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Interessi moratori usurari: quando manca l’azione?

Una società cliente ha contestato un contratto di leasing per la presenza di interessi moratori usurari. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che non sussiste l’interesse ad agire per far dichiarare la nullità della clausola se il contratto è già terminato e non si sono mai verificati ritardi nei pagamenti, rendendo di fatto inapplicabile la clausola stessa.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Interessi Moratori Usurari: La Cassazione Chiarisce i Limiti dell’Azione Legale

La questione degli interessi moratori usurari continua a essere un tema centrale nel contenzioso bancario. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali sui presupposti necessari per poter agire in giudizio e far valere la nullità di una clausola. La decisione sottolinea l’importanza dell'”interesse ad agire”, specificando che la sola presenza di una clausola potenzialmente nulla non è sufficiente se questa non ha mai prodotto e non potrà mai produrre effetti concreti.

I Fatti di Causa: Un Contratto di Leasing e la Contestazione sui Tassi

Una società aveva stipulato un contratto di leasing strumentale con un istituto di credito. Al termine del rapporto, la società ha avviato un’azione legale per far accertare che sia gli interessi corrispettivi che quelli moratori previsti nel contratto superassero la soglia di usura. L’obiettivo era ottenere la dichiarazione di nullità dell’intera pattuizione sugli interessi e, di conseguenza, la restituzione di quanto versato a tale titolo.

Mentre il Tribunale di primo grado aveva rigettato la domanda, la Corte d’Appello, pur riconoscendo il superamento della soglia di usura per i soli interessi di mora, aveva respinto la richiesta di gratuità del contratto. La società ha quindi proposto ricorso in Cassazione, insistendo su due punti principali: la violazione dell’art. 1815 del Codice Civile e la violazione dell’art. 644 del Codice Penale.

La Questione degli Interessi Moratori Usurari e l’Interesse ad Agire

La Suprema Corte ha analizzato i due motivi di ricorso, rigettandoli entrambi sulla base di due principi giuridici distinti ma complementari. La decisione offre una guida preziosa per comprendere quando è possibile contestare efficacemente la presenza di interessi moratori usurari.

La Distinzione tra Interessi Corrispettivi e Moratori

Il primo motivo di ricorso si basava sull’idea che la nullità della clausola sugli interessi di mora dovesse comportare la gratuità dell’intero contratto, come previsto dall’art. 1815 c.c. per gli interessi corrispettivi. La Cassazione ha ribadito un orientamento ormai consolidato (richiamando la sentenza delle Sezioni Unite n. 27442/2018): la sanzione della gratuità si applica esclusivamente agli interessi corrispettivi, che remunerano la disponibilità del capitale. Gli interessi moratori, invece, hanno una funzione risarcitoria per il ritardo nell’adempimento. La loro eventuale natura usuraria comporta la nullità della sola clausola che li prevede, con la conseguenza che l’interesse di mora viene ricondotto al tasso legale, ma non determina la gratuità del finanziamento.

Il Contratto Estinto e l’Assenza di Mora

Il secondo motivo, e punto cruciale della decisione, riguardava l’interesse ad agire. La società ricorrente sosteneva che, secondo la legge sull’usura, la semplice “promessa” di interessi usurari è sufficiente per agire, indipendentemente dal fatto che siano stati effettivamente pagati. La Corte, pur concordando in linea di principio, ha rilevato un fatto decisivo: il contratto di leasing era già estinto. La società aveva pagato tutte le rate, compresa quella finale di riscatto, diventando proprietaria del bene. Soprattutto, nel corso dell’intero rapporto contrattuale, non si era mai verificato alcun ritardo nei pagamenti. Di conseguenza, la clausola sugli interessi di mora non era mai stata applicata.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato il rigetto del ricorso sulla base di una logica stringente. L’interesse ad agire, requisito fondamentale di ogni azione giudiziaria, presuppone una lesione concreta e attuale di un diritto. Nel caso di specie, la Corte ha osservato che, sebbene la promessa di interessi usurari sia di per sé un illecito, l’azione per farne dichiarare la nullità richiede che il debitore abbia un interesse a tale accertamento. Tale interesse sussiste quando il contratto è in corso e un ritardo nel pagamento è ancora possibile, esponendo il debitore al rischio di applicazione della clausola nulla. Tuttavia, una volta che il contratto si è estinto senza che si sia mai verificata una mora, il debitore non ha più alcun interesse a far dichiarare la nullità di una clausola che non potrà mai più essergli applicata. Il creditore, infatti, non avrebbe alcun titolo per pretendere in futuro il pagamento di interessi moratori relativi a un rapporto già concluso regolarmente. Chiedere un accertamento giudiziario in queste condizioni si tradurrebbe in un’azione meramente ipotetica e astratta, priva di utilità concreta per il ricorrente.

le conclusioni

L’ordinanza stabilisce un principio di notevole importanza pratica: per poter agire in giudizio contestando la presenza di interessi moratori usurari, non basta la semplice esistenza di una clausola nulla nel contratto. È necessario dimostrare di avere un interesse concreto e attuale alla pronuncia del giudice. Tale interesse viene meno se il rapporto contrattuale è concluso e il debitore ha sempre adempiuto puntualmente ai propri obblighi, poiché la clausola contestata non ha mai avuto e non potrà mai avere alcuna incidenza sulla sua posizione giuridica. Questa decisione contribuisce a definire i contorni dell’azione anti-usura, evitando liti pretestuose e garantendo che lo strumento giudiziario sia utilizzato per tutelare posizioni giuridiche effettivamente minacciate.

Se gli interessi moratori superano la soglia di usura, il finanziamento diventa gratuito?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la sanzione della gratuità prevista dall’art. 1815 c.c. si applica solo agli interessi corrispettivi. La nullità della clausola sugli interessi moratori usurari comporta la loro riconduzione nei limiti del tasso legale, ma non l’azzeramento di tutti gli interessi dovuti.

È sufficiente la semplice promessa di interessi moratori usurari per poter agire in giudizio?
In teoria sì, ma è indispensabile dimostrare di avere un “interesse ad agire”. Se il contratto è già estinto e non si è mai verificato un ritardo nei pagamenti, il debitore non ha più un interesse concreto e attuale a far dichiarare la nullità di una clausola che non è mai stata e non potrà mai essere applicata.

Cosa ha deciso la Corte nel caso di un contratto di leasing estinto senza che si fossero verificati ritardi?
La Corte ha rigettato il ricorso perché, essendo il contratto regolarmente concluso e non essendosi mai verificata una mora, mancava l’interesse ad agire da parte della società. La clausola sugli interessi di mora, seppur potenzialmente nulla, non avrebbe mai potuto produrre effetti, rendendo l’azione legale priva di utilità concreta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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