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Lavoro carcerario: quando scatta la prescrizione

La Corte di Cassazione ha stabilito che per il lavoro carcerario, il rapporto deve considerarsi unitario. Di conseguenza, la prescrizione quinquennale per i crediti retributivi non decorre dalla fine di ogni singola prestazione, ma dalla cessazione definitiva dell’intero rapporto lavorativo. Nel caso di specie, una ex detenuta aveva richiesto l’adeguamento della sua retribuzione per il lavoro svolto tra il 2012 e il 2017. La Corte d’Appello aveva parzialmente accolto la domanda, dichiarando prescritti i crediti più datati. La Cassazione ha annullato tale decisione, affermando che l’azione legale, intrapresa entro cinque anni dalla fine del rapporto nel 2017, era tempestiva per tutti i crediti maturati.

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Lavoro Carcerario: la Prescrizione Inizia solo alla Fine del Rapporto

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale per i diritti dei lavoratori detenuti: il calcolo della prescrizione per i crediti retributivi derivanti dal lavoro carcerario. La Suprema Corte ha chiarito che il rapporto di lavoro svolto durante la detenzione, anche se in diverse strutture, va considerato come un unicum, e il termine di prescrizione di cinque anni inizia a decorrere solo dalla sua cessazione definitiva.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda una ex detenuta che aveva prestato attività lavorativa in vari istituti penitenziari tra settembre 2012 e giugno 2017. La lavoratrice lamentava di aver percepito una retribuzione inferiore a quella dovuta per legge, in quanto calcolata su parametri economici fermi al 1993 e non adeguata, come previsto dalla normativa sull’ordinamento penitenziario (L. 354/1975), ai due terzi del trattamento stabilito dai contratti collettivi. La lavoratrice aveva quindi citato in giudizio il Ministero della Giustizia per ottenere il pagamento delle differenze retributive.

La Corte d’Appello di Roma, pur riconoscendo il diritto della lavoratrice, aveva parzialmente respinto la domanda applicando la prescrizione quinquennale. I giudici di secondo grado avevano considerato prescritti tutti i crediti maturati più di cinque anni prima della notifica del ricorso al Ministero, avvenuta il 14 marzo 2022. Secondo questa interpretazione, ogni periodo lavorativo costituiva un rapporto a sé, facendo decorrere la prescrizione dalla cessazione di ciascuno.

La Decisione sul Lavoro Carcerario e la Prescrizione

La lavoratrice ha impugnato la sentenza d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo che il rapporto di lavoro carcerario dovesse essere considerato unitario e continuativo. La Suprema Corte ha accolto pienamente questa tesi.

Gli Ermellini hanno cassato la sentenza impugnata, rinviando la causa alla Corte d’Appello di Roma in diversa composizione. Il principio di diritto affermato è che, ai fini della prescrizione, la prestazione di lavoro del detenuto è riconducibile a un rapporto di per sé unitario. Pertanto, il dies a quo, ovvero il giorno da cui far partire il calcolo dei cinque anni, è la data di cessazione dell’intero rapporto nel suo complesso.

Le motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione su principi già consolidati nella propria giurisprudenza. La motivazione principale risiede nella natura stessa del rapporto di lavoro carcerario. Non rilevano, ai fini della sua unitarietà, le diverse mansioni svolte, i cambi di istituto penitenziario o gli eventuali intervalli non lavorati. Ciò che conta è la continuità del vincolo lavorativo nel contesto della detenzione.

Di conseguenza, l’eccezione di prescrizione sollevata dal Ministero è stata ritenuta infondata. Poiché il rapporto di lavoro era cessato nel giugno 2017 e l’atto interruttivo della prescrizione era stato notificato nel marzo 2022, l’azione legale rientrava pienamente nel quinquennio previsto dalla legge. La decisione della Corte d’Appello, che aveva frammentato il rapporto e dichiarato estinti i crediti più risalenti, è stata quindi giudicata errata.

Le conclusioni

Questa ordinanza rafforza la tutela dei diritti economici dei detenuti lavoratori. Stabilendo l’unitarietà del rapporto di lavoro carcerario ai fini della prescrizione, la Cassazione garantisce che i lavoratori possano rivendicare integralmente i propri crediti retributivi, senza il rischio di perderne una parte a causa di un’interpretazione restrittiva dei termini di legge. La decisione impone una visione complessiva del lavoro svolto durante la pena, riconoscendone la continuità e proteggendo il diritto a una giusta retribuzione fino a cinque anni dopo la sua definitiva conclusione.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per i crediti da lavoro carcerario?
La prescrizione quinquennale per i crediti retributivi derivanti dal lavoro carcerario inizia a decorrere dalla data di cessazione definitiva dell’intero rapporto di lavoro, non dalla fine di ogni singola prestazione o periodo lavorativo.

Il rapporto di lavoro svolto in diversi istituti penitenziari è considerato unico?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, la prestazione di lavoro carcerario è riconducibile a un rapporto di per sé unitario. Le diverse mansioni svolte, i cambi di struttura carceraria o gli intervalli non lavorati non ne interrompono l’unitarietà ai fini del calcolo della prescrizione.

Cosa ha stabilito la Corte di Cassazione riguardo all’eccezione di prescrizione in questo caso?
La Corte ha stabilito che l’eccezione di prescrizione era infondata. Poiché il rapporto di lavoro si è concluso nel giugno 2017 e l’azione legale è stata intrapresa nel marzo 2022 (quindi entro il quinquennio), tutti i crediti maturati durante l’intero periodo lavorativo, a partire dal 2012, erano esigibili.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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