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Legge applicabile: Cassazione sulla tutela del lavoro

Un lavoratore italiano, impiegato in Romania da un’azienda italiana, viene licenziato. La Corte di Cassazione interviene sul tema della legge applicabile al rapporto di lavoro, annullando la decisione della Corte d’Appello che aveva applicato un mix di normative italiane e romene. La Suprema Corte stabilisce che, in base al Regolamento UE Roma I, va individuata un’unica legge applicabile, quella che offre la tutela più forte al dipendente, vietando una ‘frammentazione’ delle normative che potrebbe pregiudicare i diritti del lavoratore.

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Legge Applicabile nei Contratti di Lavoro Internazionali: La Cassazione Fa Chiarezza

In un mondo sempre più globalizzato, i rapporti di lavoro transnazionali sono all’ordine del giorno. Ma cosa succede quando un dipendente italiano, che lavora all’estero per un’azienda italiana, viene licenziato? La questione centrale diventa: quale legge applicabile disciplina il rapporto? Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato proprio questo complesso scenario, fornendo chiarimenti cruciali sull’interpretazione del Regolamento UE Roma I e sulla tutela del lavoratore come parte debole del contratto.

I Fatti del Caso: Licenziamento in Romania e Conflitto di Leggi

Il caso riguarda un manager italiano, dipendente di una grande società di costruzioni italiana, che svolgeva la sua attività principalmente in un cantiere in Romania. A seguito di un licenziamento disciplinare, il lavoratore ha impugnato il provvedimento in Italia.
Il Tribunale di primo grado ha applicato la legge italiana, annullando il licenziamento e ordinando la reintegra del dipendente nel posto di lavoro, oltre al risarcimento del danno. La Corte d’Appello, invece, ha riformato parzialmente la decisione: pur confermando l’illegittimità del licenziamento (applicando la legge italiana per la procedura), ha negato la reintegra, concedendo solo un’indennità basata su quanto previsto dal contratto individuale, che richiamava la legge romena per le conseguenze sanzionatorie.

La questione della legge applicabile secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha censurato l’approccio della Corte d’Appello, definendolo una ‘commixtione di piani’, ovvero un’applicazione ‘mista’ e non consentita di due ordinamenti giuridici diversi. La Suprema Corte ha ribadito che il Regolamento Roma I impone di individuare un’unica legge che regoli l’intero rapporto di lavoro.

Il Ruolo del Regolamento Roma I

L’articolo 8 del Regolamento Roma I disciplina specificamente i contratti di lavoro. Esso stabilisce che le parti possono scegliere la legge applicabile, ma questa scelta non può mai privare il lavoratore delle tutele garantite dalle norme inderogabili della legge che si applicherebbe in assenza di scelta.
In mancanza di una scelta, o se questa è pregiudizievole, la legge applicabile è quella del Paese in cui il lavoratore svolge abitualmente la sua attività. Se, tuttavia, il contratto presenta un ‘collegamento più stretto’ con un altro Paese, si applica la legge di quest’ultimo. Il giudice deve quindi valutare tutte le circostanze del caso (luogo di assunzione, residenza, centro degli interessi economici) per determinare quale ordinamento debba prevalere, sempre nell’ottica del favor laboratoris, ovvero della protezione della parte più debole.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha affermato che la Corte d’Appello ha sbagliato nel separare il momento della valutazione dell’illegittimità del licenziamento da quello della determinazione della sanzione. Non è possibile, secondo i giudici, applicare la legge italiana (art. 7 Statuto dei Lavoratori) per dichiarare nullo il licenziamento per vizi procedurali e poi ‘saltare’ alla legge romena (richiamata dal contratto) per decidere la sanzione (un’indennità invece della reintegra).
Questo approccio ibrido è in contrasto con le regole di individuazione della legge applicabile previste dalla normativa europea. Il compito del giudice di merito, a cui la causa è stata rinviata, sarà quello di condurre una nuova e completa analisi per identificare un unico sistema normativo – italiano o romeno – da applicare all’intera controversia. Questa valutazione dovrà essere effettuata alla luce dei principi stabiliti dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che impongono di considerare l’insieme delle circostanze che caratterizzano il rapporto per assicurare al lavoratore la protezione più efficace.

Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante punto fermo nella giurisprudenza sui contratti di lavoro internazionali. La Corte di Cassazione riafferma con forza il principio secondo cui la tutela del lavoratore non può essere frammentata attraverso l’applicazione parziale di ordinamenti giuridici diversi. La scelta della legge applicabile deve condurre all’individuazione di un unico corpus normativo che regoli il rapporto in tutti i suoi aspetti, garantendo che le tutele inderogabili previste a favore del dipendente non vengano eluse da clausole contrattuali che richiamano leggi meno protettive.

In un contratto di lavoro internazionale, le parti possono scegliere una legge che offre meno tutele al lavoratore?
No. Secondo l’art. 8 del Regolamento Roma I, la scelta della legge applicabile fatta dalle parti non può avere l’effetto di privare il lavoratore della protezione assicuratagli dalle disposizioni inderogabili della legge che sarebbe stata applicabile in assenza di tale scelta.

È possibile applicare la legge di un paese per giudicare l’illegittimità di un licenziamento e la legge di un altro per le sanzioni?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che non è ammissibile una ‘commixtione di piani’ o ‘dépeçage’. Il giudice deve individuare un’unica legge applicabile che regoli l’intero rapporto contrattuale, sia per quanto riguarda la validità degli atti sia per le conseguenze della loro violazione.

Come si determina la legge applicabile a un contratto di lavoro se la scelta delle parti non è valida o assente?
Si applica la legge del paese in cui il lavoratore svolge abitualmente il suo lavoro. Tuttavia, se dall’insieme delle circostanze risulta che il contratto presenta un ‘collegamento più stretto’ con un altro paese, si applica la legge di quest’ultimo. Il giudice deve valutare tutti gli elementi pertinenti per individuare la legge che garantisce la migliore tutela al lavoratore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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