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Iscrizione cassa geometri: obbligo anche senza attività

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3667/2025, ha stabilito che la semplice iscrizione all’albo professionale comporta l’obbligo di iscrizione alla cassa geometri e il versamento dei contributi minimi. Tale iscrizione crea una presunzione di esercizio dell’attività professionale, superabile solo alle condizioni previste dall’ente stesso. La Corte ha ritenuto irrilevante la mancata produzione di reddito o lo svolgimento saltuario dell’attività, accogliendo il ricorso dell’ente previdenziale contro un professionista che operava come socio e amministratore in società edili.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Iscrizione Cassa Geometri: La Cassazione Chiarisce l’Obbligo Contributivo

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale per tutti i professionisti: l’iscrizione cassa geometri è obbligatoria per chi è iscritto all’albo, anche in assenza di un esercizio continuativo e remunerativo della professione. La sentenza sottolinea come l’iscrizione all’albo professionale crei una presunzione di attività che fa scattare l’obbligo contributivo minimo, a prescindere dal reddito generato.

I Fatti del Caso: Iscrizione all’Albo e Ruoli Societari

Il caso riguardava un geometra iscritto al relativo albo professionale a cui l’ente di previdenza di categoria aveva richiesto il pagamento dei contributi minimi per l’anno 2014, dopo averlo iscritto d’ufficio. Il professionista si era opposto, sostenendo di non aver esercitato l’attività di geometra in quell’anno. Egli, infatti, ricopriva i ruoli di socio accomandatario e di presidente del consiglio di amministrazione di due diverse società operanti nel settore edile.

Nei primi due gradi di giudizio, i giudici avevano dato ragione al professionista, affermando che tali cariche societarie non implicassero necessariamente l’uso delle competenze tecniche tipiche della professione di geometra. Di conseguenza, avevano annullato la richiesta di pagamento.

La Decisione della Corte: La Presunzione di Esercizio Professionale

La Cassa di previdenza ha impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, la quale ha completamente ribaltato il verdetto precedente. I giudici supremi hanno accolto il ricorso dell’ente, affermando la legittimità della richiesta di contributi. Il fulcro della decisione risiede nel concetto di “presunzione di esercizio professionale” legata all’iscrizione all’albo.

Le Motivazioni della Cassazione e l’obbligo di iscrizione cassa geometri

La Corte ha chiarito che l’autonomia regolamentare concessa agli enti di previdenza privatizzati (come la Cassa dei geometri) consente loro di stabilire i presupposti per l’obbligo contributivo. Nello specifico, l’articolo 5 dello Statuto della Cassa è stato ritenuto pienamente legittimo. Tale norma stabilisce che l’iscrizione all’albo professionale determina una presunzione di esercizio dell’attività, sufficiente a giustificare l’obbligo di versare una contribuzione minima.

Questo obbligo si fonda su un principio di solidarietà endocategoriale, per cui tutti gli iscritti contribuiscono al sostentamento del sistema previdenziale, anche se esercitano l’attività in modo saltuario, occasionale o non producono reddito. È irrilevante, secondo la Corte, anche l’eventuale iscrizione ad altre forme di previdenza obbligatoria.

Come Superare la Presunzione

La presunzione di esercizio professionale non è assoluta, ma può essere vinta (cioè superata) solo alle condizioni stabilite dalla Cassa stessa. Nel caso specifico, il professionista avrebbe dovuto presentare un’autocertificazione in cui dichiarava di non esercitare attività professionale in forma autonoma, societaria o associata e di non essere titolare di partita IVA, secondo le delibere interne dell’ente. Non avendolo fatto, la presunzione è rimasta valida e l’obbligo contributivo pienamente efficace.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Professionisti

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale ormai stabile e rappresenta un monito importante per tutti i professionisti iscritti a un albo. La mera iscrizione, anche se mantenuta per ragioni di prestigio o per opportunità future, comporta obblighi previdenziali concreti. Chi non esercita di fatto la professione e vuole evitare il pagamento dei contributi minimi deve attivarsi seguendo scrupolosamente le procedure di cancellazione o le specifiche procedure di esonero previste dal proprio ente di previdenza. Ignorare questo aspetto può portare a richieste di pagamento retroattive, sanzioni e interessi.

L’iscrizione all’albo dei geometri comporta automaticamente l’obbligo di iscriversi e versare i contributi alla Cassa di previdenza?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, l’iscrizione all’albo professionale determina una presunzione di esercizio dell’attività che fa scattare l’obbligo di iscrizione alla Cassa e il versamento della contribuzione minima, anche in caso di attività saltuaria o assenza di reddito.

È possibile evitare di pagare i contributi minimi se non si esercita effettivamente la professione di geometra?
Sì, ma solo alle condizioni previste dall’ente previdenziale stesso. La presunzione di esercizio professionale può essere superata fornendo la prova contraria secondo le modalità stabilite dalla Cassa, come ad esempio la presentazione di una specifica autocertificazione di non esercizio dell’attività.

Avere ruoli di amministratore in società edili è considerato esercizio della professione di geometra ai fini previdenziali?
La Corte ha stabilito che non è necessario dimostrare che le mansioni di amministratore implichino l’uso delle competenze tipiche del geometra. L’iscrizione all’albo è di per sé sufficiente a creare la presunzione di esercizio professionale e il conseguente obbligo contributivo, a meno che non si seguano le procedure di esonero previste dalla Cassa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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