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Iscrizione Gestione separata: no sanzioni pre-2011

Un professionista ha contestato la sua iscrizione d’ufficio alla Gestione separata dell’ente previdenziale. La Corte di Cassazione ha confermato l’obbligo di iscrizione basato sulla natura abituale dell’attività professionale, ma ha annullato le sanzioni civili per l’anno 2005. La decisione si fonda su una recente sentenza della Corte Costituzionale che ha esonerato ingegneri e architetti dal pagamento di tali sanzioni per i periodi antecedenti all’entrata in vigore della legge di riferimento del 2011.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Iscrizione Gestione separata: la Cassazione annulla le sanzioni pre-2011

Con la recente ordinanza n. 13336/2024, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un tema di grande interesse per i liberi professionisti: l’obbligo di iscrizione alla Gestione separata e le relative sanzioni. La decisione, pur confermando l’obbligo di iscrizione per chi svolge attività professionale in modo abituale, introduce un’importante novità sulle sanzioni, recependo un fondamentale intervento della Corte Costituzionale.

Il caso: l’obbligo di iscrizione alla Gestione separata

La vicenda riguarda un ingegnere, titolare di partita IVA, che versava regolarmente il contributo integrativo alla propria cassa professionale (Inarcassa). L’ente nazionale di previdenza sociale, tuttavia, procedeva alla sua iscrizione d’ufficio alla Gestione separata a partire dall’anno 2005, richiedendo il pagamento dei contributi e delle relative sanzioni civili.

Il professionista si opponeva, dando il via a un lungo contenzioso. In sede di giudizio di rinvio, la Corte d’Appello aveva confermato la legittimità dell’iscrizione, ritenendo provata l’abitualità dell’esercizio professionale, ma aveva ridotto le sanzioni, riqualificando l’inadempimento come omissione contributiva anziché evasione. Contro questa decisione, sia il professionista che l’ente previdenziale hanno proposto ricorso in Cassazione.

La decisione della Corte di Cassazione sulla iscrizione Gestione separata

La Corte Suprema ha esaminato i motivi di ricorso di entrambe le parti, giungendo a una decisione che distingue nettamente la questione dell’iscrizione da quella delle sanzioni.

Per quanto riguarda l’obbligo di iscrizione, la Corte ha rigettato i motivi di ricorso del professionista, confermando che l’abitualità dell’attività lavorativa era stata correttamente accertata. Elementi come il possesso di una partita IVA per un lungo periodo (dal 2003) e la produzione di redditi da lavoro autonomo in modo continuativo (dal 2005 al 2013) sono stati ritenuti sufficienti a dimostrare tale requisito, rendendo legittima l’iscrizione d’ufficio.

La svolta del caso, tuttavia, riguarda le sanzioni. La Corte ha accolto il settimo motivo di ricorso del professionista, che lamentava l’illegittima applicazione delle sanzioni civili.

Le motivazioni

Il fulcro della decisione risiede nell’applicazione diretta della sentenza della Corte Costituzionale n. 55/2024. Questa pronuncia ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 18, comma 12, del D.L. n. 98/2011 nella parte in cui non prevedeva un’esenzione dal pagamento delle sanzioni civili per ingegneri e architetti, non iscritti alla loro cassa professionale perché già coperti da altra previdenza obbligatoria, per i periodi antecedenti all’entrata in vigore della stessa legge.

La Cassazione ha stabilito che tale principio deve applicarsi anche al caso di specie. Poiché le sanzioni contestate si riferivano all’anno 2005, un’epoca precedente alla normativa del 2011, esse non sono dovute. La Corte ha quindi cassato la sentenza impugnata su questo punto e, non essendo necessari ulteriori accertamenti, ha deciso la causa nel merito, dichiarando che il professionista non è tenuto al pagamento delle sanzioni.

Le conclusioni

L’ordinanza n. 13336/2024 offre un chiarimento fondamentale. Da un lato, ribadisce che l’obbligo di iscrizione alla Gestione separata sussiste per tutti i professionisti che esercitano la loro attività in modo abituale, anche se versano solo il contributo integrativo alla propria cassa. Dall’altro, in virtù dell’intervento della Corte Costituzionale, stabilisce un’importante esenzione: le sanzioni per omessa iscrizione relative a periodi anteriori all’entrata in vigore del D.L. 98/2011 non devono essere pagate. Questa decisione rappresenta una tutela significativa per i professionisti, eliminando oneri sanzionatori per situazioni pregresse caratterizzate da notevole incertezza normativa.

Un professionista iscritto alla propria cassa di previdenza deve iscriversi anche alla Gestione separata?
Sì, secondo la sentenza, l’iscrizione alla Gestione separata è obbligatoria se l’attività professionale viene svolta in modo abituale, anche qualora il professionista versi già il contributo integrativo alla propria cassa di categoria.

Sono dovute le sanzioni per l’omessa iscrizione alla Gestione separata per periodi antecedenti al 2011?
No. La Corte di Cassazione, applicando una sentenza della Corte Costituzionale (n. 55/2024), ha stabilito che gli ingegneri e gli architetti sono esonerati dal pagamento delle sanzioni civili per l’omessa iscrizione con riguardo al periodo anteriore all’entrata in vigore del D.L. n. 98 del 2011.

Come viene provata l’abitualità dell’attività professionale ai fini dell’obbligo di iscrizione?
L’abitualità può essere provata attraverso elementi di fatto, come il possesso di una partita IVA per diversi anni e la produzione continuativa di redditi da lavoro autonomo. La Corte ha inoltre specificato che la prova può essere raggiunta anche tramite il contegno difensivo della parte durante il processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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