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Lavoro socialmente utile: quando è subordinato?

Una lavoratrice, formalmente inquadrata in un progetto di lavoro socialmente utile, ha chiesto il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato con un ente provinciale. La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha disposto l’acquisizione degli atti del processo per valutare i presunti errori procedurali della Corte d’Appello. Quest’ultima aveva rigettato la domanda della lavoratrice, ma la sua decisione è stata contestata perché basata su fatti di una causa diversa e per non aver esaminato prove decisive che dimostravano lo svolgimento di mansioni impiegatizie anziché quelle previste dal progetto.

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Pubblicato il 17 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Lavoro Socialmente Utile o Lavoro Subordinato? La Cassazione fa chiarezza

Il confine tra un progetto di lavoro socialmente utile (LSU) e un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato è spesso sottile e oggetto di contenzioso. Un’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione (n. 14234/2024) riaccende i riflettori su questo tema, sottolineando l’importanza di un’analisi fattuale concreta per determinare la reale natura di una prestazione lavorativa. Il caso riguarda una lavoratrice che, per anni, ha operato per una Provincia formalmente come LSU, ma svolgendo di fatto mansioni impiegatizie.

I Fatti di Causa: Da LSU a Impiegata di Fatto

Una lavoratrice ha convenuto in giudizio una Provincia per ottenere il riconoscimento della natura subordinata del rapporto di lavoro intercorso per oltre tredici anni. Formalmente inquadrata come lavoratrice socialmente utile, la ricorrente sosteneva di aver svolto mansioni impiegatizie presso diversi uffici dell’ente, in totale difformità dal progetto LSU che la inquadrava come operaia nel settore stradale. A fronte di ciò, chiedeva il riconoscimento delle differenze retributive, parametrate al livello B del CCNL di comparto.

La Decisione della Corte d’Appello

La Corte d’Appello di Roma, riformando la decisione di primo grado, aveva rigettato la domanda della lavoratrice. Secondo i giudici di secondo grado, non erano emerse difformità sostanziali rispetto al progetto LSU e la semplice inserzione nell’organizzazione dell’ente non era sufficiente a dimostrare la sussistenza di un vincolo di subordinazione.

I Motivi del Ricorso in Cassazione e l’analisi del lavoro socialmente utile

La lavoratrice ha impugnato la sentenza d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione, sollevando sette distinti motivi di ricorso. Tra i più rilevanti:

1. Vizio di motivazione: La Corte d’Appello avrebbe basato la sua decisione richiamando un precedente giurisprudenziale relativo a una fattispecie completamente diversa, in cui un lavoratore LSU svolgeva effettivamente mansioni operaie.
2. Omesso esame di un fatto decisivo: I giudici di merito non avrebbero considerato il fatto, non contestato, che la lavoratrice era stata assegnata a mansioni impiegatizie amministrative.
3. Errata applicazione dell’onere della prova: La Corte territoriale avrebbe erroneamente affermato che fosse onere della lavoratrice produrre il progetto LSU. La difesa della ricorrente ha invece sostenuto che, una volta provato l’assoggettamento al potere direttivo e disciplinare del datore di lavoro, spetta a quest’ultimo dimostrare la legittimità del diverso titolo (il progetto LSU) su cui si fondava la prestazione.

La Pronuncia della Suprema Corte

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, non ha deciso nel merito la controversia, ma ha emesso un provvedimento interlocutorio. Constatando la presenza di censure che denunciano errores in procedendo (errori procedurali), ha disposto l’acquisizione del fascicolo d’ufficio dalla Corte d’Appello di Roma. Questo passo è fondamentale per permettere alla Suprema Corte di esaminare direttamente gli atti e i documenti del processo e verificare la fondatezza delle violazioni procedurali lamentate dalla ricorrente.

Le Motivazioni

La motivazione alla base di questa ordinanza interlocutoria risiede nella natura delle censure sollevate. Quando un ricorso per cassazione denuncia vizi procedurali, come la nullità della sentenza per violazione di norme processuali (art. 360, n. 4 c.p.c.), la Corte Suprema ha il potere e il dovere di accedere direttamente agli atti del giudizio di merito. Non può limitarsi a un controllo sulla logicità della motivazione, ma deve verificare se le regole del processo sono state correttamente applicate.

Nel caso specifico, la Corte deve accertare se la Corte d’Appello abbia effettivamente fondato la sua decisione su un precedente non pertinente, se abbia ignorato fatti decisivi e non contestati, e se abbia correttamente applicato i principi sull’onere della prova. L’acquisizione del fascicolo è quindi un atto istruttorio indispensabile per decidere su questi specifici motivi di ricorso.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione, sebbene non conclusiva, invia un messaggio chiaro: la qualificazione di un rapporto come lavoro socialmente utile non può essere uno schermo per mascherare un effettivo rapporto di lavoro subordinato. I giudici di merito hanno il dovere di condurre un’indagine approfondita sulle concrete modalità di svolgimento della prestazione, senza fermarsi al dato formale del progetto. Sarà ora la Suprema Corte, una volta esaminati gli atti, a stabilire se la sentenza d’appello debba essere annullata per i vizi procedurali denunciati, aprendo la strada a un nuovo giudizio che valuti correttamente la reale natura del rapporto di lavoro intercorso tra la lavoratrice e l’ente provinciale.

Un lavoratore socialmente utile (LSU) può chiedere il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato?
Sì, un lavoratore LSU può agire in giudizio per il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato se riesce a dimostrare che, al di là del nome formale, la sua prestazione si è svolta con le caratteristiche tipiche della subordinazione, come l’assoggettamento al potere direttivo, di controllo e disciplinare del datore di lavoro, e in modo difforme da quanto previsto dal progetto.

Cosa accade se un giudice basa la sua decisione su fatti di una causa diversa?
La sentenza può essere considerata nulla per vizio di motivazione. Nel caso esaminato, la ricorrente ha contestato che la Corte d’Appello avesse fatto riferimento a un precedente non pertinente. Per questo motivo, la Corte di Cassazione ha ritenuto necessario acquisire gli atti per verificare direttamente la fondatezza di tale censura.

A chi spetta l’onere di provare la natura del rapporto in un caso di lavoro socialmente utile?
La ricorrente ha sostenuto che, una volta provato l’assoggettamento al potere direttivo dell’ente (cioè la subordinazione di fatto), l’onere di dimostrare che la prestazione era legittimamente resa sulla base di un titolo diverso (come il progetto LSU) si sposta sull’ente datore di lavoro. La questione dell’onere della prova è uno dei punti cruciali che la Cassazione dovrà valutare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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