LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Istanza di decisione: ricorso improcedibile in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso in parte estinto e in parte improcedibile per vizi procedurali. L’estinzione è derivata da una Istanza di decisione presentata da un solo ricorrente senza una nuova procura speciale dagli altri. L’improcedibilità, invece, è stata causata dal deposito del ricorso oltre il termine perentorio di venti giorni dalla notifica.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 10 dicembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Istanza di decisione: la Cassazione chiarisce i requisiti di procedibilità

Nel complesso mondo della procedura civile, il rispetto rigoroso delle forme e dei termini è un pilastro fondamentale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come anche un singolo errore procedurale, come una Istanza di decisione non correttamente formulata, possa avere conseguenze drastiche sull’esito di un ricorso. Questo caso evidenzia l’importanza cruciale non solo di rispettare le scadenze, ma anche di assicurarsi che ogni atto processuale sia supportato dai necessari poteri rappresentativi.

I Fatti del Caso: un’opposizione all’esecuzione e il ricorso in Cassazione

La vicenda trae origine da un’opposizione a un atto di precetto di rilascio immobiliare. Dopo una decisione sfavorevole sia in primo grado che in appello, un gruppo di quattro persone, tra cui il loro avvocato difensore che agiva anche in proprio, ha presentato ricorso per cassazione.

Durante il procedimento, a seguito di una proposta di definizione accelerata del ricorso, è stata presentata una Istanza di decisione per richiedere una trattazione nel merito. Tuttavia, questo atto è stato formalmente depositato solo dall’avvocato ricorrente in proprio, senza che fosse allegata una nuova e specifica procura speciale da parte degli altri tre ricorrenti, come invece richiesto dalla legge per questo tipo di atto.

La Decisione della Corte: Estinzione Parziale e Improcedibilità Totale

La Corte di Cassazione ha adottato una decisione netta e divisa in due parti:

1. Estinzione del giudizio per i tre ricorrenti che non avevano personalmente sottoscritto né conferito una nuova procura speciale per l’istanza. La Corte ha ritenuto che, in assenza di tale adempimento, la loro volontà di proseguire il giudizio non fosse stata validamente espressa.
2. Improcedibilità del ricorso per l’avvocato che aveva agito in proprio. Questo perché, al di là del vizio sull’istanza, il ricorso originario era stato depositato oltre il termine perentorio di venti giorni dalla data dell’ultima notifica.

Di conseguenza, l’intero ricorso è stato respinto per motivi puramente procedurali, senza che la Corte entrasse nel merito delle questioni sollevate.

Le motivazioni: l’importanza della procura speciale e il rispetto dei termini

Le motivazioni della Corte si fondano su due pilastri procedurali inscalfibili.

L’istanza di decisione e il difetto di procura speciale

La Corte ha sottolineato che l’istanza di decisione, ai sensi dell’art. 380-bis c.p.c., richiede una procura speciale e nuova, diversa da quella conferita per il ricorso principale. Questo perché manifesta una volontà specifica della parte di non accettare la proposta di definizione rapida. Nel caso di specie, l’istanza era stata presentata dal solo avvocato-ricorrente. La dicitura generica “+ALTRI (difesi)” non era sufficiente a dimostrare che anche gli altri ricorrenti avessero manifestato tale volontà.

La mancanza di una procura ad hoc ha quindi reso l’istanza inefficace per gli altri ricorrenti, portando la Corte a dichiarare l’estinzione del giudizio nei loro confronti, separando la loro posizione da quella dell’avvocato.

L’improcedibilità del ricorso per tardivo deposito

Per quanto riguarda la posizione del ricorrente che aveva validamente presentato l’istanza (l’avvocato), la Corte ha rilevato un vizio ancora più radicale e assorbente: il tardivo deposito del ricorso. La legge (art. 369 c.p.c.) stabilisce un termine perentorio di venti giorni dalla notifica per depositare il ricorso in cancelleria. Nel caso esaminato, questo termine era scaduto il 6 febbraio 2023, mentre il deposito era avvenuto solo il 7 febbraio 2023. Questo ritardo, anche di un solo giorno, ha determinato l’improcedibilità del ricorso, impedendo qualsiasi esame nel merito.

Le conclusioni: Lezioni Pratiche per Avvocati e Cittadini

Questa ordinanza è un monito severo sull’importanza del rigore procedurale nel giudizio di Cassazione. Le lezioni che se ne possono trarre sono due:

1. Ogni atto ha le sue regole: atti specifici come l’Istanza di decisione richiedono adempimenti specifici, come una nuova procura speciale. Non si può dare per scontato che la procura iniziale copra ogni evenienza del processo.
2. I termini sono perentori: il rispetto delle scadenze processuali è assoluto. Un ritardo, anche minimo, nel deposito degli atti può vanificare mesi o anni di lavoro e precludere definitivamente la possibilità di ottenere giustizia.

Per le parti coinvolte, significa affidarsi a professionisti attenti e scrupolosi. Per gli avvocati, è un richiamo costante alla massima diligenza nella gestione di ogni singolo adempimento processuale.

Perché il giudizio è stato dichiarato estinto per alcuni ricorrenti e non per tutti?
Il giudizio è stato dichiarato estinto per i tre ricorrenti che non hanno validamente presentato l’istanza di decisione. Tale istanza, infatti, richiede una nuova procura speciale che essi non avevano conferito al loro avvocato, il quale ha quindi potuto presentarla validamente solo per sé stesso.

Qual è stato il motivo principale per cui il ricorso è stato dichiarato improcedibile?
Il motivo principale, che ha assorbito ogni altra questione, è stato il tardivo deposito del ricorso. L’atto è stato depositato nella cancelleria della Corte di Cassazione oltre il termine perentorio di venti giorni dalla notifica, rendendolo irricevibile.

Cosa richiede la legge per presentare un’istanza di decisione dopo una proposta di definizione accelerata in Cassazione?
La legge richiede che l’istanza di decisione sia sottoscritta personalmente dalla parte o dal suo difensore munito di una nuova e specifica procura speciale, rilasciata dopo la comunicazione della proposta di definizione accelerata. La procura generale conferita per il ricorso non è sufficiente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati