Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 3 Num. 5789 Anno 2025
Civile Ord. Sez. 3 Num. 5789 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 04/03/2025
O R D I N A N Z A
sul ricorso n. 10948/23 proposto da:
-) COGNOME NOME , domiciliato ex lege all ‘ indirizzo PEC del proprio difensore, difeso dall’avvocato NOME AVV_NOTAIO;
– ricorrente –
contro
-) RAGIONE_SOCIALE , in persona del legale rappresentante pro tempore , domiciliato ex lege all ‘ indirizzo PEC del proprio difensore, difeso dall ‘ avvocato NOME COGNOME;
– controricorrente – avverso la sentenza della Corte d’appello di RAGIONE_SOCIALE 20 marzo 2023 n. 1228; udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del 5 febbraio 2025 dal AVV_NOTAIO.
FATTI DI CAUSA
Nel 2016 NOME COGNOME (capo del ‘Dipartimento Salute’ della Regione Campania) fu citato dinanzi alla Corte dei conti dalla competente Procura Regionale unitamente ad altri tre funzionari della Regione.
L ‘ atto di citazione attribuiva ai convenuti la responsabilità per danno erariale, consistita nel non avere vigilato sulla programmata riduzione del numero di ‘Unità Operative’ (complesse, semplici e semplici dipartimentali) di nove diverse RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE ed RAGIONE_SOCIALE.
La mancata riduzione comportò il mancato adeguamento delle figure apicali preposte alle suddette strutture, con conseguente danno erariale consistito
Oggetto: Corte dei conti – sentenza di condanna – interpretazione del titolo esecutivo
nell ‘ erogazione dei maggiori compensi pagati ai dirigenti delle Unità Operative in esubero, rispetto a quelli programmati.
Con sentenza 28.1.2019 n. 35 la Corte dei conti, sez. giur. per la Campania, rigettò la domanda e statuì che le spese di lite fossero ‘ liquidate a carico delle ‘ nove RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE e RAGIONE_SOCIALE che la Procura contabile assumeva danneggiate ‘ in euro 14.719,9 ciascuno’ .
Sei mesi dopo NOME COGNOME cedette il suddetto credito per spese di lite ad uno dei propri difensori, l ‘ avvocato AVV_NOTAIO.
La peculiare sintassi adottata dall ‘ estensore della sentenza n. 35/19 della Corte dei conti iniziò da subito a generare un notevole numero di liti.
Per quanto in questa sede rileva, basterà limitarsi a ricordare che essa fu interpretata dal COGNOME nel senso che ciascuna delle otto amministrazioni sanitarie fosse tenuta a versargli la somma di euro 14.719,9.
In base a questo assunto, dopo avere ceduto parte di tale preteso credito a NOME COGNOME, iniziò l ‘ esecuzione forzata nei confronti di alcune delle RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE indicate nella sentenza della Corte dei conti n. 35/19 (le restanti furono aggredite in executivis da NOME COGNOME, come s ‘ è detto cessionaria di parte del credito).
A ciascuna di esse NOME COGNOME intimò il pagamento della somma di euro 14.719,9, oltre accessori e spese.
Tra le RAGIONE_SOCIALE esecutate vi fu la RAGIONE_SOCIALE (d ‘ ora innanzi, per brevità, ‘la RAGIONE_SOCIALE‘).
La RAGIONE_SOCIALE propose opposizione al precetto notificatole da NOME COGNOME deducendo, per quanto qui rileva, che il titolo esecutivo (sentenza n. 35/19 della Corte dei conti) andasse interpretato come segue: le nove aziende sanitarie indicate in sentenza erano state condannate a pagare pro quota la somma complessiva di euro 14.719,9 a ciascuno dei quattro convenuti.
NOME COGNOME era dunque creditore della RAGIONE_SOCIALE solo di un nono della somma di euro 14.719,9, e dunque euro 1.635,54.
Con sentenza 3.5.2022 n. 1574 il Tribunale di RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE accolse l ‘ opposizione e stabilì che il credito di NOME COGNOME nei confronti della RAGIONE_SOCIALE era pari ad euro 1.635,54, per le ragioni indicate dalla ASL opponente e sopra riassunte.
La sentenza fu appellata dal soccombente.
Con sentenza 20.3.2023 n. 1228 la Corte d ‘ appello di RAGIONE_SOCIALE rigettò il gravame.
Ritenne che il titolo esecutivo dovesse interpretarsi nel senso invocato dalla RAGIONE_SOCIALE sia per la grammatica ( rectius, la morfologia) che per la punteggiatura.
6.1. Quanto alla morfologia del testo, la Corte d ‘ appello osservò che la sentenza della Corte dei condannati non aveva condannato ‘ciascuna RAGIONE_SOCIALE‘ a pagare alle parti vittoriose euro 14.719,9; aveva invece condannato le nove RAGIONE_SOCIALE ivi indicate a pagare euro 14.719,9 ‘ a ciascuno’ dei quattro convenuti. Ne trasse la conclusione che NOME COGNOME era creditore di euro 14.719,9 nei confronti di nove debitori non solidali, che perciò rispondevano ciascuno pro quota di un nono.
6.2. Quanto alla punteggiatura, osservò la Corte d ‘ appello che il titolo esecutivo così recitava: ‘ le spese per i diritti o onorari sostenute dai convenuti costituiti con difesa tecnica sono liquidate, a carico delle RAGIONE_SOCIALE, RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE, Salerno, Caserta, Avellino, delle RAGIONE_SOCIALE e dell ‘ RAGIONE_SOCIALE, in € 14.719,9 ciascuno ‘ .
Ne trasse la conclusione che tutto il periodo compreso fra le parole ‘ a carico delle RAGIONE_SOCIALE ‘ e le parole ‘ RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE ‘ , in quanto racchiuso tra due virgole, fosse una proposizione incidentale.
La statuizione doveva perciò leggersi come se dicesse: ‘ le spese per i diritti o onorari sostenute dai convenuti costituiti con difesa tecnica sono liquidate in € 14.719,9 ciascuno e sono poste a carico delle RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE, RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE 2 RAGIONE_SOCIALE, Salerno, Caserta, Avellino, delle RAGIONE_SOCIALE
N.R.G.: 10948/23
Camera di consiglio del 5 febbraio 2025
RAGIONE_SOCIALE e RAGIONE_SOCIALE e dell ‘ RAGIONE_SOCIALE.
La sentenza d ‘ appello è stata impugnata per RAGIONE_SOCIALEzione da NOME COGNOME con ricorso fondato su un motivo.
La RAGIONE_SOCIALE ha resistito con controricorso.
Con provvedimento del 10.10.2024 è stata proposta la dichiarazione di manifesta infondatezza del ricorso, sul presupposto che l ‘ interpretazione del titolo adottata dal giudice di merito fosse corretta e conforme all ‘ art. 97 c.p.c..
Il ricorrente ha insistito per la decisione del ricorso.
Ambo le parti hanno depositato memoria.
Il Collegio ha disposto il deposito della motivazione nel termine di cui all ‘ art. 380 bis, secondo comma, c.p.c..
RAGIONI DELLA DECISIONE
Con l ‘ unico motivo di ricorso NOME COGNOME censura l ‘ interpretazione che la Corte d ‘ appello ha dato del titolo esecutivo.
Deduce che in base alla sentenza 35/19 della Corte dei conti la RAGIONE_SOCIALE era tenuta a pagargli non già un nono della somma di euro 14.719,9, ma tale importo per intero.
A sostegno di tale interpretazione spende i seguenti argomenti:
-) ‘ciascuno’ è un pronome; è indeclinabile nel numero, e quindi era riferibile ‘agli enti sanitari, non ai convenuti’ ;
-) tra le Amministrazioni condannate alla rifusione delle spese vi era un soggetto maschile (l ‘RAGIONE_SOCIALE), sicché (conclusione, questa, inespressa, ma implicita nel contesto) non doveva stupire che la Corte dei conti avesse declinato ‘ciascuno’ al maschile invece che al femminile;
-) la punteggiatura valorizzata dalla Corte d ‘ appello non era decisiva;
-) quando una pluralità di parti soccombenti viene condannata a rifondere le spese ad una pluralità di parti vittoriose, la solidarietà può sussistere solo dal lato passivo, no da quello attivo;
-) la statuizione con cui la Corte d ‘ appello ritenne impossibile sostenere che la Corte dei conti avesse condannato ciascuna delle nove amministrazioni ivi indicate a pagare alla parte vittoriosa euro 14.719,9 (per un totale dunque di euro 132.479,1) era ‘ moralistica’ e non basata su norme oggettive.
1.1. Va premesso che non ha rilievo nel presente giudizio la sentenza 14.10.2024 n. 258 della Corte dei conti, sezione II centrale giurisdizionale d ‘ appello, con la quale ai sensi dell ‘ art. 211 cod. giust. cont. (d. lgs. 26.8.2016 n. 174) il giudice contabile ha interpretato la sentenza n. 35/19, stabilendo che ciascuna delle amministrazioni ivi indicate è tenuta a pagare a ciascuno dei quattro convenuti vittorioso un nono della somma di euro 14.719,9.
