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Legittimazione opposizione multa: chi può ricorrere?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 4744/2024, ha ribadito un principio fondamentale in materia di sanzioni stradali: la legittimazione opposizione multa spetta esclusivamente al soggetto destinatario dell’ordinanza-ingiunzione, ovvero il proprietario del veicolo, e non al conducente. Nel caso specifico, il ricorso del conducente, sebbene coobbligato in solido, è stato dichiarato inammissibile perché il suo interesse è stato qualificato come un mero ‘interesse di fatto’, legato a una potenziale azione di regresso, e non un interesse giuridico diretto all’annullamento dell’atto amministrativo.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Legittimazione Opposizione Multa: Solo il Proprietario può Impugnare, non il Conducente

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale per chiunque si trovi a contestare una sanzione stradale. Spesso accade di guidare un veicolo non di proprietà e di ricevere una multa. La domanda sorge spontanea: chi può fare ricorso? La risposta della Suprema Corte è netta e va a definire con precisione la legittimazione opposizione multa, un concetto fondamentale della procedura civile. Con l’ordinanza in esame, i giudici hanno chiarito che solo il destinatario dell’ordinanza-ingiunzione, tipicamente il proprietario, ha il diritto di impugnare la sanzione, escludendo il conducente.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una sanzione amministrativa pecuniaria emessa dalla Prefettura nei confronti della proprietaria di un veicolo, per aver lasciato l’auto in sosta in un’area a pagamento oltre il tempo consentito. Sia la proprietaria che l’avvocato che si trovava alla guida del veicolo al momento dell’infrazione decidevano di opporsi all’ordinanza-ingiunzione davanti al Giudice di Pace.

Il primo grado di giudizio si concludeva con una decisione netta: l’opposizione del conducente veniva dichiarata inammissibile per difetto di ‘legittimazione passiva’, mentre il provvedimento sanzionatorio veniva confermato nei confronti della proprietaria. La decisione veniva impugnata davanti al Tribunale, che però respingeva l’appello, confermando la sentenza di primo grado. La controversia giungeva così all’attenzione della Corte di Cassazione.

La Questione sulla Legittimazione Opposizione Multa

Il nodo centrale del ricorso per cassazione verteva proprio sulla legittimazione opposizione multa. I ricorrenti sostenevano che anche il conducente, in quanto obbligato in solido con il proprietario al pagamento della sanzione ai sensi del Codice della Strada, dovesse avere il diritto di contestare la validità dell’ordinanza-ingiunzione. Si trattava di stabilire se l’interesse del conducente a non subire un’eventuale azione di regresso da parte del proprietario fosse sufficiente a fondare un suo autonomo diritto di impugnazione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del conducente, fornendo una motivazione chiara e in linea con il suo consolidato orientamento giurisprudenziale. I giudici hanno spiegato che il giudizio di opposizione a un’ordinanza-ingiunzione è formalmente strutturato come un’impugnazione di un atto amministrativo. Di conseguenza, la legittimazione a ricorrere non può che spettare al soggetto che è diretto destinatario di quell’atto.

Il Ruolo del Destinatario dell’Atto

La Corte ha ribadito che, anche in presenza di una responsabilità sanzionatoria solidale, l’unico soggetto legittimato a proporre opposizione è colui al quale viene addebitata la violazione e a cui è indirizzata l’ingiunzione di pagamento. L’interesse del conducente, pur esistente, è stato qualificato come un semplice ‘interesse di fatto’. La possibilità di essere soggetto a un’azione di regresso da parte del proprietario che ha pagato la sanzione non si traduce in un interesse giuridico diretto e attuale alla rimozione dell’atto amministrativo stesso.

La Differenza tra Interesse Giuridico e Interesse di Fatto

Questa distinzione è fondamentale. L’interesse giuridico che fonda la legittimazione ad agire è quello che deriva dalla lesione di un diritto soggettivo o di un interesse legittimo direttamente causata dall’atto che si impugna. L’interesse del conducente, invece, è mediato e potenziale: sorge solo se e quando il proprietario, dopo aver pagato, deciderà di rivalersi su di lui. Per la legge, questo non basta a consentirgli di sostituirsi al proprietario nell’impugnazione dell’atto principale.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La pronuncia della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. Chiunque guidi un veicolo non di sua proprietà e commetta un’infrazione deve essere consapevole che non potrà impugnare personalmente la multa. L’azione legale per contestare la sanzione deve essere intrapresa dal proprietario del veicolo, in quanto unico destinatario formale dell’ordinanza-ingiunzione. Il conducente potrà eventualmente partecipare al giudizio o accordarsi con il proprietario per la gestione della difesa e delle relative spese, ma non potrà mai essere l’attore principale nel processo di opposizione. Questa regola garantisce certezza e ordine procedurale, confermando che l’impugnazione di un atto amministrativo è riservata solo a chi ne è direttamente inciso nei suoi diritti.

Se guido l’auto di un’altra persona e prendo una multa, posso fare ricorso io direttamente?
No. Secondo la costante giurisprudenza della Corte di Cassazione, la legittimazione a opporre un’ordinanza-ingiunzione spetta esclusivamente al destinatario dell’atto, che è il proprietario del veicolo, e non al conducente effettivo al momento dell’infrazione.

Perché il conducente non ha la legittimazione per opporsi alla multa?
Perché il giudizio di opposizione è configurato come un’impugnazione di un atto amministrativo. L’interesse del conducente a evitare di dover rimborsare il proprietario è considerato un ‘interesse di fatto’ e non un interesse giuridico diretto e attuale alla rimozione dell’atto sanzionatorio.

Cosa succede se il ricorso viene presentato da una persona senza legittimazione?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Come nel caso esaminato, questo comporta non solo il rigetto della domanda ma può anche portare alla condanna del ricorrente al pagamento di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende, per aver compiuto un’attività processuale meramente defatigatoria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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