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Interessi moratori sanità: sì a D.Lgs. 231/2002

Una struttura sanitaria privata accreditata ha citato in giudizio un’Azienda Sanitaria Locale per il ritardo nel pagamento di prestazioni erogate. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha stabilito che il rapporto tra ASL e struttura privata rientra nella nozione di ‘transazione commerciale’ ai sensi del D.Lgs. 231/2002. Di conseguenza, sono dovuti gli interessi moratori sanità, che decorrono automaticamente alla scadenza dei termini di pagamento, senza necessità di una formale messa in mora.

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Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

Interessi moratori sanità: La Cassazione conferma il D.Lgs. 231/2002 per i pagamenti delle ASL

I ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione rappresentano una sfida costante per le imprese che operano con il settore pubblico. Nel contesto sanitario, le strutture private accreditate spesso attendono a lungo la liquidazione delle fatture per le prestazioni erogate per conto del Servizio Sanitario Nazionale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale a tutela di queste strutture: l’obbligo per le ASL di corrispondere gli interessi moratori sanità in caso di ritardo, qualificando il rapporto come ‘transazione commerciale’ ai sensi del D.Lgs. 231/2002.

I Fatti del Caso: Una Struttura Sanitaria in Attesa di Pagamento

Una struttura sanitaria privata, titolare di un centro riabilitativo accreditato, ha convenuto in giudizio un’Azienda Sanitaria Locale per ottenere il pagamento degli interessi maturati a causa del ritardo nel saldo dei corrispettivi per le prestazioni fornite nell’arco di tre anni. La richiesta si basava sull’applicazione del tasso di interesse previsto dal Decreto Legislativo n. 231 del 2002, specifico per i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali.

L’ASL si è opposta, sostenendo che il rapporto, avendo natura di concessione di pubblico servizio, non potesse essere qualificato come una semplice transazione commerciale. Dopo un esito altalenante nei primi due gradi di giudizio, la questione è giunta all’attenzione della Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione e gli interessi moratori sanità

La Suprema Corte ha respinto il ricorso dell’ASL, confermando la decisione della Corte d’Appello e stabilendo in modo definitivo l’applicabilità della disciplina sugli interessi moratori. La decisione si fonda su due pilastri argomentativi principali.

La Natura del Rapporto: Non Concessione, ma Transazione Commerciale

Il primo punto cruciale affrontato dalla Corte riguarda la qualificazione giuridica del legame tra la struttura accreditata e l’ASL. L’ente sanitario sosteneva che la natura pubblicistica del servizio erogato escludesse la possibilità di applicare le norme privatistiche sulle transazioni commerciali.

La Cassazione ha rigettato questa tesi, richiamando un suo precedente a Sezioni Unite (sent. n. 35092/2023). Ha chiarito che, sebbene l’accreditamento istituzionale sia riconducibile al concetto di concessione di pubblico servizio, la fase successiva, quella degli accordi contrattuali, definisce un rapporto su base prettamente negoziale. È il contratto a stabilire volumi, tipologie di prestazioni e, soprattutto, la remunerazione. Questo accordo, che prevede una prestazione di servizi contro un corrispettivo, rientra a pieno titolo nella definizione di ‘transazione commerciale’ data dalla normativa europea e recepita dal D.Lgs. 231/2002. La struttura privata, pur erogando un servizio pubblico, mantiene la sua identità di società commerciale.

La Decorrenza Automatica degli Interessi

Il secondo motivo di ricorso dell’ASL riguardava la necessità di una formale costituzione in mora. Secondo l’ente, la mera scadenza del termine di pagamento non era sufficiente a far scattare gli interessi, ma sarebbe stata necessaria una richiesta scritta da parte del creditore.

Anche su questo punto, la Corte ha dato torto all’ASL. L’applicazione del D.Lgs. 231/2002 comporta l’operatività dell’articolo 4 dello stesso decreto, il quale stabilisce che gli interessi moratori decorrono automaticamente (‘mora ex re’) dal giorno successivo alla scadenza del termine per il pagamento, senza bisogno di alcun sollecito. Questa regola è una sanzione automatica volta a incentivare il puntuale adempimento da parte delle pubbliche amministrazioni.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si ancorano saldamente ai principi del diritto europeo e nazionale volti a contrastare i ritardi di pagamento, che rappresentano un onere ingiustificato per le imprese e ne compromettono la liquidità e la gestione finanziaria. I giudici hanno sottolineato che la disciplina del D.Lgs. 231/2002 è stata concepita per applicarsi a tutti i contratti con le Pubbliche Amministrazioni che comportino la prestazione di servizi in cambio di un prezzo. La natura pubblicistica del fine perseguito (la tutela della salute) non snatura la sostanza economica e contrattuale del rapporto tra l’ASL e il fornitore privato.

La Corte distingue nettamente la posizione delle strutture sanitarie accreditate da quella, ad esempio, delle farmacie. Mentre queste ultime sono considerate quasi come organi del servizio sanitario, operanti sulla base di accordi normativizzati, le strutture accreditate agiscono come entità commerciali autonome che stipulano specifici accordi contrattuali per l’erogazione di servizi. Questa autonomia contrattuale è l’elemento che fa ricadere il rapporto nell’alveo delle transazioni commerciali.

Le Conclusioni: Implicazioni per le Strutture Accreditate

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale di fondamentale importanza per tutte le strutture sanitarie private che operano in regime di accreditamento. Le conclusioni pratiche sono chiare e significative:

1. Diritto agli Interessi: Le strutture hanno pieno diritto a richiedere e ottenere gli interessi moratori secondo il tasso, più elevato, previsto dal D.Lgs. 231/2002 in caso di ritardo nei pagamenti da parte delle ASL.
2. Decorrenza Automatica: Non è necessario inviare lettere di sollecito o messa in mora. Gli interessi iniziano a maturare automaticamente il giorno dopo la scadenza contrattuale o legale del pagamento.
3. Tutela Rafforzata: La qualificazione del rapporto come transazione commerciale offre una tutela più forte e automatica alle imprese creditrici, scoraggiando i ritardi cronici da parte della pubblica amministrazione e contribuendo a una maggiore certezza nei flussi di cassa.

Una struttura sanitaria privata accreditata ha diritto agli interessi moratori se l’ASL paga in ritardo?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che il rapporto contrattuale tra la struttura e l’ASL è una ‘transazione commerciale’ ai sensi del D.Lgs. 231/2002. Pertanto, in caso di ritardato pagamento, la struttura ha diritto a ricevere gli interessi moratori al tasso speciale previsto da tale decreto.

È necessario inviare un sollecito di pagamento all’ASL per far scattare gli interessi?
No. La sentenza chiarisce che l’applicabilità del D.Lgs. 231/2002 implica la decorrenza automatica degli interessi (‘mora ex re’). Essi iniziano a maturare dal giorno successivo alla scadenza del termine di pagamento, senza che il creditore debba compiere alcuna azione formale.

Perché il rapporto con l’ASL viene considerato una ‘transazione commerciale’ pur riguardando un servizio pubblico?
Perché, secondo la Corte, al di là dell’accreditamento iniziale, il rapporto si fonda su un accordo contrattuale specifico che definisce le prestazioni, i volumi e il corrispettivo economico. La struttura privata, sebbene operi per il servizio pubblico, mantiene la sua natura di impresa commerciale che esegue un contratto a titolo oneroso, elemento cardine per la qualificazione come transazione commerciale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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