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Lavoro nullo PA: niente preavviso e danno da chance

Un giornalista ha lavorato per anni per una Pubblica Amministrazione con un rapporto di lavoro poi dichiarato subordinato ma nullo. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1996/2024, ha stabilito che in caso di lavoro nullo con la pubblica amministrazione, al lavoratore non spetta né l’indennità sostitutiva del preavviso né il risarcimento per perdita di chance, poiché la tutela dell’art. 2126 c.c. copre solo le prestazioni già eseguite.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Lavoro Nullo Pubblica Amministrazione: la Cassazione fa chiarezza

L’ordinanza n. 1996/2024 della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale nel diritto del lavoro pubblico: le conseguenze di un rapporto di lavoro di fatto subordinato, ma giuridicamente nullo, con un ente pubblico. Quando un rapporto di lavoro nullo con la pubblica amministrazione cessa, quali sono i diritti del lavoratore? La Suprema Corte ha stabilito che la tutela si ferma alla retribuzione per il lavoro svolto, escludendo l’indennità di preavviso e il risarcimento per perdita di chance, a meno che quest’ultima non sia rigorosamente provata.

I Fatti di Causa

Un giornalista aveva collaborato per un lungo periodo con una Pubblica Amministrazione regionale. Al termine del rapporto, egli si è rivolto al Tribunale per ottenere il riconoscimento di vari diritti, tra cui l’indennità di preavviso e quella per ferie non godute.

Il Tribunale di primo grado aveva parzialmente accolto le sue richieste, riconoscendo le indennità ma qualificando il rapporto come autonomo. La Corte d’Appello, invece, ha riformato la decisione: pur riconoscendo la natura subordinata del rapporto, lo ha dichiarato nullo per contrasto con le norme imperative che regolano l’accesso al pubblico impiego. Di conseguenza, ha escluso il diritto del lavoratore all’indennità di mancato preavviso e ha rigettato anche la domanda di risarcimento per la perdita di altre opportunità lavorative (perdita di chance).

Il lavoratore ha quindi presentato ricorso in Cassazione, basandolo su tre motivi principali: l’errata valutazione delle prove sulla perdita di chance, la violazione delle norme sul danno da illegittima apposizione del termine e l’errata compensazione delle spese legali.

La Decisione della Cassazione sul Lavoro Nullo Pubblica Amministrazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili tutti i motivi del ricorso, confermando di fatto la sentenza della Corte d’Appello. La decisione si fonda su un’interpretazione rigorosa dell’articolo 2126 del codice civile, che regola gli effetti del lavoro prestato in esecuzione di un contratto nullo.

L’Inammissibilità dei Motivi di Ricorso

La Corte ha analizzato e respinto ogni singola doglianza del ricorrente:

1. Sulla perdita di chance: Il ricorrente sosteneva che la Corte d’Appello avesse erroneamente negato il risarcimento, non valutando elementi come l’esclusività del rapporto e l’età avanzata che gli avrebbero precluso altre opportunità. La Cassazione ha chiarito che il motivo era fondato su un presupposto errato: la Corte d’Appello non aveva accertato la perdita di chance, ma l’aveva esclusa per difetto di allegazione e di prova. Il ricorso in Cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio per riesaminare il merito delle prove.
2. Sul danno da violazione di norme imperative: Il giornalista lamentava la mancata applicazione dei principi sul risarcimento del danno in caso di abuso di contratti a termine nel settore pubblico. La Suprema Corte ha ritenuto il motivo inammissibile perché non si confrontava con la ratio decidendi della sentenza impugnata, la quale aveva già escluso che il caso rientrasse nella fattispecie dei contratti a termine reiterati abusivamente.
3. Sulla compensazione delle spese legali: La Cassazione ha ribadito che la compensazione delle spese è un potere discrezionale del giudice di merito. In questo caso, la Corte d’Appello aveva motivato la sua scelta sulla base della novità e complessità delle questioni giuridiche trattate, una giustificazione ritenuta pienamente valida.

Le Motivazioni

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’art. 2126 c.c. nel contesto del lavoro nullo con la pubblica amministrazione. La norma ha lo scopo di proteggere il lavoratore garantendogli la retribuzione per l’attività effettivamente prestata, secondo un principio di quid pro quo. Tuttavia, questa tutela non si estende ai diritti che presuppongono la validità e la continuità di un rapporto di lavoro, come l’indennità sostitutiva del preavviso. Quest’ultima, infatti, è legata alla cessazione di un contratto valido e non può applicarsi a un rapporto nullo fin dall’origine.

Analogamente, per quanto riguarda la perdita di chance, la Corte ha sottolineato che un tale danno non è in re ipsa (cioè implicito nella situazione), ma deve essere oggetto di specifiche allegazioni e di un adeguato supporto probatorio da parte di chi lo richiede. Il semplice fatto di aver lavorato in regime di esclusività non è sufficiente a dimostrare automaticamente di aver perso altre concrete opportunità lavorative.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione traccia una linea netta sui diritti derivanti da un rapporto di lavoro nullo con la Pubblica Amministrazione. I lavoratori possono legittimamente pretendere il pagamento per le prestazioni rese, ma non possono avanzare pretese, come l’indennità di preavviso, che sono intrinsecamente legate a un contratto di lavoro valido. La decisione ribadisce che il risarcimento per danni ulteriori, come la perdita di chance, richiede una prova rigorosa e specifica, ponendo un onere probatorio significativo a carico del lavoratore. Questa pronuncia consolida un orientamento giurisprudenziale che bilancia la tutela del lavoratore con le esigenze di legalità e rigore che governano l’azione della pubblica amministrazione.

In caso di lavoro nullo con la Pubblica Amministrazione, il lavoratore ha diritto all’indennità di preavviso?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la tutela dell’art. 2126 c.c. si limita a garantire la retribuzione per il lavoro effettivamente svolto. L’indennità di preavviso, essendo legata alla risoluzione di un contratto valido, non spetta quando il rapporto di lavoro è nullo.

È possibile ottenere un risarcimento per perdita di chance se un contratto di lavoro nullo con la PA ha impedito di cercare altre opportunità?
In teoria sì, ma è molto difficile. La Corte ha chiarito che il danno da perdita di chance non è automatico e deve essere dimostrato con allegazioni specifiche e prove concrete. Nel caso esaminato, la domanda è stata respinta proprio per la mancanza di un’adeguata prova del danno subito.

Cosa significa che un rapporto di lavoro con un ente pubblico è ‘nullo’?
Significa che il rapporto, pur avendo di fatto le caratteristiche di un lavoro subordinato, è legalmente invalido perché è stato instaurato senza rispettare le norme imperative previste per l’accesso al pubblico impiego, come ad esempio lo svolgimento di un concorso pubblico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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