LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ispettorato del Lavoro: multe valide per tempi di guida

La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di una sanzione emessa dall’Ispettorato del Lavoro nei confronti di un autotrasportatore per violazione dei periodi di pausa. Il ricorso si basava sulla presunta incompetenza dell’Ispettorato in materia di Codice della Strada e sull’errato calcolo dei tempi di riposo, che secondo il ricorrente dovevano includere le pause per carico e scarico. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che l’Ispettorato del Lavoro ha piena competenza in materia, data la duplice finalità delle norme: tutelare la sicurezza stradale e proteggere le condizioni di lavoro dei conducenti. Inoltre, ha chiarito che le attività di carico e scarico costituiscono ‘altre mansioni’ e non possono essere considerate come ‘interruzione’ o riposo, che deve consistere in un periodo di inattività totale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Tempi di guida: anche l’Ispettorato del Lavoro può multare

La regolamentazione dei tempi di guida e di riposo per gli autotrasportatori è un pilastro fondamentale per la sicurezza stradale e la tutela dei lavoratori. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale: anche l’Ispettorato del Lavoro, e non solo la polizia stradale, è pienamente competente a sanzionare le violazioni in questa materia. La sentenza chiarisce inoltre cosa si intende per ‘riposo’, escludendo attività come il carico e scarico merci.

I fatti del caso

Un conducente e il suo datore di lavoro, responsabile in solido, avevano impugnato un verbale di accertamento emesso dalla Direzione Territoriale del Lavoro. La contestazione riguardava la violazione dell’art. 7 del Regolamento CE n. 561/2006 e dell’art. 174 del Codice della Strada. In particolare, al conducente era stato imputato di non aver effettuato la pausa di 45 minuti richiesta dopo 4 ore e 30 minuti di guida.

La difesa sosteneva che il conducente avesse guidato per 3 ore e 32 minuti, effettuato una pausa di 31 minuti, e poi guidato per un’altra ora, per un totale inferiore al limite. Le brevi interruzioni per carico e scarico, secondo i ricorrenti, dovevano essere considerate parte del riposo. Sia il Giudice di Pace che il Tribunale avevano respinto le loro argomentazioni, portando il caso dinanzi alla Corte di Cassazione.

La competenza dell’Ispettorato del Lavoro sui tempi di guida

Il primo motivo di ricorso contestava la legittimità dell’Ispettorato del Lavoro ad accertare e sanzionare violazioni del Codice della Strada. La Cassazione ha definito questo motivo infondato, allineandosi alla sua giurisprudenza costante. Le norme sui tempi di guida, pur essendo inserite nel Codice della Strada, perseguono una ‘duplice ratio’:
1. Sicurezza della circolazione: garantire che i conducenti siano riposati e vigili.
2. Tutela del lavoratore: proteggere la salute e la sicurezza del personale addetto al trasporto.

L’art. 174 del Codice della Strada stesso prevede che i ‘registri di servizio’ (cronotachigrafi) debbano essere esibiti non solo alla polizia stradale ma anche agli ispettori del lavoro. Questa previsione sancisce una competenza concorrente e complementare, finalizzata a una tutela più efficace. Pertanto, l’Ispettorato agisce legittimamente quando, durante un controllo, sanziona infrazioni relative ai tempi di guida.

Cosa costituisce una vera ‘interruzione’ dalla guida?

Il punto centrale della decisione riguarda la definizione di ‘interruzione’. I ricorrenti sostenevano che le brevi pause e le attività di carico e scarico dovessero essere conteggiate come riposo. La Corte ha smentito categoricamente questa interpretazione, basandosi sulla definizione fornita dall’art. 4 del Regolamento (CE) n. 561/2006.

Secondo il regolamento, per ‘interruzione’ si intende un periodo durante il quale ‘il conducente non può guidare o svolgere altre mansioni e che serve unicamente al suo riposo’. Le attività come il carico, lo scarico, la pulizia del veicolo o altre operazioni legate al servizio sono definite ‘altre mansioni’ e, come tali, fanno parte dell’orario di lavoro, non del periodo di riposo. Non possono quindi essere considerate pause valide ai fini del recupero psicofisico del conducente.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso basandosi su una solida interpretazione della normativa comunitaria e nazionale. Ha sottolineato che la competenza dell’Ispettorato del Lavoro è espressamente prevista e funzionale alla duplice finalità delle norme, che uniscono la sicurezza stradale alla tutela del rapporto di lavoro. Per quanto riguarda la definizione di riposo, i giudici hanno ribadito che qualsiasi attività lavorativa, diversa dalla guida, non può essere considerata un’interruzione valida. Le pause devono essere dedicate esclusivamente al riposo del conducente, per garantire che egli rimanga vigile e non rappresenti un pericolo per sé e per gli altri. La decisione del Tribunale, che non aveva considerato utili ai fini del riposo le interruzioni durante le quali il conducente era impegnato in altre attività, è stata quindi ritenuta corretta.

Le conclusioni

Questa ordinanza consolida due principi fondamentali per il settore dell’autotrasporto. In primo luogo, le aziende devono essere consapevoli che i controlli sui tempi di guida possono essere effettuati con piena legittimità anche dall’Ispettorato del Lavoro, con conseguenti sanzioni. In secondo luogo, viene ribadito che il concetto di ‘riposo’ è rigoroso: solo l’inattività totale del conducente conta come pausa. Ogni altra mansione, inclusa la gestione del carico, è tempo di lavoro. Le imprese e i conducenti sono quindi chiamati a una gestione estremamente attenta e precisa dei tempi registrati dal cronotachigrafo, per evitare sanzioni e, soprattutto, per garantire la sicurezza sulle strade.

L’Ispettorato del Lavoro può multare un autista per violazioni del Codice della Strada relative ai tempi di guida?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che l’Ispettorato del Lavoro ha competenza per accertare e sanzionare le violazioni delle norme sui tempi di guida e di riposo, poiché tali norme tutelano non solo la sicurezza stradale ma anche le condizioni di lavoro dei conducenti.

Il tempo impiegato per le operazioni di carico e scarico delle merci può essere considerato come una pausa dal lavoro di guida?
No. Secondo il Regolamento (CE) n. 561/2006, le attività di carico e scarico sono classificate come ‘altre mansioni’ e fanno parte dell’orario di lavoro. Una ‘interruzione’ o pausa valida è solo quel periodo in cui il conducente non guida né svolge altre attività lavorative e che serve esclusivamente al suo riposo.

Qual è la duplice finalità delle norme sui tempi di guida e di riposo nel settore dell’autotrasporto?
Le norme perseguono una duplice finalità (duplice ratio): da un lato, garantire la sicurezza della circolazione stradale, prevenendo incidenti causati dalla stanchezza dei conducenti; dall’altro, proteggere i lavoratori del settore, migliorando le loro condizioni di lavoro e tutelando la loro salute.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati