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Interclusione da alienazione: la servitù di passaggio

La Corte di Cassazione chiarisce la disciplina della servitù di passaggio quando un fondo diventa intercluso a seguito di una vendita. L’ordinanza analizza il caso di due fratelli che si opponevano alla costituzione di una servitù a favore dei vicini, sostenendo che l’interclusione del loro fondo era un effetto diretto di un precedente atto di alienazione. La Corte ha cassato la decisione di merito per aver erroneamente applicato l’art. 1062 c.c. (destinazione del padre di famiglia) invece del più specifico art. 1054 c.c. sull’interclusione da alienazione, rinviando il giudizio alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Interclusione da alienazione: la Cassazione chiarisce quando la servitù è dovuta

Quando si acquista un terreno o un immobile, l’accesso alla via pubblica è un elemento fondamentale. Ma cosa succede se, a seguito di una vendita, una porzione di terreno rimane completamente isolata? La recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un caso emblematico di interclusione da alienazione, chiarendo quale norma applicare e quali diritti spettano al proprietario del fondo rimasto senza accesso. Si tratta di una questione di grande rilevanza pratica, che tocca il cuore del diritto di proprietà e dei rapporti di vicinato.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine dalla richiesta di due fratelli, proprietari di un terreno, di ottenere la restituzione di alcune particelle utilizzate dai loro vicini, una coppia di coniugi, come strada di accesso e parcheggio per la loro attività commerciale. I coniugi, citati in giudizio, si sono opposti alla richiesta e, a loro volta, hanno chiesto al tribunale di accertare il loro acquisto della proprietà di quelle aree per usucapione ventennale o, in subordine, di costituire una servitù coattiva di passaggio, dato che il loro fondo era intercluso, ovvero privo di accesso alla pubblica via.

Il Tribunale di primo grado accoglieva parzialmente le domande di entrambe le parti: ordinava la restituzione dell’area usata come parcheggio ma rigettava la domanda di usucapione dei vicini, costituendo però una servitù coattiva di passaggio sulle altre particelle, ritenendo sussistente l’interclusione del fondo.

L’esito nei gradi di merito e l’errata applicazione della legge

I fratelli proprietari del terreno decidevano di impugnare la decisione dinanzi alla Corte d’Appello. Nel loro appello, sostenevano, tra le altre cose, che l’eventuale interclusione del fondo dei vicini non era assoluta, ma era stata causata da un precedente atto di vendita (alienazione) da parte dei loro danti causa. Secondo i fratelli, questa circostanza avrebbe dovuto portare all’applicazione di una norma specifica del Codice Civile, l’art. 1054, che regola proprio l’interclusione da alienazione.

La Corte d’Appello, tuttavia, rigettava sia l’appello principale dei fratelli che quello incidentale dei coniugi, confermando la sentenza di primo grado. Per farlo, la Corte si basava su una consulenza tecnica d’ufficio (CTU) svolta dopo la prima sentenza, confermando l’interclusione e la necessità del passaggio. La Corte territoriale, però, liquidava l’argomento sull’origine dell’interclusione come ‘del tutto inconferente’, richiamando erroneamente l’art. 1062 c.c. (costituzione di servitù per destinazione del padre di famiglia), una norma non pertinente al caso di specie.

L’analisi della Cassazione sull’interclusione da alienazione

I fratelli non si arrendevano e ricorrevano in Cassazione. Il quarto motivo del loro ricorso si è rivelato decisivo. Essi lamentavano la violazione e falsa applicazione dell’art. 1062 c.c. e, soprattutto, il mancato esame del fatto che l’interclusione era stata causata proprio dal frazionamento e dalla vendita di una parte del terreno originario da parte dei danti causa dei loro vicini. La Corte di Cassazione ha ritenuto questo motivo fondato.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha evidenziato come la Corte d’Appello avesse commesso un grave errore di diritto. I giudici di secondo grado non avevano risposto adeguatamente alla doglianza degli appellanti, secondo cui l’interclusione era il risultato di un atto volontario di vendita. Invece di analizzare la questione alla luce dell’art. 1054 c.c. – che disciplina specificamente l’interclusione da alienazione – la Corte territoriale aveva erroneamente richiamato l’art. 1062 c.c., che riguarda la diversa fattispecie della servitù per destinazione del padre di famiglia. Quest’ultima si applica quando due fondi, originariamente appartenenti allo stesso proprietario, vengono divisi, ma nel caso in esame parte del fondo originario era rimasta di proprietà dei venditori.

L’art. 1054 c.c. stabilisce che se un fondo diventa intercluso per effetto di un’alienazione a titolo oneroso (come una vendita), il proprietario ha diritto di ottenere il passaggio dall’altro contraente (il venditore, sul fondo rimasto a lui) senza pagare alcuna indennità. La questione posta dagli appellanti era proprio questa: l’obbligo di concedere il passaggio doveva ricadere sui venditori originari (i danti causa dei vicini) e non su di loro, terzi estranei a quell’atto.

Le Conclusioni della Corte Suprema

Accogliendo il quarto motivo del ricorso, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata. Ha stabilito che la Corte d’Appello aveva eluso una questione centrale e decisiva, applicando una norma errata. Di conseguenza, il giudizio è stato rinviato alla medesima Corte d’Appello, in diversa composizione, affinché riesamini il caso applicando il corretto principio di diritto contenuto nell’art. 1054 c.c. La Corte di rinvio dovrà quindi verificare se l’interclusione sia effettivamente derivata da un atto di alienazione e, in tal caso, trarne le dovute conseguenze legali sulla costituzione della servitù.

Quando un fondo si definisce ‘intercluso’?
Un fondo è considerato intercluso quando non ha un accesso diretto alla via pubblica, oppure quando l’accesso esistente è inadatto o insufficiente ai bisogni del fondo e non può essere ampliato.

Cosa prevede la legge se un fondo diventa intercluso a seguito di una vendita?
L’articolo 1054 del Codice Civile stabilisce che se un fondo diventa intercluso a seguito di un’alienazione a titolo oneroso (una vendita) o di una divisione, il proprietario ha diritto di ottenere il passaggio sul fondo dell’altro contraente (cioè del venditore o degli altri condividenti) senza dover corrispondere alcuna indennità.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza in questo caso?
La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza perché la Corte d’Appello ha ignorato la questione, sollevata dagli appellanti, relativa all’origine dell’interclusione. Invece di applicare l’art. 1054 c.c. (sull’interclusione da alienazione), ha erroneamente fatto riferimento all’art. 1062 c.c. (sulla destinazione del padre di famiglia), commettendo un errore di diritto e omettendo di valutare un fatto decisivo per il giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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