LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ingiunzione fiscale concessionario: legittima la notifica

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8039/2019, ha stabilito che un’ingiunzione fiscale emessa da un concessionario privato per la riscossione di multe stradali per conto di un Comune è legittima. Il caso riguardava un cittadino che contestava il potere della società di riscossione di emettere tale atto nel 2011. La Corte ha chiarito che, nonostante la complessità e l’evoluzione delle norme, la legislazione in vigore all’epoca dei fatti (ratione temporis) consentiva ai concessionari di utilizzare lo strumento dell’ingiunzione fiscale, respingendo così il ricorso del cittadino.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 luglio 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Ingiunzione Fiscale Concessionario: La Cassazione Conferma la Legittimità

La Corte di Cassazione ha affrontato una questione di notevole rilevanza pratica: una società privata, che agisce come concessionaria per la riscossione per un ente locale, può legittimamente emettere e notificare una ingiunzione fiscale per il pagamento di multe stradali? Con la sentenza n. 8039 del 21 marzo 2019, i giudici hanno dato una risposta affermativa, chiarendo la continuità normativa che attribuisce tale potere. L’analisi del caso mostra come l’ingiunzione fiscale del concessionario sia uno strumento valido, anche in un quadro legislativo complesso e in continua evoluzione.

I Fatti di Causa: Dalle Multe all’Ingiunzione

Il caso ha origine dall’opposizione di una cittadina a un’ingiunzione fiscale notificatale nel dicembre 2011. L’ingiunzione era stata emessa da una società concessionaria della riscossione per conto del Comune di Torino e mirava a recuperare le somme dovute per tre verbali di infrazione al Codice della Strada, che la cittadina non aveva precedentemente impugnato.

La ricorrente sosteneva che, al momento della notifica, mancasse una norma specifica che autorizzasse una società privata ad emettere un’ingiunzione fiscale. A suo avviso, questo potere, di natura eccezionale, doveva essere riservato esclusivamente alle autorità amministrative pubbliche e non poteva essere esteso per analogia.

Sia il Giudice di Pace che il Tribunale di Torino avevano respinto le sue ragioni, ritenendo legittima la procedura seguita dalla società di riscossione. La questione è quindi giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte: l’Ingiunzione Fiscale del Concessionario è Valida

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando la correttezza delle decisioni dei giudici di merito. I giudici hanno stabilito che, anche nel 2011, la normativa permetteva ai concessionari di utilizzare lo strumento dell’ingiunzione fiscale previsto dal Regio Decreto n. 639 del 1910.

La Corte ha smontato la tesi della ricorrente, basata su un presunto vuoto legislativo, attraverso una meticolosa ricostruzione della cronologia delle leggi in materia di riscossione delle entrate locali.

Le Motivazioni: Un Complesso Quadro Normativo

Le motivazioni della sentenza si concentrano sull’analisi dell’intricato susseguirsi di norme che hanno regolato la materia. La Corte ha evidenziato come, nonostante abrogazioni, modifiche e rinvii, il potere dei concessionari non sia mai venuto meno.

La Continuità Normativa

Il punto cruciale della decisione risiede nell’aver accertato che la norma fondamentale che consente ai concessionari di procedere alla riscossione coattiva tramite ingiunzione (in particolare l’art. 4, comma 2-sexies, del D.L. n. 209/2002) non era stata abrogata all’epoca dei fatti. I tentativi di abrogazione, infatti, erano stati a loro volta rinviati e infine cancellati da interventi legislativi successivi. Questo ha garantito una continuità normativa, preservando il potere delle società di riscossione.

L’interpretazione Estensiva del Potere di Riscossione

La Corte ha inoltre respinto l’idea che l’uso dell’ingiunzione fiscale da parte di un privato sia un’eccezione da interpretare restrittivamente. Al contrario, ha sottolineato che la delega di funzioni pubbliche, come la riscossione, a soggetti privati è un fenomeno consolidato nell’ordinamento italiano. Tali soggetti, sebbene privati, agiscono come espressione diretta della pubblica amministrazione e sono sottoposti a controlli e responsabilità simili a quelli degli enti pubblici.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza consolida un principio fondamentale per la riscossione delle entrate degli enti locali. Essa chiarisce che l’ingiunzione fiscale del concessionario è uno strumento pienamente legittimo per il recupero di crediti come le sanzioni per violazioni del Codice della Strada. Per i cittadini, ciò significa che ignorare un’ingiunzione proveniente da una società di riscossione autorizzata può avere le stesse conseguenze di un atto emesso direttamente dall’ente pubblico, inclusa l’avvio di procedure esecutive come il pignoramento. La decisione offre certezza giuridica agli operatori del settore e agli enti locali, confermando la validità delle procedure di riscossione affidate a soggetti esterni.

Una società privata che riscuote le multe per un Comune può emettere un’ingiunzione fiscale?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la normativa vigente, anche nel 2011, consentiva ai concessionari della riscossione di utilizzare lo strumento dell’ingiunzione fiscale (prevista dal R.D. 639/1910) per recuperare le somme dovute per sanzioni amministrative, come le multe stradali.

La normativa che autorizzava i concessionari a emettere ingiunzioni è sempre rimasta in vigore?
Sì. Nonostante una serie di modifiche legislative che sembravano destinate ad abrogarla, la Corte ha ricostruito che la norma che conferiva tale potere (art. 4, comma 2-sexies del D.L. n. 209/2002) è rimasta in vigore senza interruzioni, garantendo la legittimità degli atti emessi.

Il potere di emettere un’ingiunzione fiscale è eccezionale e riservato solo agli enti pubblici?
No. La Corte ha chiarito che la delega di funzioni di riscossione a soggetti privati (i concessionari) è un fenomeno diffuso e previsto dalla legge. Questi soggetti, quando agiscono per conto della pubblica amministrazione, esercitano un potere derivato e sono pienamente legittimati a usare gli strumenti previsti dalla legge, come l’ingiunzione fiscale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati