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Interessi di mora: quando decorrono per la PA

Un’associazione non profit ha ottenuto un decreto ingiuntivo contro un’Azienda Sanitaria Locale (ASL) per il pagamento di prestazioni sanitarie. L’ASL ha pagato in ritardo una parte del debito. La Corte di Cassazione ha stabilito che gli interessi di mora decorrono dalla data in cui il debito è divenuto esigibile, come indicato in una delibera dell’ASL, anche se tale documento non è stato materialmente prodotto in giudizio, poiché la sua esistenza e la sua data non erano state contestate dalla stessa ASL.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Interessi di Mora e PA: La Cassazione Chiarisce la Decorrenza

Il puntuale pagamento dei crediti è un pilastro delle transazioni commerciali, e quando il debitore è la Pubblica Amministrazione, la questione assume contorni ancora più delicati. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale: la decorrenza degli interessi di mora. La pronuncia stabilisce che, se la data di esigibilità del credito non è contestata, gli interessi decorrono da quel momento, anche se il documento formale che la attesta non è stato fisicamente depositato in giudizio.

I Fatti del Caso: Un Credito Conteso

Una Onlus, fornitrice di prestazioni di riabilitazione, si è vista costretta a richiedere un decreto ingiuntivo nei confronti di un’Azienda Sanitaria Locale (ASL) per ottenere il pagamento di fatture per un totale di circa 36.000 euro. L’ASL, opponendosi al decreto, ha successivamente saldato una parte consistente del debito, lasciando un residuo di circa 8.000 euro.

Il Tribunale di primo grado, pur condannando l’ASL al pagamento del residuo, ha riconosciuto gli interessi di mora solo a partire da una data successiva a quella di emissione delle fatture. La fonte dell’obbligazione, infatti, era stata individuata in una delibera dell’ASL che riconosceva il debito. La Corte d’Appello ha confermato questa impostazione, motivando che la Onlus non aveva prodotto in giudizio tale delibera, non fornendo così la prova certa della data di esigibilità del credito.

La Questione degli Interessi di mora e la Prova del Credito

Il cuore della controversia, giunta fino in Cassazione, riguardava proprio il calcolo degli interessi di mora. La Onlus sosteneva che gli interessi dovessero essere calcolati sull’intera somma originaria a partire dalla data di esigibilità del credito (identificata con la delibera dell’ASL), fino al pagamento parziale, e successivamente sul residuo fino al saldo finale.

La Corte d’Appello aveva invece negato questo diritto basandosi su un presupposto formale: la mancata produzione del documento (la delibera) da parte del creditore. Secondo i giudici di merito, senza quel documento, non vi era prova certa della data da cui far decorrere gli interessi.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, accogliendo il ricorso della Onlus. Il ragionamento dei giudici supremi si fonda su un principio cardine del processo civile: il principio di non contestazione (art. 115 c.p.c.).

La Corte ha osservato che la stessa ASL, nel corso del giudizio, non aveva mai messo in discussione né l’esistenza della delibera n. 674 né la sua data (4 settembre 2018). Il fatto, quindi, doveva considerarsi pacifico tra le parti e, di conseguenza, provato. È illogico e contrario ai principi processuali, afferma la Corte, pretendere che il creditore produca un documento che è nella piena disponibilità del debitore e il cui contenuto non è oggetto di disputa.

La Cassazione ha chiarito che, una volta stabilita e non contestata la data in cui l’obbligazione è sorta, gli interessi di mora devono essere riconosciuti a partire dal sessantunesimo giorno successivo, come previsto dal D.Lgs. 231/2002. Pertanto, l’Onlus aveva diritto agli interessi sull’intera somma dalla data di esigibilità del credito fino all’acconto ricevuto, e sul residuo da quel momento fino al saldo effettivo.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza rafforza la tutela dei creditori nei confronti della Pubblica Amministrazione e, più in generale, in tutte le transazioni commerciali. Il messaggio è chiaro: un fatto non contestato dal debitore non necessita di prova documentale da parte del creditore, specialmente se il documento è in possesso del debitore stesso. La decisione promuove la correttezza processuale e impedisce che cavilli formali possano pregiudicare il diritto sostanziale del creditore a ricevere il giusto ristoro per il ritardato pagamento, inclusi gli interessi di mora calcolati correttamente.

Da quando decorrono gli interessi di mora se la data di esigibilità del credito è riconosciuta ma il documento che la attesta non è prodotto in giudizio?
Gli interessi di mora decorrono dalla data di esigibilità del credito, anche se il documento formale (come una delibera) non viene prodotto in atti, a condizione che l’esistenza e la data di tale documento non siano state contestate dalla parte debitrice. Il principio di non contestazione rende il fatto provato.

Chi ha l’onere di produrre un documento che è nella piena disponibilità del debitore?
La Corte ha ritenuto che non si possa far carico al creditore dell’onere di produrre un documento che è nella piena disponibilità del debitore (in questo caso, la delibera dell’ASL), soprattutto quando i fatti che tale documento dovrebbe provare non sono contestati.

Il pagamento parziale del debito durante il processo influisce sul calcolo degli interessi di mora sulla somma originaria?
Sì. Gli interessi di mora vanno calcolati sull’intera somma dovuta dalla data di esigibilità fino al momento del pagamento parziale. Successivamente, gli interessi continueranno a maturare solo sulla somma residua fino al saldo finale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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