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Interessi moratori: la Cassazione rigetta il ricorso

Una società ha citato in giudizio un istituto di credito per un contratto di leasing, contestando l’usura degli interessi moratori, l’indeterminatezza del tasso e l’anatocismo del piano di ammortamento. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno respinto le domande. La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni precedenti, rigettando il ricorso. La Corte ha stabilito che la soglia di usura per gli interessi moratori non era stata superata secondo i calcoli delle Sezioni Unite, che il piano di ammortamento alla francese non genera anatocismo e che le altre censure erano generiche e infondate.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Interessi moratori e contratti bancari: la Cassazione fa chiarezza

L’analisi dei tassi di interesse nei contratti di finanziamento è una fonte costante di contenzioso. In una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato questioni cruciali relative agli interessi moratori, all’anatocismo nel piano di ammortamento alla francese e all’onere della prova a carico del cliente. Questa decisione ribadisce principi fondamentali e offre importanti indicazioni pratiche per chi si confronta con il diritto bancario.

I Fatti di Causa

Una società a responsabilità limitata aveva stipulato un contratto di leasing con un istituto di credito. Successivamente, la società ha citato in giudizio la banca, sostenendo diverse irregolarità. In particolare, ha contestato:
1. La natura usuraria del tasso degli interessi moratori.
2. L’indeterminatezza del tasso di interesse, legato al parametro Euribor senza un ancoraggio a un indice iniziale chiaro.
3. La violazione del divieto di anatocismo, derivante dall’adozione di un piano di ammortamento “alla francese”.

La società chiedeva, in via principale, la declaratoria di nullità del contratto con la sola restituzione del capitale e, in subordine, la condanna della banca alla restituzione delle somme indebitamente percepite. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano respinto le domande, spingendo la società a ricorrere in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso infondato, rigettandolo integralmente e condannando la società ricorrente al pagamento delle spese processuali. La decisione si basa su un’analisi puntuale dei quattro motivi di ricorso presentati, ritenuti in parte infondati e in parte inammissibili.

Le motivazioni

La Corte ha smontato le argomentazioni della ricorrente punto per punto, basandosi su consolidati orientamenti giurisprudenziali, inclusi quelli delle Sezioni Unite.

Primo motivo: Gli interessi moratori e l’usura

La ricorrente lamentava che la Corte d’Appello avesse erroneamente escluso l’usura degli interessi moratori. La Cassazione ha ritenuto il motivo infondato. I giudici di merito avevano correttamente applicato la formula di calcolo indicata dalla sentenza delle Sezioni Unite n. 19597/2020, concludendo che il tasso soglia (18,825%) non era stato superato. La Corte ha sottolineato come la ricorrente si fosse limitata a una critica generica della sentenza impugnata, senza dimostrare l’errore nel calcolo del tasso soglia né proporre un calcolo alternativo fondato. L’argomentazione è stata quindi giudicata una mera petizione di principio, priva di fondamento.

Secondo motivo: Ammortamento alla francese e indeterminatezza del tasso

La Corte ha respinto anche la censura relativa all’anatocismo nel piano di ammortamento “alla francese”. Richiamando la recente pronuncia delle Sezioni Unite (n. 15130/2024), ha ribadito che questo metodo non produce un effetto anatocistico illegittimo, poiché gli interessi di ogni rata sono calcolati unicamente sul capitale residuo e non sugli interessi pregressi. Riguardo alla presunta indeterminatezza del tasso legato all’Euribor, la censura è stata giudicata eccessivamente generica, in quanto la ricorrente non aveva trascritto la clausola contrattuale contestata né ne aveva riprodotto il contenuto, impedendo alla Corte di valutarne la fondatezza.

Terzo motivo: La richiesta di CTU

La ricorrente denunciava la violazione di legge per la mancata ammissione di una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU), ritenuta indispensabile per accertare le presunte irregolarità. La Cassazione ha dichiarato il motivo inammissibile, ricordando che la scelta di disporre una CTU rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. Tale decisione è censurabile in Cassazione solo in casi limitati e, nel caso di specie, la scelta di non procedere con la consulenza era stata motivata. Il ricorso alla CTU non può supplire alla carenza di allegazione e prova delle parti.

Quarto motivo: La compensazione delle spese

Infine, la Corte ha giudicato inammissibile anche il motivo relativo alla mancata compensazione delle spese legali. La Cassazione ha ribadito che, in base al principio della soccombenza, la parte interamente vittoriosa non può essere condannata al pagamento delle spese. La valutazione sull’opportunità di compensare le spese rientra nel potere discrezionale del giudice di merito e non è sindacabile in sede di legittimità, a meno di una violazione del principio stesso, cosa non avvenuta nel caso in esame.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame conferma alcuni punti fermi nel contenzioso bancario. In primo luogo, per contestare l’usura degli interessi moratori, non è sufficiente una generica allegazione, ma è necessario fornire elementi probatori specifici e dimostrare, attraverso un calcolo rigoroso basato sui principi espressi dalle Sezioni Unite, l’effettivo superamento del tasso soglia. In secondo luogo, viene consolidato l’orientamento che esclude la presenza di anatocismo intrinseco nel piano di ammortamento alla francese. Infine, la decisione ribadisce la natura discrezionale della CTU, che non può essere invocata per colmare le lacune probatorie della parte che agisce in giudizio. Questa pronuncia serve da monito sulla necessità di formulare ricorsi dettagliati, specifici e supportati da prove concrete per avere successo in questo tipo di controversie.

Quando gli interessi moratori sono considerati usurari secondo la Cassazione?
Gli interessi moratori sono usurari se superano il tasso soglia calcolato secondo la formula indicata dalla sentenza delle Sezioni Unite n. 19597/2020. La semplice affermazione che siano usurari non è sufficiente; la parte che solleva la contestazione deve dimostrare, sulla base degli elementi probatori offerti, che tale limite è stato superato.

Il piano di ammortamento “alla francese” produce un effetto anatocistico illegittimo?
No. Secondo la Corte di Cassazione, che richiama una precedente sentenza delle Sezioni Unite (n. 15130/2024), il piano di ammortamento alla francese non produce un illegittimo effetto anatocistico. Questo perché gli interessi di periodo sono calcolati unicamente sul capitale residuo e, alla scadenza della rata, vengono pagati e non capitalizzati (cioè non si aggiungono al capitale per produrre nuovi interessi).

Il giudice è sempre obbligato ad ammettere una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) in materia bancaria?
No, la scelta di disporre una CTU rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. La sua decisione di non ammetterla è motivata e non è censurabile in Cassazione se non per vizi specifici. La CTU non può essere utilizzata per supplire a una carenza di allegazioni o prove da parte di chi agisce in giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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