La Corte ha stabilito che l’impugnazione non presentava profili di evidente erroneità e che non sussistevano i presupposti per la concessione dell’inibitoria, in particolare il periculum in mora, non essendo emerso un concreto rischio di grave e irreparabile pregiudizio.
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LA CORTE D’APPELLO DI ROMA SECONDA
SEZIONE CIVILE R.G. 1799-1/2025 Così composta:
NOME COGNOME Presidente NOME COGNOME Consigliere Relatore NOME COGNOME Consigliere Ha emesso la seguente
ORDINANZA N._R.G._00001799-1_2025 DEPOSITO_MINUTA_09_06_2025_ PUBBLICAZIONE_09_06_2025
Nel procedimento R.G. 1799-1/2025 TRA
OGGETTO : istanza ex artt. 283 e 351 c.p.c. riguardo a sentenza 466/2025 del Tribunale di Roma resa nel procedimento r.g. 32266/2019 – contratti bancari- derivati –
Letti gli atti, rilevato che l’appello è soggetto ratione temporis alla disciplina di cui agli artt. 283 c.p.c. e 351 c.p.c. come modificati dal d.lgs 149/2022 e dalla legge 197/2022; ritenuto quanto segue riguardo al fumus boni iuris, che la norma collega alla manifesta fondatezza dell’impugnazione:
la sentenza è articolatamente motivata sia riguardo all’inquadramento della fattispecie sia riguardo alle valutazioni di caso concreto e non presenta profili di evidente erroneità, salva compiuta valutazione da demandare necessariamente al merito;
ritenuto quanto segue riguardo al periculum in mora, che la norma così disciplina :
“se di insolvenza di una delle parti”:
l’appellata è una società che presenta un bilancio attivo, non risulta mai essere stata segnalata in centrale rischi e i profili di indebitamento bancario attuale non appaiono, sempre sulla base di una valutazione sommaria, indicativi di uno stato di sofferenza anche alla luce dei bilanci depositati per l’anno 2023 e 2024;
Respinge l’istanza di inibitoria.
Roma, camera di consiglio del ventisei maggio 2025 IL PRESIDENTE NOME COGNOME SI COMUNICHI
La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
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