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Istanza di assegnazione: termine perentorio, Cassazione

Una creditrice presenta in ritardo l’istanza di assegnazione di un immobile pignorato. La Corte di Cassazione, cambiando il proprio precedente orientamento, stabilisce che il termine di dieci giorni prima della vendita è perentorio e non più ordinatorio. La decisione, basata sulle riforme del processo esecutivo, mira a garantire la celerità e la certezza delle procedure, proteggendo l’affidamento dei terzi offerenti. La tardività della richiesta comporta la decadenza dal diritto.

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Istanza di Assegnazione: la Cassazione Stabilisce la Perentorietà del Termine

Con una recente e significativa sentenza, la Corte di Cassazione ha affrontato la questione della natura del termine per la presentazione dell’istanza di assegnazione in una procedura esecutiva immobiliare. Ribaltando un precedente orientamento, la Corte ha stabilito che il termine di dieci giorni prima della vendita, previsto dall’art. 588 c.p.c., ha natura perentoria. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche per i creditori che intendono avvalersi di questo strumento.

I Fatti del Caso: una Corsa Contro il Tempo

Il caso trae origine da una procedura esecutiva immobiliare presso il Tribunale di Palermo. Una creditrice, intervenuta nella procedura, presentava un’istanza per ottenere l’assegnazione del bene pignorato, offrendo una somma pari al prezzo base d’asta. Tuttavia, l’istanza veniva depositata solo cinque giorni prima della data fissata per la vendita, violando il termine di dieci giorni previsto dalla legge.

Il giudice dell’esecuzione dichiarava l’istanza inammissibile per tardività. Di conseguenza, la vendita procedeva e l’immobile veniva aggiudicato a terzi offerenti per un prezzo inferiore, corrispondente all’offerta minima consentita. La creditrice impugnava il provvedimento di rigetto con un’opposizione agli atti esecutivi, sostenendo la natura non perentoria (ordinatoria) del termine. Il Tribunale rigettava l’opposizione, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Termine per l’Istanza di Assegnazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della creditrice, confermando la decisione del Tribunale, sebbene con una parziale correzione delle motivazioni. Il punto cruciale della sentenza è l’affermazione della natura perentoria del termine per la presentazione dell’istanza di assegnazione. Secondo la Corte, il mancato rispetto di questa scadenza comporta la decadenza dalla facoltà di richiedere l’assegnazione del bene per quella specifica vendita.

Le Motivazioni: un Cambiamento di Rotta Giurisprudenziale

La Corte ha operato un vero e proprio revirement, superando il suo precedente orientamento (espresso nella sentenza n. 8857/2011) che considerava il termine come ordinatorio. Le ragioni di questo cambiamento risiedono nelle profonde modifiche legislative che hanno interessato il processo esecutivo, in particolare le riforme del biennio 2015-2016.

Queste riforme hanno rafforzato il ruolo dell’istituto dell’assegnazione, trasformandolo in un efficace strumento a tutela del ceto creditorio. L’istanza di assegnazione non è più solo un’opzione residuale in caso di vendita deserta, ma un vero e proprio “scudo” contro le offerte speculative al ribasso (le c.d. “offerte minime”, inferiori al prezzo base).

L’istanza del creditore, che deve essere pari almeno al prezzo base, entra in diretta competizione con le offerte dei terzi. Se un terzo offre un prezzo inferiore al base, l’istanza di assegnazione prevale, garantendo al creditore una maggiore soddisfazione. Proprio questa interazione tra istanza di assegnazione e offerte di acquisto richiede, secondo la Corte, un quadro di certezza e stabilità.

Un termine ordinatorio, prorogabile o aggirabile, minerebbe l’affidamento dei terzi interessati all’acquisto, che potrebbero vedere vanificata la loro offerta da un’istanza tardiva del creditore. La natura perentoria del termine, invece, assicura che, alla scadenza dei dieci giorni, il quadro delle possibili soluzioni (vendita o assegnazione) sia definito, garantendo così la celerità e l’efficienza della fase liquidatoria.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza consolida un principio di rigore e certezza nel processo esecutivo. Per i creditori, il messaggio è chiaro: l’istanza di assegnazione deve essere presentata tassativamente entro il decimo giorno precedente la data della vendita. Non sono ammessi ritardi, pena la perdita irrimediabile della possibilità di avvalersi di questo fondamentale strumento di tutela per quello specifico esperimento di vendita. Se un creditore dovesse mancare questa scadenza, l’unica alternativa per acquisire il bene sarebbe quella di partecipare alla vendita come un qualsiasi altro offerente, presentando un’offerta di acquisto nei termini previsti per tutti.

Il termine di dieci giorni per presentare l’istanza di assegnazione è perentorio o ordinatorio?
La Corte di Cassazione ha stabilito che il termine ha natura perentoria. Il suo mancato rispetto comporta la decadenza dal diritto di chiedere l’assegnazione per quella specifica vendita.

La conclusione della procedura esecutiva con il decreto di trasferimento e la distribuzione delle somme impedisce di decidere su un’opposizione agli atti esecutivi già avviata?
No. La Corte ha chiarito che l’eventuale accoglimento di un’opposizione tempestivamente proposta travolge gli atti successivi e dipendenti, come il decreto di trasferimento e la distribuzione, e la chiusura della procedura non fa venire meno l’interesse a una decisione nel merito.

Il creditore che presenta istanza di assegnazione deve depositare subito le somme per i creditori con privilegio anteriore?
No. L’art. 589 c.p.c. richiede che l’istanza contenga l'”offerta” di pagamento di tali somme, non il loro deposito immediato. Il versamento effettivo sarà regolato dal giudice dell’esecuzione solo in un momento successivo, a seguito dell’eventuale assegnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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