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Lavoro festivo infrasettimanale: la decisione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un’azienda ospedaliera, confermando il diritto di alcuni infermieri a un compenso specifico per il lavoro festivo infrasettimanale. La decisione si fonda sull’impossibilità di rimettere in discussione un principio di diritto già stabilito dalla stessa Corte in una fase precedente dello stesso processo, che sancisce la cumulabilità tra l’indennità di turno e la retribuzione per la festività lavorata.

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Lavoro Festivo Infrasettimanale: Diritto al Compenso Aggiuntivo Confermato

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha messo un punto fermo su una questione di grande rilevanza per i lavoratori turnisti, in particolare nel settore sanitario. La Suprema Corte ha confermato il diritto a un compenso specifico per il lavoro festivo infrasettimanale, stabilendo che questo è cumulabile con l’indennità di turno. La decisione sottolinea anche un importante principio processuale: una volta che la Cassazione ha stabilito un principio di diritto, questo non può essere ridiscusso nello stesso giudizio.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dal ricorso di alcuni infermieri dipendenti di un’azienda ospedaliera. I lavoratori, impiegati su turni che coprivano l’intera settimana, lamentavano di non aver ricevuto né un riposo compensativo né un compenso per lavoro straordinario per le prestazioni effettuate durante le festività infrasettimanali (come il 25 aprile o il 1° maggio). L’azienda ospedaliera, dal canto suo, riteneva che tali prestazioni fossero già ricomprese nella normale turnazione e coperte dall’indennità specifica.

L’Iter Giudiziario e il Principio Vincolante

Il percorso legale è stato lungo e complesso:
1. Primo Grado: Il Tribunale del Lavoro ha dato ragione agli infermieri, riconoscendo il loro diritto alle differenze retributive.
2. Appello: La Corte d’Appello ha ribaltato la decisione, accogliendo le tesi dell’azienda ospedaliera.
3. Primo Ricorso in Cassazione: I lavoratori si sono rivolti alla Suprema Corte, che ha cassato la sentenza d’appello. In questa sede, la Corte ha enunciato un principio di diritto fondamentale: l’indennità per il lavoro a turni (prevista dall’art. 44 del CCNL Sanità 1995) serve a compensare la maggiore gravosità del lavoro in sé, ma non assorbe il diritto a un compenso specifico per il lavoro prestato in un giorno festivo. Quest’ultimo, secondo l’art. 9 del CCNL 2001, deve essere compensato con un riposo aggiuntivo o, in alternativa, con una retribuzione per lavoro straordinario festivo.
4. Giudizio di Rinvio: La causa è tornata alla Corte d’Appello che, attenendosi al principio stabilito dalla Cassazione, ha confermato la sentenza di primo grado favorevole ai lavoratori.

La Decisione Finale della Cassazione sul lavoro festivo infrasettimanale

Nonostante la chiarezza del principio enunciato, l’azienda ospedaliera ha presentato un nuovo ricorso in Cassazione. La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato questo secondo ricorso inammissibile. La decisione non è entrata nuovamente nel merito della questione del compenso, ma si è concentrata su un aspetto procedurale cruciale.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che il ricorso dell’azienda era inammissibile perché mirava a contestare il principio di diritto già affermato dalla stessa Cassazione nella sua precedente pronuncia. L’articolo 384 del codice di procedura civile stabilisce che il giudice del rinvio deve uniformarsi al principio di diritto enunciato dalla Suprema Corte. Questo principio diventa vincolante per le parti e per il giudice, creando un “giudicato interno” sulla specifica questione legale risolta.

In altre parole, l’azienda ospedaliera ha cercato di riaprire una discussione su un punto che era già stato deciso in modo definitivo all’interno di quel processo. La Corte ha ribadito che, una volta che un principio è stato fissato, non può essere modificato o ignorato nelle fasi successive dello stesso giudizio, salvo rarissime eccezioni (come una modifica della legge o una dichiarazione di incostituzionalità) che qui non ricorrevano. Il tentativo di rimettere in discussione tale principio ha reso il ricorso privo dei presupposti per essere esaminato.

Conclusioni

Questa ordinanza ha due importanti implicazioni pratiche:

1. Sul piano sostanziale: Viene definitivamente confermato che i lavoratori del comparto sanità (e per estensione, altri lavoratori in condizioni analoghe) che lavorano su turni durante una festività infrasettimanale hanno diritto a un doppio beneficio: l’indennità di turno, che compensa il disagio del lavoro a turni in generale, e il trattamento specifico per la festività lavorata (riposo compensativo o maggiorazione per straordinario festivo). I due compensi hanno finalità diverse e sono, quindi, cumulabili.

2. Sul piano processuale: La decisione riafferma la forza vincolante del principio di diritto enunciato dalla Cassazione nel giudizio di rinvio. Le parti non possono utilizzare un secondo ricorso per cassazione per tentare di ottenere un riesame di questioni giuridiche già risolte, consolidando così la certezza e la stabilità delle decisioni giudiziarie.

Il lavoro svolto in un giorno festivo infrasettimanale deve essere compensato anche se il lavoratore è un turnista che percepisce già un’indennità di turno?
Sì, la Corte ha stabilito un principio secondo cui l’indennità per il lavoro a turni è cumulabile con il diritto al riposo compensativo o, in alternativa, al compenso per lavoro straordinario per la prestazione resa in una festività infrasettimanale, poiché i due emolumenti compensano disagi differenti.

È possibile contestare nuovamente un principio di diritto stabilito dalla Corte di Cassazione nello stesso processo?
No, il ricorso è stato dichiarato inammissibile proprio perché la parte ricorrente ha tentato di contestare un principio di diritto che la stessa Corte aveva già enunciato in una precedente fase del medesimo giudizio, rendendolo vincolante per il giudice del rinvio e per le parti.

Cosa significa che un ricorso in Cassazione è “inammissibile”?
Significa che la Corte non può esaminare il merito della questione perché il ricorso non rispetta i requisiti previsti dalla legge. In questo caso, l’inammissibilità deriva dal fatto che si contestava un punto già deciso e vincolante (il cosiddetto “giudicato interno”).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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