LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ingiunzione fiscale: necessario il sollecito?

Una società si opponeva a un’ingiunzione di pagamento per multe stradali, emessa da un Comune, lamentando la mancata ricezione di un preventivo sollecito. I giudici di merito accoglievano l’opposizione. La Corte di Cassazione, riformando la decisione, ha stabilito che l’ingiunzione fiscale non è un atto esecutivo ma un titolo che accerta il debito, pertanto non necessita di un sollecito preventivo, chiarendo la diversa funzione degli avvisi previsti dalla legge e dai regolamenti locali.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Ingiunzione Fiscale per Multe: il Sollecito di Pagamento è Obbligatorio?

La notifica di un’ingiunzione di pagamento da parte di un ente pubblico, come un Comune, solleva spesso dubbi e preoccupazioni. Una delle domande più frequenti riguarda la necessità di un avviso preventivo, un cosiddetto “sollecito di pagamento”, prima che l’ente proceda con un atto formale come l’ingiunzione fiscale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti fondamentali su questo punto, distinguendo la natura dell’ingiunzione dagli atti esecutivi e interpretando la portata dei regolamenti comunali in materia.

I Fatti di Causa: Dalle Multe Stradali al Ricorso in Cassazione

Il caso ha origine dall’opposizione presentata da una società di autocarrozzeria contro un’ingiunzione di pagamento emessa dal Comune di Firenze. L’ingiunzione cumulava gli importi di diverse violazioni al codice della strada commesse nel 2013. La società contestava la legittimità dell’atto per due motivi principali: la mancata ricezione di un sollecito preventivo di pagamento, previsto dal regolamento comunale, e l’applicazione di interessi semestrali ritenuti eccessivi.

Sia il Giudice di Pace in primo grado che il Tribunale in appello hanno dato ragione alla società, annullando l’ingiunzione. I giudici di merito hanno ritenuto che il regolamento comunale imponesse l’invio di un sollecito prima di avviare la procedura di riscossione, a prescindere dall’importo del debito, estendendo così una garanzia per il cittadino. Il Comune, non condividendo questa interpretazione, ha presentato ricorso in Cassazione.

La Questione Legale: Natura dell’Ingiunzione Fiscale e Regolamenti Locali

Il cuore della controversia legale ruotava attorno alla natura giuridica dell’ingiunzione fiscale, disciplinata dal R.D. 639/1910. Il Comune sosteneva che tale atto non fosse un atto esecutivo (come un pignoramento), ma un atto che accerta il credito e costituisce titolo esecutivo, simile a un precetto. Di conseguenza, non richiederebbe un preavviso ulteriore rispetto alla notifica dei verbali di violazione originali.

Secondo la tesi del Comune, il regolamento locale che menzionava l’invio di un “sollecito” prima della “riscossione coattiva” non istituiva un obbligo perentorio prima dell’emissione dell’ingiunzione stessa, ma si riferiva a una fase successiva. Confondere l’ingiunzione con la riscossione vera e propria sarebbe stato un errore di interpretazione da parte dei giudici di merito.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Comune, cassando la sentenza del Tribunale. I giudici supremi hanno chiarito in modo definitivo la funzione e la natura dell’ingiunzione fiscale.

Il punto centrale della motivazione risiede nella distinzione fondamentale: l’ingiunzione fiscale non è un atto della riscossione, ma l’atto che la precede e la fonda. È un provvedimento con una duplice funzione: accertare l’esistenza del debito e costituire il titolo esecutivo che permette, in un momento successivo ed eventuale, di avviare l’espropriazione forzata (la riscossione coattiva vera e propria).

La Corte ha specificato che il ragionamento del Tribunale, che aveva equiparato l’ingiunzione a un atto esecutivo da far precedere obbligatoriamente da un sollecito, era errato. Il regolamento comunale, nell’articolo che prevede l’invio di un sollecito “preventivamente all’attivazione delle procedure per la riscossione coattiva”, si riferisce alle azioni esecutive (pignoramenti, fermi amministrativi) che possono seguire l’ingiunzione, non all’emissione dell’ingiunzione stessa. L’ingiunzione inizia il procedimento di coazione, non lo conclude.

Questa interpretazione, secondo la Cassazione, è coerente con la giurisprudenza consolidata che riconosce all’ingiunzione fiscale una distinta funzione accertativa, che non richiede la previa formazione del ruolo, a differenza di altre procedure di riscossione. Pertanto, ritenere obbligatorio un sollecito prima dell’ingiunzione significherebbe alterarne la natura e la funzione previste dalla legge.

Le Conclusioni

La sentenza stabilisce un principio chiaro: l’ingiunzione fiscale emessa da un ente locale per la riscossione di crediti, come le multe per violazioni del codice della strada, è un atto legittimo anche se non preceduto da un sollecito di pagamento. Questo perché l’ingiunzione non è un atto esecutivo, ma l’atto che accerta il debito e funge da titolo per un’eventuale e successiva esecuzione. La notifica dei verbali di accertamento della violazione è di per sé sufficiente a informare il debitore. I regolamenti comunali che prevedono solleciti prima della “riscossione coattiva” si riferiscono alla fase esecutiva che segue la notifica dell’ingiunzione, e non impongono un adempimento preliminare all’emissione dell’ingiunzione stessa. La causa è stata quindi rinviata al Tribunale per un nuovo esame alla luce di questi principi.

Un Comune può emettere un’ingiunzione fiscale per multe non pagate senza prima inviare un sollecito di pagamento?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, l’ingiunzione fiscale è un atto che accerta il debito e costituisce titolo esecutivo, e la sua legittimità non dipende dall’invio di un preventivo sollecito di pagamento, essendo sufficiente la notifica dei verbali di accertamento delle infrazioni.

L’ingiunzione fiscale è un atto di esecuzione forzata come un pignoramento?
No. La sentenza chiarisce che l’ingiunzione fiscale non è un atto esecutivo (o “atto della riscossione”), ma un atto prodromico. Esso accerta il credito e costituisce il titolo necessario per poter avviare, solo in un momento successivo ed eventuale, l’esecuzione forzata vera e propria.

Un regolamento comunale può imporre l’obbligo di inviare un sollecito prima dell’ingiunzione fiscale?
No, non nel senso inteso dai giudici di merito. La Corte ha interpretato la norma del regolamento comunale in questione come riferita alle procedure esecutive successive all’ingiunzione, e non come un obbligo preliminare all’emissione dell’ingiunzione stessa, la cui natura è definita dalla legge nazionale (R.D. 639/1910).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati