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Lastrico Solare Condominiale: La Nuova Proprietà

La Cassazione chiarisce: se la proprietà di un edificio torna a un unico soggetto, il condominio si estingue. Con la successiva vendita di unità, il lastrico solare condominiale, senza una nuova riserva di proprietà, diventa bene comune. Annullata la parte sulle spese legali.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Lastrico Solare Condominiale: Quando una Vecchia Riserva di Proprietà Perde Efficacia

La questione della proprietà del lastrico solare condominiale è una fonte frequente di contenzioso. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto un chiarimento fondamentale su un caso particolare: cosa accade quando un intero edificio, inizialmente frazionato, torna nelle mani di un unico proprietario per poi essere nuovamente venduto a più soggetti? La riserva di proprietà originaria sul lastrico solare sopravvive a queste vicende? Vediamo nel dettaglio l’analisi del caso.

I Fatti di Causa

La vicenda nasce dalla vendita di un lastrico solare a un acquirente da parte degli eredi degli originari costruttori di un palazzo. Altri condomini, proprietari di appartamenti nello stesso stabile, si opponevano a tale vendita, sostenendo che il lastrico fosse un bene comune e non potesse essere venduto come proprietà esclusiva.

La storia dell’immobile era complessa:
1. 1971: I proprietari originari, vendendo le prime unità immobiliari, avevano creato un condominio ma si erano esplicitamente riservati la proprietà esclusiva del lastrico solare.
2. 1978: Attraverso una serie di atti di compravendita e donazione, l’intera proprietà dell’edificio era tornata a concentrarsi nelle mani dei proprietari originari. Di fatto, il condominio si era estinto.
3. 1982: Gli stessi proprietari avevano nuovamente venduto alcune unità immobiliari ai propri figli, dando vita a un nuovo condominio. In questi nuovi atti, tuttavia, non era stata inserita alcuna clausola di riserva della proprietà del lastrico solare.

Il Tribunale di primo grado aveva dato ragione all’acquirente del lastrico, ritenendo valida la riserva di proprietà del 1971. La Corte d’Appello, invece, aveva ribaltato la decisione, affermando che con l’estinzione del primo condominio nel 1978, la riserva era venuta meno. La creazione del nuovo condominio nel 1982, in assenza di una nuova ed esplicita riserva, aveva reso il lastrico solare un bene comune ai sensi dell’art. 1117 c.c.

La Questione del Lastrico Solare Condominiale di fronte alla Cassazione

La parte acquirente ha presentato ricorso in Cassazione basato su due motivi principali:
1. Violazione di legge sulla proprietà: Si sosteneva che la Corte d’Appello avesse errato nel ritenere il lastrico solare condominiale bene comune, ignorando la riserva di proprietà iniziale del 1971.
2. Errata liquidazione delle spese legali: La Corte d’Appello aveva liquidato le spese legali sulla base di un “valore indeterminabile medio”, nonostante il valore del lastrico, come risultante dall’atto di vendita, fosse di soli 3.000 euro.

La Natura del Lastrico Solare Condominiale e l’Estinzione del Condominio

La Corte di Cassazione ha rigettato il primo motivo di ricorso, confermando pienamente il ragionamento della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno stabilito un principio di diritto cruciale: il condominio esiste solo quando vi è una pluralità di proprietari. Se tutte le unità immobiliari di un edificio vengono a concentrarsi in capo a un unico soggetto, il condominio si estingue.

Di conseguenza, quando successivamente lo stesso unico proprietario vende nuovamente una o più unità, si costituisce un nuovo condominio. A questo punto, per determinare quali siano le parti comuni, si applica la presunzione legale dell’art. 1117 c.c. Qualsiasi riserva di proprietà precedente, legata al condominio ormai estinto, non ha più alcuna efficacia. Per escludere un bene come il lastrico solare dalla comunione, è necessario un nuovo e specifico titolo contrario nel primo atto di vendita che ha dato vita al nuovo condominio.

La Liquidazione delle Spese di Giudizio

Sul secondo motivo di ricorso, la Cassazione ha dato ragione alla ricorrente. La Corte ha chiarito che, nelle cause di accertamento della proprietà di un immobile, il giudice non può ricorrere al criterio residuale del “valore indeterminabile” se dagli atti emergono elementi sufficienti per una stima. Nel caso di specie, l’atto di vendita riportava un valore di 3.000 euro, un dato che la Corte d’Appello avrebbe dovuto considerare come riferimento per la liquidazione delle spese, o quantomeno motivare la sua impossibilità di utilizzo. La liquidazione basata su un valore indeterminato, risultata sproporzionata, è stata quindi ritenuta illegittima.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sulla natura stessa dell’istituto condominiale, che presuppone la coesistenza di proprietà individuali e comuni. Quando questa dualità viene meno per la concentrazione della proprietà in un’unica persona, l’istituto stesso cessa di esistere. La successiva creazione di un nuovo condominio è un evento giuridicamente distinto, regolato ex novo dalla legge, in primis dalla presunzione di comunione dell’art. 1117 c.c., salvo diverso titolo. Per quanto riguarda le spese, la Corte ha ribadito il principio di gerarchia dei criteri di determinazione del valore della causa, secondo cui il criterio del valore indeterminabile è applicabile solo in via sussidiaria e residuale.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza d’appello limitatamente alla parte relativa alla liquidazione delle spese legali, rinviando la causa a un’altra sezione della Corte d’Appello per una nuova determinazione. Ha invece confermato il principio secondo cui la riserva di proprietà sul lastrico solare condominiale, contenuta nell’atto costitutivo del condominio originario, non sopravvive all’estinzione dello stesso per concentrazione di tutte le proprietà in un unico soggetto. La successiva rinascita del condominio richiede una nuova esplicita riserva per sottrarre il bene alla presunzione di comunione.

Cosa succede alla proprietà del lastrico solare se l’intero edificio torna a essere di un unico proprietario e poi viene nuovamente frazionato?
Se l’intero edificio diventa di un unico proprietario, il condominio si estingue. Se successivamente vengono vendute di nuovo delle unità, si crea un nuovo condominio. In questo nuovo condominio, il lastrico solare si presume bene comune a tutti i condomini, a meno che nel primo atto di vendita del nuovo frazionamento non sia inserita una nuova ed esplicita riserva di proprietà.

Una vecchia riserva di proprietà sul lastrico solare rimane valida se si crea un nuovo condominio?
No. Secondo la sentenza, la riserva di proprietà contenuta nell’atto costitutivo del condominio originario perde efficacia quando il condominio si estingue. Non viene trasferita automaticamente al nuovo condominio sorto in seguito.

Come si calcola il valore di una causa per determinare le spese legali se l’oggetto è un bene immobile come il lastrico solare?
Il giudice deve prima tentare di determinare il valore basandosi su elementi presenti negli atti di causa, come la rendita catastale o il valore dichiarato in un contratto di vendita. Solo se è impossibile stimare il valore tramite questi elementi, la causa può essere considerata di “valore indeterminabile”.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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