LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Intervento del terzo: quando è ammissibile in giudizio

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’intervento del terzo acquirente di un immobile è ammissibile nel processo tra il venditore originario e i danti causa dell’acquirente (inquilini che avevano esercitato il riscatto). L’intervento del terzo è legittimo poiché il suo diritto è dipendente dal titolo dedotto in giudizio, specificamente dalla contestazione sul prezzo di vendita legato alla cancellazione di un’ipoteca. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva dichiarato l’intervento inammissibile, riaffermando i principi degli articoli 105 e 111 del codice di procedura civile.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Intervento del terzo: quando l’acquirente può inserirsi in una causa altrui?

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 3980/2024 offre un importante chiarimento sui presupposti dell’intervento del terzo in un processo civile, in particolare quando si tratta di un acquirente di un bene immobile oggetto di una controversia. La Suprema Corte ha stabilito che la posizione di successore nel diritto controverso e la dipendenza del proprio diritto dal titolo dedotto in giudizio sono elementi sufficienti a legittimare l’ingresso nel processo, anche se le parti originarie non hanno formulato specifiche domande a suo favore.

I fatti di causa: una catena di vendite e un’ipoteca contesa

La vicenda trae origine da un’azione di riscatto di un immobile commerciale esercitata con successo da due conduttrici nei confronti del proprietario. Successivamente, quest’ultimo otteneva un decreto ingiuntivo per il pagamento del prezzo. Le conduttrici si opponevano, sostenendo di non essere tenute al pagamento integrale finché il venditore non avesse cancellato un’ipoteca che gravava sull’immobile.

Nel corso del giudizio di opposizione, le conduttrici vendevano a loro volta l’immobile a due nuovi acquirenti. Questi ultimi, avendo un interesse diretto a che l’ipoteca fosse cancellata (poiché si erano impegnati a usare parte del prezzo per estinguerla), decidevano di spiegare intervento del terzo nel processo pendente tra le loro danti causa e il proprietario originario.

La decisione dei giudici di merito

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello dichiaravano inammissibile l’intervento dei nuovi acquirenti. La motivazione principale era che le conduttrici (parti originarie del giudizio) non avevano mai chiesto formalmente la condanna del venditore alla cancellazione dell’ipoteca. Di conseguenza, i terzi intervenuti non potevano sostenere le ragioni di una domanda mai proposta.

L’analisi della Cassazione e i presupposti dell’intervento del terzo

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, accogliendo il ricorso dei terzi acquirenti. La Suprema Corte ha fondato la sua decisione su due pilastri normativi fondamentali del codice di procedura civile:

1. Art. 105 c.p.c. – Intervento volontario: La norma consente a chiunque di intervenire in un processo per far valere un proprio diritto relativo all’oggetto o dipendente dal titolo dedotto nel processo stesso. Nel caso di specie, il diritto degli acquirenti era chiaramente dipendente dall’esito della causa principale. Se l’opposizione al decreto ingiuntivo fosse stata accolta, e il prezzo dovuto fosse stato ridotto dell’importo necessario a cancellare l’ipoteca, ciò avrebbe avuto un impatto diretto sugli obblighi economici dei nuovi proprietari.

2. Art. 111 c.p.c. – Successione a titolo particolare nel diritto controverso: Gli acquirenti erano a tutti gli effetti ‘successori a titolo particolare’ nel diritto di proprietà dell’immobile. Tale norma stabilisce che il processo continua tra le parti originarie, ma il successore ha sempre la facoltà di intervenire. Il suo intervento è autonomo e non subordinato alle domande formulate dal suo dante causa.

Le motivazioni della decisione

La Cassazione ha chiarito che, per l’ammissibilità dell’intervento del terzo, è sufficiente che la domanda dell’interveniente presenti una connessione o un collegamento tale da rendere opportuna una trattazione congiunta (il cosiddetto simultaneus processus). Questo approccio mira a garantire l’economia processuale e a prevenire la formazione di giudicati contraddittori.

Erroneamente, i giudici di merito avevano negato l’intervento basandosi sulla mancata proposizione di una specifica domanda da parte delle parti originarie. Tuttavia, la Corte Suprema ha specificato che il diritto del terzo a intervenire per tutelare una posizione dipendente è autonomo. La contestazione sul prezzo di vendita, che le parti originarie avevano sollevato, includeva implicitamente la questione dei costi per la cancellazione dell’ipoteca, un onere che avrebbe inciso direttamente sul patrimonio dei nuovi acquirenti.

Conclusioni

Con l’ordinanza n. 3980/2024, la Corte di Cassazione rafforza un principio fondamentale: la porta del processo deve rimanere aperta per i terzi i cui diritti sono strettamente legati alla controversia in atto. La legittimazione a intervenire non dipende dalle specifiche domande formulate dalle parti originarie, ma dalla sussistenza di un interesse giuridicamente rilevante, connesso all’oggetto o al titolo della causa. Questa decisione rappresenta una tutela importante per i successori a titolo particolare, come gli acquirenti di immobili, garantendo loro la possibilità di difendere i propri diritti direttamente nel processo che potrebbe pregiudicarli.

Quando un terzo può intervenire in una causa tra altre persone?
Un terzo può intervenire quando vuole far valere un proprio diritto che è relativo all’oggetto del processo o che dipende dal titolo (cioè dal rapporto giuridico) su cui si sta discutendo nella causa.

L’acquirente di un bene oggetto di una causa può intervenire nel processo?
Sì, in qualità di ‘successore a titolo particolare’, l’acquirente di un bene oggetto di una controversia può sempre intervenire nel processo. Anche se la causa prosegue tra le parti originarie, l’acquirente ha una propria legittimazione ad intervenire per tutelare i suoi diritti.

È necessario che la domanda del terzo sia identica a quella della parte che aiuta?
No. La legittimità dell’intervento di un terzo non richiede che la sua richiesta sia identica a quella della parte originaria. È sufficiente che esista una connessione o un collegamento tra il diritto del terzo e la controversia in corso, tale da rendere opportuna una decisione unica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati