenuto al pagamento delle prestazioni sanitarie nella regione in questione coincide con l’ente regionale, in qualità di finanziatore del sistema. La decisione stabilisce un principio fondamentale: per le controversie relative a pagamenti per prestazioni sanitarie accreditate, l’azione legale deve essere intentata nei confronti della Regione e non della singola ASL, la cui legittimazione passiva non sussiste.

Chi è il soggetto responsabile per i pagamenti dovuti a una struttura sanitaria privata accreditata?
Secondo la Corte di Cassazione, il soggetto responsabile è la Regione, in quanto ente finanziatore del Servizio Sanitario, e non la singola Azienda Sanitaria Locale (ASL).

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza d’appello?
La sentenza è stata annullata perché la Corte d’Appello ha erroneamente identificato l’ASL come parte con legittimazione passiva, mentre, sulla base della normativa vigente e della giurisprudenza consolidata, tale legittimazione spetta alla Regione.

Qual è il ruolo dell’ASL nei pagamenti alle strutture convenzionate secondo questa ordinanza?
L’ASL svolge un ruolo di mera liquidazione dei pagamenti. Agisce in nome e per conto della Regione, che è il vero soggetto debitore e l’ente incaricato del pagamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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