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Legittimazione degli eredi: l’azione di responsabilità

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2624/2024, chiarisce le condizioni per la legittimazione degli eredi di un socio di S.r.l. a proseguire un’azione di responsabilità contro gli amministratori. La Corte stabilisce che la sola accettazione dell’eredità non è sufficiente. Per esercitare i diritti sociali, inclusa la prosecuzione del giudizio, è necessario che il trasferimento della quota per successione sia reso opponibile alla società mediante il deposito presso il registro delle imprese, come previsto dall’art. 2470 c.c. Nel caso di specie, il ricorso è stato rigettato perché gli eredi, dopo un’iniziale costituzione in giudizio inefficace, avevano regolarizzato la loro posizione, acquisendo la qualità di soci opponibile alla società prima che il processo fosse interrotto.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto Societario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Legittimazione degli eredi in S.r.l.: la Cassazione chiarisce i requisiti

Quando un socio di una S.r.l. decede nel corso di un’azione di responsabilità da lui intentata contro un amministratore, i suoi eredi possono proseguire il giudizio? La risposta non è scontata. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 2624 del 2024, affronta proprio la questione della legittimazione degli eredi, stabilendo un principio fondamentale: per esercitare i diritti sociali, non basta accettare l’eredità, ma è necessario un adempimento formale ben preciso.

I Fatti di Causa

Un socio di una società a responsabilità limitata avviava un’azione legale contro l’amministratore unico. L’azione mirava all’annullamento di una delibera assembleare relativa al compenso dell’amministratore e alla distribuzione di utili, nonché al risarcimento dei danni subiti dalla società e alla revoca dell’amministratore stesso.

Durante il processo, il socio attore veniva a mancare. I suoi eredi si costituivano in giudizio per proseguire la causa. L’amministratore convenuto contestava la loro legittimazione, sostenendo che, non essendo ancora formalmente soci della S.r.l., non avessero titolo per continuare l’azione. Il Tribunale di primo grado e la Corte d’Appello davano ragione agli eredi, ma con motivazioni che la Cassazione ha ritenuto necessario correggere, pur confermando la decisione finale.

La Questione sulla Legittimazione degli Eredi in una Causa Societaria

Il nodo centrale della controversia riguarda l’esatta individuazione del momento in cui l’erede del socio acquista non solo la titolarità della quota, ma anche la capacità di esercitare i diritti connessi, come quello di agire in giudizio per conto della società. L’azione di responsabilità ex art. 2476 c.c. è infatti un caso di ‘sostituzione processuale’, in cui il socio agisce in nome proprio ma nell’interesse della società.

La difesa del ricorrente sosteneva che questo diritto fosse strettamente personale del socio e che, in assenza di un subentro formale nella qualità di soci, gli eredi non potessero proseguire il giudizio, rendendo l’azione improcedibile.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell’amministratore, ma ha colto l’occasione per fare chiarezza su un punto di diritto cruciale, correggendo la motivazione della sentenza d’appello.

Le Motivazioni

La Corte ha stabilito un percorso a due fasi per l’acquisizione della piena legittimazione degli eredi:

1. Accettazione dell’Eredità: Con l’accettazione, anche tacita, l’erede acquista la titolarità della quota sociale con effetto retroattivo al momento dell’apertura della successione (art. 459 c.c.). Questo, tuttavia, produce effetti solo tra le parti (gli eredi stessi).

2. Opponibilità alla Società: Per poter esercitare i diritti sociali (come votare in assemblea o agire in giudizio), non è sufficiente essere titolari della quota. È indispensabile che il trasferimento mortis causa sia reso efficace ed opponibile nei confronti della società. L’art. 2470 c.c. è chiaro: il trasferimento delle partecipazioni ha effetto di fronte alla società solo ‘dal momento del deposito’ presso il registro delle imprese della documentazione che attesta la successione.

In pratica, fino a quando l’erede non completa questo adempimento pubblicitario, egli è un ‘terzo’ rispetto alla società e non può interferire nella sua gestione né esercitare i diritti sociali.

Nel caso specifico, gli eredi si erano inizialmente costituiti in giudizio senza aver ancora depositato la documentazione necessaria, quindi la loro legittimazione era, in quel momento, inesistente. Tuttavia, il processo non era stato formalmente interrotto. Successivamente, dopo che la loro legittimazione era stata contestata, essi hanno provveduto a regolarizzare la loro posizione iscrivendo il trasferimento nel registro delle imprese e si sono nuovamente costituiti in giudizio. A quel punto, la loro qualità di soci era diventata opponibile alla società, e la loro costituzione in giudizio era da considerarsi valida.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio di certezza nei rapporti societari. Gli eredi di un socio di S.r.l. che intendono proseguire le azioni legali o partecipare attivamente alla vita societaria devono agire tempestivamente non solo accettando l’eredità, ma anche curando la pubblicità del trasferimento della quota presso il registro delle imprese. Questo adempimento non è una mera formalità, ma la condizione essenziale per trasformare la titolarità della quota in un diritto esercitabile e riconosciuto dalla società. Una lezione importante per chi si trova a gestire una successione che include partecipazioni in società a responsabilità limitata.

L’erede di un socio di S.r.l. può continuare un’azione di responsabilità iniziata dal defunto?
Sì, l’erede può proseguire l’azione di responsabilità, ma solo dopo aver acquisito la piena qualità di socio, che non deriva dalla sola accettazione dell’eredità.

Quando un erede acquista lo status di socio opponibile alla società?
Secondo la Corte, lo status di socio diventa opponibile e quindi permette l’esercizio dei diritti sociali (incluso agire in giudizio) solo dal momento in cui il trasferimento della quota a causa di morte viene depositato presso il registro delle imprese, come prescritto dall’art. 2470 c.c.

Cosa succede se gli eredi si costituiscono in giudizio prima di aver registrato il trasferimento delle quote?
La loro costituzione è inefficace perché, fino a quel momento, non hanno la legittimazione ad agire in qualità di soci. Nel caso specifico analizzato dalla Corte, l’azione è potuta proseguire perché il processo non è stato mai formalmente interrotto e gli eredi hanno successivamente regolarizzato la loro posizione, costituendosi validamente una seconda volta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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