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Intervento adesivo: la Cassazione chiarisce i limiti

Un debitore dona un immobile. Un creditore avvia un’azione revocatoria e un terzo interviene a sostegno. Il debitore eccepisce la prescrizione dell’intervento, ma la Cassazione chiarisce che l’intervento adesivo non è un’azione autonoma e quindi non soggetto a prescrizione. Il ricorso del debitore è stato dichiarato inammissibile, confermando che l’intervento del terzo era meramente di supporto alla domanda principale.

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Pubblicato il 31 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Intervento Adesivo e Azione Revocatoria: La Cassazione fa Chiarezza

L’intervento adesivo in un processo civile rappresenta uno strumento con cui un terzo, portatore di un interesse giuridico, può sostenere le ragioni di una delle parti in causa. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sulla sua natura, specialmente quando si inserisce in un’azione revocatoria, distinguendolo nettamente da un intervento autonomo e delineandone le conseguenze in tema di prescrizione.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un’azione revocatoria promossa da una società finanziaria, cessionaria di un credito, per ottenere la dichiarazione di inefficacia di un atto di donazione. Con tale atto, un debitore aveva trasferito la propria quota di un immobile alla figlia e al genero, pregiudicando così le garanzie patrimoniali del creditore.

Nel corso del giudizio di primo grado, interveniva un’altra società, mandataria del creditore originario (cedente), per sostenere le ragioni della società attrice. Il debitore convenuto si opponeva, eccependo la prescrizione del diritto del terzo intervenuto ad agire in revocatoria, sostenendo che il suo fosse un intervento autonomo e, come tale, soggetto al termine quinquennale di prescrizione.

Il Percorso Giudiziario: la Qualificazione dell’Intervento Adesivo

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno respinto le tesi del debitore. I giudici di merito hanno qualificato l’atto del terzo come un intervento adesivo dipendente, ai sensi dell’art. 105 c.p.c. Tale intervento è finalizzato unicamente a sostenere le ragioni di una delle parti già in causa (ad adiuvandum), senza che il terzo faccia valere un proprio diritto autonomo. Di conseguenza, i giudici hanno ritenuto che, non essendo stata proposta una nuova domanda, non potesse trovare applicazione un autonomo termine di prescrizione. L’intervento, in quanto accessorio, segue le sorti della domanda principale. Il debitore, insoddisfatto della decisione, ha proposto ricorso per cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione e le Motivazioni

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la correttezza delle decisioni dei giudici di merito e consolidando importanti principi di diritto processuale.

Qualificazione dell’Intervento e Prescrizione

La Corte ha ribadito che la qualificazione della natura dell’intervento (autonomo o adesivo) è un’attività di interpretazione della domanda che spetta al giudice di merito. Tale valutazione è insindacabile in sede di legittimità, a meno che non vengano violati i canoni legali di ermeneutica contrattuale. Nel caso di specie, il ricorrente non ha fornito argomentazioni idonee a dimostrare un’erronea qualificazione, limitandosi a riproporre la propria tesi. Poiché l’intervento adesivo non introduce nel processo una pretesa autonoma del terzo, ma si limita a supportare quella di un’altra parte, non è soggetto a un proprio termine di prescrizione.

L’Interesse ad Agire del Creditore Cedente

Un altro motivo di ricorso riguardava la presunta carenza di interesse ad agire del creditore originario (cedente), dato che il credito era stato trasferito. La Cassazione ha ritenuto anche questo motivo inammissibile, spiegando che il creditore cedente può conservare un interesse concreto e attuale a sostenere le ragioni del cessionario. L’esito positivo dell’azione revocatoria, infatti, può avere riflessi positivi anche sui rapporti interni tra cedente e cessionario, giustificando pienamente l’interesse all’intervento ad adiuvandum.

La Nozione di Pregiudizio per il Creditore

Infine, il ricorrente sosteneva l’assenza di pregiudizio per il creditore, dato il valore, a suo dire modesto, dell’immobile donato. La Corte ha respinto questa argomentazione, ricordando un principio consolidato: per la sussistenza del pregiudizio (eventus damni) è sufficiente una semplice diminuzione quantitativa o qualitativa del patrimonio del debitore che renda più incerto o difficile il soddisfacimento del credito. È onere del debitore, e non del creditore, dimostrare che il suo patrimonio residuo è ampiamente sufficiente a coprire il debito, prova che nel caso di specie non era mai stata fornita.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida la distinzione fondamentale tra intervento autonomo e intervento adesivo. Quest’ultimo non costituisce l’esercizio di un’azione propria e non è quindi soggetto a prescrizione. La decisione riafferma inoltre l’ampia nozione di pregiudizio richiesta per l’azione revocatoria e chiarisce che anche il creditore che ha ceduto il suo credito può mantenere un interesse giuridicamente rilevante a intervenire nel processo per supportare il cessionario. Questa pronuncia offre quindi una guida chiara per operatori e parti processuali sulla corretta gestione degli interventi di terzi nei giudizi civili.

L’intervento del creditore originario in un’azione revocatoria avviata dal cessionario del credito è autonomo?
No, la Corte ha confermato la qualificazione di intervento adesivo dipendente, finalizzato solo a sostenere le ragioni del creditore cessionario, non a far valere un diritto proprio e autonomo.

L’eccezione di prescrizione si applica a un intervento adesivo?
No. Poiché l’intervento è meramente accessorio alla domanda principale e non introduce una nuova e autonoma pretesa, non è soggetto a un proprio termine di prescrizione, ma segue le sorti dell’azione principale.

Il creditore che ha ceduto il suo credito ha ancora interesse a intervenire nel processo?
Sì, la Corte ha stabilito che il creditore cedente può avere un interesse concreto e attuale a sostenere le ragioni del cessionario, poiché il buon esito del recupero del credito può avere riflessi positivi anche sui rapporti giuridici tra di loro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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