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Lavoro pubblico: no conversione contratto a termine

La Corte di Cassazione ha confermato che nel lavoro pubblico, anche in caso di reiterazione abusiva di contratti a termine e di somministrazione, non è possibile la conversione del rapporto in uno a tempo indeterminato. Questa è preclusa dalla necessità di superare un concorso pubblico per l’assunzione. La tutela per il lavoratore è limitata al risarcimento del danno. La Corte ha dichiarato inammissibili sia il ricorso della lavoratrice, che chiedeva la conversione, sia quello dell’ente pubblico.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Lavoro pubblico: la Cassazione nega la conversione del contratto a termine

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale in materia di lavoro pubblico: l’abuso nella reiterazione di contratti a termine o di somministrazione non consente la conversione del rapporto in uno a tempo indeterminato, ma dà diritto unicamente al risarcimento del danno. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale che bilancia la tutela del lavoratore con il principio costituzionale dell’accesso al pubblico impiego tramite concorso.

I fatti del caso

La vicenda riguarda un’operatrice socio-sanitaria che aveva lavorato per anni presso un’azienda ospedaliera pubblica, inizialmente tramite cooperative appaltatrici e successivamente con contratti di somministrazione a termine, stipulati tramite un’agenzia per il lavoro e più volte prorogati.

Ritenendo illegittima la continua reiterazione di contratti precari per sopperire a esigenze stabili dell’ente, la lavoratrice si era rivolta al Tribunale chiedendo la costituzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato direttamente con l’azienda sanitaria e il conseguente risarcimento dei danni.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano riconosciuto l’illegittimità della condotta dell’ente, condannandolo a un risarcimento del danno (parametrato a 7 mensilità). Tuttavia, entrambe le corti avevano respinto la domanda di conversione del contratto, sottolineando come l’art. 36 del D.Lgs. 165/2001 impedisca la costituzione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato con le pubbliche amministrazioni in violazione delle norme che impongono il superamento di un concorso pubblico.

Lavoro pubblico e abuso di contratti a termine: la decisione della Corte di Cassazione

Contro la sentenza d’appello, sia la lavoratrice (ricorso principale) sia l’azienda sanitaria (ricorso incidentale) hanno proposto ricorso per Cassazione. La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato entrambi i ricorsi inammissibili, confermando di fatto la decisione dei giudici di merito.

Il ricorso principale della lavoratrice

La lavoratrice contestava il divieto di conversione del rapporto, sostenendo che tale regola finisse per fornire uno “scudo” alla pubblica amministrazione, permettendole di abusare di contratti precari senza subire la sanzione più efficace, ovvero la stabilizzazione. Lamentava inoltre una quantificazione del danno ingiusta e immotivata.

Il ricorso incidentale dell’ente sanitario

L’azienda sanitaria, dal canto suo, contestava la stessa dichiarazione di illegittimità della somministrazione e la condanna al risarcimento, oltre al riconoscimento del diritto della lavoratrice al medesimo trattamento retributivo dei dipendenti a tempo indeterminato.

Le motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto entrambi i ricorsi inammissibili per ragioni prevalentemente procedurali, ma nel farlo ha ribadito principi sostanziali di grande importanza.

Il motivo principale del rigetto del ricorso della lavoratrice risiede nella consolidata giurisprudenza, anche delle Sezioni Unite, secondo cui nel settore del lavoro pubblico la violazione di norme imperative sulla stipula di contratti a termine non può mai portare alla costituzione di un rapporto a tempo indeterminato. L’art. 97 della Costituzione impone l’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni mediante concorso. Questa regola, secondo la Corte, non può essere derogata, e la sola sanzione per l’amministrazione che abusa di contratti precari è il risarcimento del danno. Questo orientamento è stato peraltro ritenuto conforme al diritto dell’Unione Europea dalla Corte di Giustizia UE e ha superato il vaglio della Corte Costituzionale.

Inoltre, la Corte ha dichiarato i motivi di ricorso inammissibili perché generici, volti a ottenere un riesame dei fatti (non consentito in sede di legittimità) e per aver mescolato in modo confuso diverse censure, violando le regole tecniche del processo di cassazione.

Conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

L’ordinanza conferma un punto fermo per chi lavora nel settore pubblico con contratti precari. Le tutele contro l’abuso esistono, ma sono diverse da quelle previste nel settore privato.

1. Nessuna conversione automatica: A differenza del lavoro privato, nel lavoro pubblico non è possibile ottenere la “stabilizzazione” attraverso una sentenza del giudice. L’assunzione a tempo indeterminato può avvenire solo tramite il superamento di un concorso pubblico.

2. La tutela è risarcitoria: Il lavoratore che subisce un utilizzo illegittimo di contratti a termine ha diritto a ottenere un risarcimento del danno. La quantificazione di tale danno è decisa dal giudice sulla base delle circostanze del caso, all’interno di una forbice stabilita dalla legge.

3. Principio di parità di trattamento: Viene confermato il diritto del lavoratore a termine a ricevere lo stesso trattamento economico e normativo dei colleghi assunti a tempo indeterminato, a parità di mansioni svolte.

In caso di abuso di contratti a termine nel lavoro pubblico, un lavoratore può ottenere la conversione del rapporto in uno a tempo indeterminato?
No, la giurisprudenza consolidata, confermata da questa ordinanza, esclude la possibilità di conversione del contratto. L’accesso al pubblico impiego a tempo indeterminato è subordinato al superamento di un concorso pubblico, come previsto dalla Costituzione (art. 97).

Qual è la tutela prevista per un lavoratore del settore pubblico che subisce una reiterazione illegittima di contratti a termine?
La tutela è esclusivamente di tipo risarcitorio. Il lavoratore ha diritto a un’indennità per il danno subito a causa della condotta illegittima della pubblica amministrazione, ma non alla costituzione di un rapporto di lavoro stabile.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi in questo caso?
La Corte li ha dichiarati inammissibili principalmente per motivi procedurali. I ricorsi erano generici, non criticavano in modo specifico la ratio decidendi della sentenza d’appello, mescolavano diverse tipologie di censure e miravano a una rivalutazione dei fatti, attività che non è consentita nel giudizio di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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