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Informativa protezione internazionale: obbligo assoluto

La Corte di Cassazione ha annullato un decreto di trattenimento di un cittadino straniero, stabilendo che la mancata informativa sulla protezione internazionale al momento dell’arrivo rende illegittimo il successivo decreto di respingimento. Questo obbligo informativo sussiste indipendentemente dalle ragioni dichiarate dal migrante per il suo ingresso in Italia, come la ricerca di lavoro.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Informativa Protezione Internazionale: Un Obbligo Ineludibile per l’Amministrazione

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha riaffermato un principio fondamentale a tutela dei diritti dei migranti: l’obbligo di fornire una completa informativa sulla protezione internazionale è un adempimento preliminare e imprescindibile. La sua omissione vizia l’intera procedura di respingimento e il conseguente trattenimento, anche se lo straniero dichiara di essere arrivato in Italia per motivi economici. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un cittadino straniero, sbarcato sull’isola di Lampedusa, veniva raggiunto da un decreto di respingimento emesso dalla Questura competente. Successivamente, veniva disposto il suo trattenimento presso un Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR). Il Giudice di pace convalidava il provvedimento di trattenimento, ritenendo che la dichiarata volontà dello straniero di cercare lavoro in Italia escludesse la necessità di avviare le procedure per la protezione internazionale.
Contro questa decisione, lo straniero proponeva ricorso per Cassazione, lamentando proprio la violazione del suo diritto a essere informato sulla possibilità di richiedere asilo, un passaggio che riteneva essenziale per garantire la regolarità della procedura e l’effettività dei suoi diritti.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando il decreto di convalida del Giudice di pace. Decidendo nel merito, la Corte ha annullato il provvedimento di trattenimento, riconoscendo la fondatezza del motivo basato sulla mancata informativa.
La Cassazione ha stabilito che l’errore del giudice di merito è stato quello di considerare irrilevante l’omissione dell’informativa a fronte della dichiarazione dello straniero di essere in cerca di lavoro. Secondo gli Ermellini, questo ragionamento è in contrasto con la normativa europea e nazionale.

Le Motivazioni: L’Obbligo Assoluto dell’Informativa sulla Protezione Internazionale

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 10-ter del D.Lgs. 286/98 e della Direttiva europea 2013/32/UE. La Corte ha chiarito che l’obbligo delle autorità di fornire informazioni sulla procedura per il riconoscimento della protezione internazionale è un dovere non condizionato e preliminare. Questa attività è funzionale a garantire il diritto del migrante di accedere in modo effettivo alla procedura di asilo.
La Corte sottolinea che la scelta di non presentare domanda di asilo deve essere una scelta informata. Uno dei principali ostacoli all’esercizio di questo diritto è proprio la mancata conoscenza della procedura. Pertanto, l’amministrazione ha il dovere di rimuovere questo ostacolo, fornendo tutte le informazioni necessarie a prescindere dalle ragioni di espatrio addotte dal migrante. Anche chi cerca lavoro potrebbe trovarsi in una condizione che giustifica la protezione internazionale.
Di conseguenza, la mancata informativa rende manifestamente illegittimo il decreto di respingimento. Tale illegittimità, ha precisato la Corte, si ripercuote a cascata sul successivo provvedimento di trattenimento, viziandolo a sua volta. Il giudice della convalida ha il dovere di rilevare questa illegittimità manifesta e, in tal caso, di non convalidare il trattenimento.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza rafforza in modo significativo le garanzie procedurali a favore dei migranti al loro arrivo sul territorio nazionale. Stabilisce un principio chiaro: non esiste discrezionalità per le autorità nel decidere se informare o meno uno straniero sulla possibilità di chiedere asilo. È un obbligo che deve essere sempre adempiuto. La decisione sottolinea che i diritti fondamentali della persona, tra cui il diritto di asilo, devono essere protetti attraverso procedure corrette e trasparenti, dove l’individuo è messo in condizione di fare scelte consapevoli. Per le autorità, ciò significa implementare protocolli rigorosi per garantire che ogni persona che arriva alla frontiera riceva, in una lingua a lei comprensibile, tutte le informazioni necessarie per poter, eventualmente, esercitare il proprio diritto a richiedere protezione internazionale.

È necessario informare un migrante sulla possibilità di chiedere protezione internazionale se dichiara di essere venuto in Italia per cercare lavoro?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’obbligo di fornire l’informativa è assoluto e non dipende dalle motivazioni dichiarate dal migrante al suo arrivo. La scelta di non chiedere asilo deve essere una scelta consapevole e informata.

Qual è la conseguenza della mancata informativa sulla procedura di protezione internazionale?
L’omissione di tale informativa rende illegittimo il decreto di respingimento o di espulsione. Di conseguenza, anche il successivo provvedimento di trattenimento in un CPR diventa illegittimo e non può essere convalidato dal giudice.

Il Giudice di pace, in sede di convalida del trattenimento, può valutare la legittimità del decreto di respingimento?
Sì. La Corte ha chiarito che il giudice della convalida deve verificare anche la ‘manifesta illegittimità’ del provvedimento presupposto (il respingimento o l’espulsione). Se rileva un vizio grave come la mancata informativa, deve rifiutare la convalida del trattenimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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