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Interessi moratori professionisti: quando si applicano?

Un professionista ha richiesto il pagamento dei suoi compensi a una società cliente, maggiorati degli interessi moratori previsti dal D.Lgs. 231/2002. La Corte d’Appello aveva negato tali interessi speciali, ritenendoli applicabili solo nei confronti di enti pubblici. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che gli interessi moratori professionisti si applicano a tutte le transazioni commerciali, inclusi i rapporti tra professionisti e imprese private. Ha inoltre chiarito che gli interessi decorrono dalla richiesta di pagamento stragiudiziale (messa in mora) e non dalla data di avvio della causa.

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Pubblicato il 23 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Interessi Moratori Professionisti: La Cassazione Chiarisce la Loro Applicazione

Il puntuale pagamento dei compensi è un elemento cruciale per la sostenibilità economica di ogni libero professionista. I ritardi nei pagamenti possono creare notevoli difficoltà, ed è per questo che la legge prevede strumenti specifici a tutela del creditore. Tra questi, spiccano gli interessi moratori professionisti, disciplinati dal D.Lgs. 231/2002 per contrastare i ritardi nelle transazioni commerciali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti decisivi sull’ambito di applicazione di questa normativa, estendendone la portata anche ai rapporti con le imprese private e precisando la corretta decorrenza degli interessi.

I Fatti di Causa: Un Professionista Contro un’Impresa Cliente

La vicenda trae origine dalla richiesta di un avvocato nei confronti di una società a responsabilità limitata, sua cliente in diverse cause civili. Il legale, a fronte del mancato pagamento dei propri compensi, si è rivolto alla Corte d’Appello per ottenere non solo il saldo delle sue spettanze, ma anche gli interessi di mora nella misura speciale prevista dal D.Lgs. 231/2002, a partire dalla prima richiesta di pagamento inviata alla società.

La società cliente si è opposta, contestando in particolare la debenza degli interessi moratori speciali, sostenendo che tale disciplina non fosse applicabile al loro rapporto contrattuale.

La Decisione della Corte d’Appello: Un’Interpretazione Restrittiva

La Corte d’Appello ha accolto solo parzialmente la domanda del professionista. Pur condannando la società al pagamento del compenso, ha escluso l’applicazione degli interessi speciali previsti dal D.Lgs. 231/2002. Secondo i giudici di secondo grado, la normativa era applicabile solo quando il debitore fosse un’autorità pubblica. Di conseguenza, ha riconosciuto al legale solo gli interessi al tasso legale ordinario, con decorrenza dalla data della domanda giudiziale e non da quella della precedente richiesta stragiudiziale.

Il Ricorso in Cassazione e l’Applicazione degli Interessi Moratori Professionisti

Insoddisfatto della decisione, il professionista ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, basandolo su due motivi principali, entrambi accolti dalla Suprema Corte.

Primo Motivo: La Natura del Debitore è Irrilevante

Il ricorrente ha sostenuto che la Corte d’Appello avesse errato nel ritenere che la natura privata della società cliente escludesse l’applicazione del D.Lgs. 231/2002. La normativa, nata per recepire una direttiva europea contro i ritardi di pagamento, definisce le “transazioni commerciali” come contratti tra imprese o tra imprese e pubbliche amministrazioni. La nozione di “impresa” o “imprenditore” include esplicitamente “ogni soggetto esercente un’attività economica organizzata o una libera professione”.

Secondo Motivo: La Decorrenza degli Interessi dalla Messa in Mora

Il secondo motivo di ricorso riguardava il momento dal quale far decorrere gli interessi. Il legale ha contestato la decisione della Corte territoriale di farli partire dalla domanda giudiziale, sostenendo che dovessero essere calcolati dalla data della richiesta di pagamento stragiudiziale inviata precedentemente, che costituisce un formale atto di messa in mora.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondati entrambi i motivi, cassando con rinvio l’ordinanza impugnata. I giudici di legittimità hanno affermato in modo inequivocabile che la disciplina sugli interessi moratori professionisti prevista dal D.Lgs. 231/2002 si applica anche nei rapporti tra un libero professionista e un’impresa privata. La decisione della Corte d’Appello di escludere l’applicabilità della norma sulla base della natura privata del debitore è stata quindi giudicata errata, poiché la legge non pone tale distinzione. L’elemento chiave è la natura della transazione, che deve rientrare nella definizione di “transazione commerciale”, comprensiva della prestazione di servizi da parte di un professionista.

Inoltre, la Corte ha ribadito il principio, già consolidato in giurisprudenza, secondo cui gli interessi sulle somme dovute per prestazioni professionali decorrono non necessariamente dall’inizio della causa, ma dal momento in cui il debitore è stato messo in mora, ovvero dalla data della richiesta stragiudiziale di adempimento. Sarà compito della Corte d’Appello, in sede di rinvio, verificare se tale richiesta sia stata effettivamente inviata prima dell’azione giudiziaria.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rappresenta un punto fermo di grande importanza per tutti i liberi professionisti. Stabilisce chiaramente che la tutela rafforzata contro i ritardi di pagamento, che include l’applicazione di un tasso di interesse di mora più elevato, non è una prerogativa dei soli rapporti con la pubblica amministrazione, ma si estende pienamente anche alle transazioni con clienti privati. La sentenza rafforza la posizione del professionista come creditore, incentivando i clienti al rispetto delle scadenze di pagamento e fornendo uno strumento più efficace per recuperare il dovuto in caso di ritardo. Viene inoltre valorizzato l’atto di messa in mora come momento determinante per la decorrenza degli interessi, spingendo a una gestione più formale e tempestiva delle richieste di pagamento.

Gli interessi moratori previsti dal D.Lgs. 231/2002 si applicano anche ai compensi dei liberi professionisti?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la disciplina sugli interessi moratori per le transazioni commerciali si applica anche ai compensi dovuti ai liberi professionisti, poiché la loro attività rientra nella nozione di prestazione di servizi contro il pagamento di un prezzo.

Per applicare gli interessi moratori speciali, è necessario che il cliente sia una pubblica amministrazione?
No. La Corte ha chiarito che la natura pubblica o privata del debitore è irrilevante. La normativa si applica a tutte le “transazioni commerciali”, che includono i contratti tra professionisti e imprese private.

Da quando iniziano a decorrere gli interessi per il ritardato pagamento dei compensi professionali?
Gli interessi competono a far data dalla messa in mora, che può coincidere con una richiesta stragiudiziale di pagamento scritta, se antecedente alla proposizione della domanda giudiziale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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