A quella decisione, infatti, rimase estranea la RAGIONE_SOCIALE.
1.2. Il motivo è manifestamente infondato.
L ‘ interpretazione del titolo esecutivo adottata dalla Corte d ‘ appello è infatti l ‘ unica consentita dalle regole della morfologia, della sintassi e della logica.
1.3. È l ‘ unica consentita dalle regole della morfologia, in quanto chi volesse condannare più creditori di genere femminile (tra cui, indiscutibilmente, anche la ‘ RAGIONE_SOCIALE‘ ) a pagare ciascuno la medesima somma di denaro ad un creditore non scriverebbe ‘ condanna le aziende a pagare euro X ciascuno’ ; ma avrebbe scritto ‘ condanna ciascuna delle aziende a pagare ecc. ‘.
1.4. È l ‘ unica consentita dalla sintassi, perché la punteggiatura non è certo l ‘ ultimo dei canoni interpretativi ed il giudice contabile scrisse: ‘ le spese per i diritti o onorari sostenute dai convenuti costituiti con difesa tecnica sono liquidate, a carico delle RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE 3 RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE 2
RAGIONE_SOCIALE, Salerno, Caserta, Avellino, delle RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE e dell ‘ RAGIONE_SOCIALE, in € 14.719,9 ciascuno’ .
Nel periodo che precede:
le parole ‘ le spese ‘ indicano il soggetto grammaticale;
nel periodo incidentale racchiuso tra due virgole (‘ a carico delle RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE, Salerno, Caserta, Avellino, delle RAGIONE_SOCIALE e dell ‘ RAGIONE_SOCIALE ‘ ) le parole ‘ a carico di ‘ sono una locuzione polirematica, cioè una combinazione di parole concepita come un ‘ unica unità lessicale che regge il complemento di specificazione ‘ delle RAGIONE_SOCIALE ‘.
L ‘ ineleganza del periodo non ne sopprime, né maschera il senso inequivoco, e cioè: ‘ le spese sono liquidate in euro 14.719,9 per ciascuno dei convenuti e sono a carico delle nove RAGIONE_SOCIALE ivi indicate ‘ .
La mancanza di qualsiasi riferimento ad una condanna solidale, infine, correttamente – alla luce della previsione dell ‘ art. 97 c.p.c. – ha indotto il giudice di merito a ritenere che la condanna sia avvenuta pro quota e ripartita in parti uguali.
1.5. Resta solo da aggiungere che le considerazioni svolte dal ricorrente, circa la misura del compenso a lui spettante in base al valore della causa, non sono spendibili per interpretare il titolo esecutivo.
Sarebbe scorretto dire: ‘ l ‘ interpretazione letterale del titolo va disattesa, altrimenti sarebbero violati i minimi tariffari’ .
L ‘ eventuale violazione dei parametri tariffari va fatta valere con l ‘ appello avverso il titolo che l’avrebbe compiuta e non distorcendo il testo letterale del titolo esecutivo: operazione che si tradurrebbe in una inammissibile impugnazione occulta.
Le spese del presente giudizio di legittimità vanno a poste a carico del ricorrente, ai sensi dell ‘ art. 385, comma 1, c.p.c., e sono liquidate nel dispositivo.
La conformità tra la presente decisione e la proposta di definizione accelerata comporta la condanna del ricorrente ai sensi dell ‘ art. 96, commi terzo e quarto, nella misura indicata nel dispositivo, reputata equa da questa Corte.
Per questi motivi
la Corte di cassazione:
(-) rigetta il ricorso;
(-) condanna NOME COGNOME alla rifusione in favore di RAGIONE_SOCIALE delle spese del presente giudizio di legittimità, che si liquidano nella somma di euro 3.282, di cui 200 per spese vive, oltre I.V.A., cassa forense e spese forfettarie ex art. 2, comma 2, d.m. 10.3.2014 n. 55;
(-) condanna NOME COGNOME al pagamento in favore di RAGIONE_SOCIALE, ex art. 96, terzo comma, c.p.c., della somma di euro 3.082;
(-) condanna NOME COGNOME al pagamento in favore della RAGIONE_SOCIALE delle Ammende, ex art. 96, quarto comma, c.p.c., della somma di euro 5.000;
(-) ai sensi dell ‘ art. 13, comma 1quater , del d.P.R. n. 115 del 2002, dà atto della sussistenza dei presupposti processuali per il versamento, da parte del ricorrente, di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, pari a quello previsto per il ricorso a norma del comma 1bis dello stesso art. 13, se dovuto.
Così deciso in Roma, nella camera di consiglio della Terza Sezione civile