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Istanza di sospensione dell’esecuzione

La Corte d’Appello ha rigettato l’istanza di sospensione dell’esecuzione di una sentenza di primo grado, ritenendo l’impugnazione non manifestamente fondata e non sussistendo il periculum in mora, in quanto l’importo della condanna è tale da poter essere oggetto di restituzione in caso di esito favorevole dell’appello.

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Pubblicato il 15 giugno 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

CORTE D’APPELLO DI ROMA SESTA SEZIONE CIVILE

Causa r.g. n. 1102-1/2025

ORDINANZA CORTE_DI_APPELLO_DI_ROMA -_N._R.G._00001102-1_2025 DEPOSITO_MINUTA_09_06_2025_ PUBBLICAZIONE_09_06_2025

La Corte, così composta A scioglimento della riserva del 29.4.2025, premesso che con la sentenza impugnata il Tribunale di Roma ha disposto quanto segue:

– condanna le parti convenute e la società chiamata, in solido, a pagare alla parte attrice la soma di 6.219,44;

-rigetta la domanda di risarcimento del danno a mobili, è quella per la insalubrità dell’ immobile;

– Dichiara compensate le spese di lite per un terzo e condanna i convenuti e la parte chiamata al pagamento del residuo per la somma di 2500 oltre i.v.a., c.p.a. e 15 % per spese generali, da distrarsi in favore del procuratore dichiaratosi antistatario.

rilevato che gli appellanti con l’impugnazione hanno chiesto la sospensione dell’efficacia esecutiva della sentenza impugnata, senza cauzione, ritenendo sussistenti gravi e fondati motivi, riportandosi, per quanto riguarda il fumus, alle argomentazioni svolte nei motivi di appello e, per quanto riguarda il periculum, “considerato che l’appellata signora ha già provveduto a notificare agli appellanti atto di precetto preannunciando un’azione esecutiva in danno ai medesimi”;

rilevato che la parte appellata costituita si è opposta all’accoglimento dell’istanza di sospensione;

rilevato che l’atto d’appello è stato notificato successivamente al 28-02-2023, con la conseguenza che trova applicazione l’art. 283 c.p.c. nella nuova formulazione introdotta dall’art. 3, comma 22, del d.lgs. 10-10-2022, n. 149, applicabile a tutte le impugnazioni proposte successivamente alla suddetta data, ai sensi dell’art. 35, commi 1 e 4, del d.lgs. n. 149 citato;

dott.ssa NOME COGNOME Presidente dott. NOME COGNOME Consigliere dott.ssa NOME COGNOME Relatore ’esecuzione della sentenza può derivare un pregiudizio grave e irreparabile, pur quando la condanna ha ad oggetto il pagamento di una somma di denaro, anche in relazione alla possibilità di insolvenza di una delle parti»;

rilevato che l’accoglimento della relativa istanza presuppone, pertanto, che ricorrano alternativamente il fumus boni iuris (da valutare sotto il profilo della manifesta fondatezza dell’impugnazione) o il periculum in mora (da valutare in base al danno grave e irreparabile che potrebbe derivare dall’esecuzione;

considerato che, in relazione al fumus, l’impugnazione non pare manifestamente fondata (ferma ogni diversa valutazione in sede di decisione) essendo la sentenza adeguatamente motivata in fatto ed in diritto;

considerato, quanto al periculum, che l’esecuzione della statuizione di condanna contenuta nella sentenza impugnata -che di per sé non può assurgere a fondamento del predetto requisito trattandosi di effetto ex lege– ha ad oggetto il pagamento della somma di euro 8700 circa, posto oltretutto a carico solidale degli appellanti e di importo, questo, che ben potrà essere oggetto di restituzione in caso di esito favorevole dell’impugnazione, non essendovi motivo, allo stato, per dubitare della solvibilità della parte vittoriosa; rilevato, inoltre, che non risulta allegato né provato che l’entità dell’importo di cui alla condanna posta in via solidale risulta essere tale da far ritenere che in caso di esecuzione della sentenza, gli appellanti si vedrebbero privati della liquidità necessaria per provvedere al proprio sostentamento;

ritenuto pertanto che l’istanza avanzata ai sensi dell’art. 283 c.p.c. è infondata e deve essere respinta;

La Corte rigetta l’istanza di sospensione proposta da parte appellante.

Si comunichi.

Roma, 31/5/2025.

Il Presidente NOME COGNOME

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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