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Ius postulandi funzionario: limiti e conseguenze

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 30773/2025, ha stabilito che la norma che consente a un funzionario della Pubblica Amministrazione di rappresentarla in giudizio (ius postulandi) non si applica alle controversie relative al lavoro carcerario. Di conseguenza, l’eccezione di prescrizione sollevata dal funzionario del Ministero della Giustizia in primo grado è stata dichiarata invalida, in quanto proposta da un soggetto privo dei necessari poteri rappresentativi. La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 27 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Ius postulandi funzionario: quando la PA non può difendersi da sola

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un’importante questione procedurale con significative conseguenze sostanziali: i limiti dello ius postulandi funzionario nelle controversie di lavoro. La decisione chiarisce che la norma speciale che permette a un dipendente pubblico di stare in giudizio per l’amministrazione non si estende a tutte le materie, con particolare riferimento al lavoro carcerario. Questo principio ha portato all’annullamento di una decisione di merito che si basava su un’eccezione di prescrizione sollevata da un soggetto non legittimato.

I Fatti di Causa

Una lavoratrice, durante il suo periodo di detenzione, aveva svolto attività lavorativa tra il 2010 e il 2016. Successivamente, ha intentato una causa contro il Ministero della Giustizia per ottenere l’adeguamento della retribuzione (mercede) percepita. Il Tribunale di primo grado aveva accolto la sua domanda, rigettando l’eccezione di prescrizione sollevata dal Ministero.

In appello, la situazione si è ribaltata. La Corte d’Appello ha riformato la sentenza, accogliendo l’eccezione di prescrizione. Il Ministero, nel primo grado di giudizio, si era costituito tramite un proprio funzionario, come consentito dall’articolo 417-bis del codice di procedura civile in specifiche controversie di lavoro pubblico. La lavoratrice ha quindi presentato ricorso in Cassazione, contestando, tra i vari motivi, proprio la legittimità della costituzione del Ministero e, di conseguenza, la validità dell’eccezione sollevata.

Limiti allo Ius Postulandi del Funzionario Pubblico

Il cuore della controversia ruota attorno all’interpretazione dell’art. 417-bis c.p.c. Questa norma consente alle pubbliche amministrazioni di stare in giudizio personalmente o tramite un proprio funzionario nelle controversie relative ai rapporti di lavoro dei propri dipendenti. Il ricorrente sosteneva che questa disposizione fosse di stretta interpretazione e non applicabile al caso del lavoro carcerario, che non costituisce un rapporto di pubblico impiego in senso stretto.

La Corte di Cassazione ha accolto questa tesi. Ha stabilito che l’art. 417-bis c.p.c. è una norma derogatoria rispetto al principio generale che impone la difesa tecnica di un avvocato. In quanto tale, non può essere applicata per analogia a situazioni non espressamente previste. Il lavoro carcerario, pur essendo un rapporto di lavoro, ha una natura particolare e non rientra nella categoria dei “rapporti di lavoro dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni” a cui la norma fa specifico riferimento.

Le Motivazioni

La Corte ha chiarito che la partecipazione al giudizio di un funzionario privo di ius postulandi non costituisce una mera irregolarità sanabile. Si tratta, invece, di un vizio radicale che determina l’inesistenza della difesa tecnica. Questo fenomeno è diverso dall’ipotesi di un avvocato che agisce senza procura o con procura nulla, casi in cui il giudice può assegnare un termine per la sanatoria ai sensi dell’art. 182 c.p.c.

Nel caso di specie, la costituzione in giudizio tramite un funzionario non abilitato è una fattispecie non prevista dalla legge, che impedisce sin dall’origine la produzione di qualsiasi effetto giuridico. Di conseguenza, tutti gli atti compiuti da tale funzionario, inclusa l’eccezione di prescrizione, devono considerarsi invalidi e inefficaci. L’accoglimento del primo motivo di ricorso, centrato proprio su questo difetto di rappresentanza, ha assorbito tutte le altre censure relative al merito della prescrizione.

Conclusioni

La Cassazione ha cassato la sentenza d’appello e rinviato la causa ad un’altra sezione della Corte d’Appello per una nuova decisione. La Corte territoriale dovrà riesaminare il caso senza tener conto dell’eccezione di prescrizione, poiché sollevata in modo irrituale. Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: le norme procedurali che derogano a principi generali, come quello della difesa tecnica obbligatoria, devono essere interpretate restrittivamente. L’estensione dello ius postulandi funzionario a casi non esplicitamente contemplati dalla legge non è ammissibile, a tutela del corretto svolgimento del processo e del diritto di difesa.

Un funzionario pubblico può sempre rappresentare la propria Amministrazione in una causa di lavoro?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la possibilità per un funzionario di rappresentare la P.A. in giudizio (ius postulandi) è limitata alle specifiche controversie sui rapporti di lavoro dei dipendenti pubblici, come previsto dall’art. 417-bis c.p.c. Non si applica, ad esempio, alle controversie sul lavoro carcerario.

Cosa succede se un’eccezione di prescrizione viene sollevata da un soggetto senza ius postulandi?
L’eccezione è considerata invalida e giuridicamente inefficace. La costituzione in giudizio da parte di un soggetto non legittimato a rappresentare la parte è un vizio radicale che non può essere sanato, rendendo nulli tutti gli atti processuali da esso compiuti.

Il lavoro svolto in carcere è equiparato a un rapporto di pubblico impiego ai fini della rappresentanza in giudizio?
No. La Corte ha stabilito che il rapporto di lavoro carcerario ha una natura peculiare e non rientra nella nozione di “rapporto di lavoro dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni”. Pertanto, le norme derogatorie previste per queste ultime controversie, come la rappresentanza da parte di un funzionario, non sono applicabili.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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