LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Informativa mediazione avvocato: contratto annullabile

Una società energetica ha ottenuto l’annullamento del contratto con il proprio studio legale per la mancata informativa sulla mediazione. La Corte d’Appello ha stabilito che l’obbligo informativo dell’avvocato sussiste anche se la mediazione non è obbligatoria per la specifica azione legale intrapresa. La Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha rinviato il caso alla sezione competente, sottolineando la rilevanza della questione sulla validità dei contratti professionali.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 6 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Informativa sulla Mediazione: un Obbligo la cui Omissione Annulla il Contratto con l’Avvocato?

L’obbligo per un legale di fornire una completa informativa mediazione avvocato al proprio cliente è un pilastro fondamentale del rapporto professionale. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ha riacceso i riflettori su questo dovere, chiarendo che la sua violazione può avere conseguenze gravi, come l’annullabilità del contratto di prestazione d’opera, anche quando il percorso della mediazione non è obbligatorio per legge. Analizziamo questa importante vicenda giudiziaria.

I Fatti del Caso

La controversia nasce da un rapporto professionale tra una società fornitrice di energia e uno studio legale. La società aveva conferito allo studio un incarico per il recupero di crediti insoluti da parte dei propri clienti. Inizialmente, le parti avevano stipulato un contratto quadro, seguito da mandati specifici per le singole posizioni debitorie. Per recuperare tali crediti, lo studio legale aveva avviato diverse procedure per decreto ingiuntivo.

Successivamente, l’incarico è stato ridimensionato e, al momento di definire i compensi, è sorto un contenzioso. Lo studio legale ha richiesto un decreto ingiuntivo contro la società cliente per il pagamento delle proprie parcelle. La società si è opposta, sollevando un’eccezione cruciale: l’annullabilità del contratto di prestazione d’opera a causa della mancata informazione, da parte dei legali, sulla possibilità di esperire la procedura di mediazione, come previsto dalla legge.

L’Obbligo di Informativa Mediazione Avvocato e la Decisione della Corte d’Appello

Il Tribunale di primo grado aveva inizialmente respinto l’opposizione della società, sostenendo che per la procedura di decreto ingiuntivo la mediazione non fosse obbligatoria e che, quindi, non sussistesse un correlato obbligo informativo.

Tuttavia, la Corte d’Appello ha ribaltato completamente la decisione. I giudici di secondo grado hanno affermato un principio di grande rigore: l’informativa sulla possibilità di ricorrere alla mediazione deve essere sempre fornita dall’avvocato al cliente, a prescindere dal fatto che la mediazione sia una condizione di procedibilità obbligatoria per la specifica causa.

Secondo la Corte territoriale, l’omissione di questa informazione non è un semplice vizio formale, ma configura un comportamento negligente del professionista. La conseguenza è l’annullabilità del contratto, intesa come una sanzione per la condotta del difensore, piuttosto che come un vizio della volontà del cliente.

Le Motivazioni della Decisione Interlocutoria

Avverso la sentenza d’appello, lo studio legale ha proposto ricorso in Cassazione. La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, non ha deciso nel merito della questione, ma ha compiuto un passo procedurale fondamentale. Ha rilevato che la controversia, incentrata sulla validità di un contratto d’opera professionale, rientra nella competenza tabellare della Seconda Sezione Civile. Pertanto, ha disposto la trasmissione degli atti a tale sezione, rinviando la causa a nuovo ruolo.

Questa decisione, pur essendo interlocutoria, sottolinea la rilevanza e la complessità della questione. La Cassazione riconosce che il punto centrale del dibattito è la natura e la validità del contratto tra avvocato e cliente, e ritiene che debba essere la sezione specializzata in materia a pronunciarsi in via definitiva.

Le Conclusioni

L’ordinanza, pur non essendo una sentenza di merito, offre spunti di riflessione cruciali per professionisti e clienti. La posizione espressa dalla Corte d’Appello, se confermata, rafforza in modo significativo i doveri informativi dell’avvocato. L’informativa mediazione avvocato non è un adempimento burocratico da assolvere solo nei casi obbligatori, ma un dovere deontologico e contrattuale che permea l’intero rapporto professionale. Per gli avvocati, la lezione è chiara: è imperativo fornire sempre, in forma scritta e all’inizio del mandato, una chiara informativa sulla mediazione per evitare il rischio di vedere annullato il proprio contratto per i compensi. Per i clienti, questa giurisprudenza rappresenta una tutela importante, confermando il loro diritto a essere pienamente informati su tutte le possibili vie per la risoluzione delle controversie, anche quelle alternative al tribunale.

È obbligatorio per un avvocato informare il cliente sulla mediazione anche se la procedura scelta non la prevede come obbligatoria?
Sì, secondo la Corte d’Appello citata nel provvedimento, l’informazione sulla possibilità di esperire la mediazione deve essere fornita dall’avvocato alla parte anche quando la mediazione non è obbligatoria per legge.

Qual è la conseguenza se un avvocato omette l’informativa sulla possibilità di ricorrere alla mediazione?
La conseguenza indicata dalla Corte d’Appello è l’annullabilità del contratto di prestazione d’opera. Questa annullabilità è configurata come una sanzione per il comportamento negligente del difensore.

Perché la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza interlocutoria invece di una decisione finale?
La Corte di Cassazione ha stabilito che la questione, riguardando la validità di un contratto d’opera professionale, rientra nella competenza di un’altra sezione della Corte (la Seconda Sezione Civile). Pertanto, ha rinviato la causa a quella sezione per la decisione finale, senza pronunciarsi sul merito del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati