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Interpretazione del brevetto: il ruolo dei disegni

La Corte di Cassazione analizza un caso di nullità e contraffazione di brevetti, chiarendo i criteri per l’interpretazione del brevetto. La sentenza sottolinea che disegni e descrizioni sono strumenti essenziali per interpretare le rivendicazioni e una loro discrasia non comporta l’automatica nullità del titolo, se l’oggetto della protezione resta chiaro per un tecnico del settore. Viene inoltre ribadita la necessità di valutare sia la novità che l’attività inventiva per la validità di un brevetto.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Interpretazione del brevetto: guida pratica dalla Cassazione

L’interpretazione del brevetto è un’operazione complessa che determina i confini della tutela di un’invenzione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha offerto chiarimenti fondamentali su come le diverse parti di un brevetto – rivendicazioni, descrizione e disegni – debbano interagire per definire l’ambito di protezione. Questa decisione è cruciale per imprese e inventori, poiché stabilisce principi guida per valutare la validità e l’eventuale contraffazione di un titolo di proprietà industriale.

I fatti del caso

La vicenda giudiziaria vedeva contrapposte due holding aziendali attive nel settore della componentistica per elettrodomestici. Il contenzioso era sorto in relazione a due brevetti europei. Una delle parti, l’Azienda Beta, aveva avviato una causa per far dichiarare la nullità di due brevetti detenuti dall’Azienda Alfa e, in subordine, per accertare che i propri prodotti non li contraffacessero. L’Azienda Alfa, a sua volta, aveva risposto con una domanda riconvenzionale, chiedendo di accertare la validità dei propri brevetti e di condannare la controparte per contraffazione.

Nei gradi di merito, il Tribunale e la Corte d’Appello avevano emesso decisioni complesse, dichiarando parzialmente nullo uno dei brevetti (il ‘962) dopo una limitazione delle sue rivendicazioni e ritenendo valido ma non contraffatto l’altro (il ‘093). Entrambe le parti, insoddisfatte, si sono rivolte alla Corte di Cassazione, sollevando diverse questioni di diritto.

La decisione della Corte di Cassazione e l’interpretazione del brevetto

La Suprema Corte ha accolto alcuni motivi di ricorso di entrambe le parti, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa a un’altra sezione della Corte d’Appello per una nuova valutazione. I punti cardine della decisione riguardano l’interpretazione del brevetto e la valutazione dei suoi requisiti di validità.

Il ruolo dei disegni nell’interpretazione del brevetto

Uno dei motivi di ricorso principali riguardava il brevetto ‘962. La Corte d’Appello lo aveva dichiarato nullo perché, a seguito di una limitazione, la rivendicazione non comprendeva più esplicitamente una delle forme di attuazione illustrate nei disegni. La Cassazione ha ritenuto questa conclusione errata, affermando un principio fondamentale: disegni e descrizione non sono elementi accessori, ma strumenti essenziali per interpretare le rivendicazioni.

Secondo la Corte, l’articolo 69 della Convenzione sul Brevetto Europeo impone un’interpretazione equilibrata, che non si limiti al senso letterale delle rivendicazioni, ma che offra un’equa protezione al titolare e una ragionevole certezza ai terzi. Una discrepanza tra disegno e rivendicazione non causa automaticamente la nullità del brevetto. Il giudice deve invece valutare, ponendosi nei panni di un tecnico esperto del settore, se l’oggetto della protezione richiesta sia comunque individuabile con chiarezza, utilizzando i disegni proprio per chiarire e specificare il contenuto delle rivendicazioni.

La distinzione tra Novità e Attività Inventiva

Per quanto riguarda il secondo brevetto (il ‘093), la Cassazione ha accolto il ricorso incidentale dell’Azienda Beta. La Corte d’Appello aveva dichiarato il brevetto valido limitandosi a valutarne il requisito della novità rispetto a un’anteriorità. Tuttavia, l’Azienda Beta aveva contestato anche la mancanza di “altezza inventiva” (o attività inventiva). La Suprema Corte ha ricordato che novità e attività inventiva sono requisiti di validità autonomi e distinti. Mentre la novità riguarda la non esistenza dell’invenzione nello stato della tecnica, l’attività inventiva richiede che l’invenzione non sia ovvia per un tecnico del settore. Il giudice di merito, quindi, ha l’obbligo di esaminare entrambi i requisiti quando vengono contestati, cosa che non era avvenuta nel caso di specie.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sulla necessità di un’analisi integrata e sostanziale del documento brevettuale. Rifiutando un approccio eccessivamente formalistico, la Cassazione ha stabilito che la coerenza interna tra le varie parti del brevetto (rivendicazioni, disegni, descrizione) è funzionale a un unico scopo: definire con chiarezza cosa sia protetto. L’invalidità interviene solo quando questa chiarezza viene meno, rendendo impossibile per un esperto del settore comprendere i confini dell’invenzione.

Inoltre, la Corte ha chiarito che, sebbene esista una presunzione di validità dei brevetti, spetta a chi ne deduce l’invalidità fornire la prova contraria. Al contempo, il giudice investito della questione deve esaminare tutti i profili di nullità sollevati, senza tralasciare requisiti fondamentali come l’attività inventiva.

Conclusioni

Questa ordinanza della Cassazione offre preziose indicazioni pratiche:
1. Redazione del brevetto: È essenziale garantire la massima coerenza tra rivendicazioni, descrizione e disegni, poiché tutti contribuiscono a definire l’ambito di tutela.
2. Analisi di validità: Un brevetto, per essere valido, deve possedere tutti i requisiti di legge, inclusi novità e attività inventiva. Un’analisi che ne trascuri uno è incompleta e censurabile.
3. Contenzioso brevettuale: L’interpretazione del brevetto non è un esercizio letterale. I disegni hanno una funzione interpretativa e limitativa fondamentale e possono essere decisivi per salvare un brevetto da una dichiarazione di nullità.

Qual è il ruolo dei disegni e della descrizione nell’interpretazione del brevetto?
Secondo la Corte, i disegni e la descrizione non sono semplici accessori, ma strumenti essenziali che devono essere utilizzati per interpretare e chiarire il contenuto delle rivendicazioni. Servono a definire l’ambito di protezione in modo equilibrato, offrendo al contempo tutela al titolare e certezza giuridica ai terzi.

Una discrepanza tra il disegno e la rivendicazione di un brevetto ne causa automaticamente la nullità?
No. La Cassazione ha stabilito che una discrasia tra disegno e rivendicazione non comporta di per sé la nullità del brevetto. L’invalidità si verifica solo se, a causa di tale incoerenza, un tecnico esperto del settore non è più in grado di individuare con chiarezza il contenuto e i confini dell’invenzione protetta.

Perché la Corte d’Appello deve valutare sia la novità che l’attività inventiva di un brevetto?
Perché novità e attività inventiva (o altezza inventiva) sono due requisiti di validità del brevetto distinti e autonomi. La novità attiene al fatto che l’invenzione non sia già nota, mentre l’attività inventiva richiede che essa non sia ovvia per un esperto. Se una parte contesta la validità di un brevetto per la mancanza di entrambi i requisiti, il giudice ha l’obbligo di esaminarli entrambi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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