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Ineleggibilità Ordini: il limite dei due mandati è assoluto

La Corte di Cassazione ha confermato la decisione del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, stabilendo la sussistenza della causa di ineleggibilità ordini per due consiglieri che avevano già svolto due mandati, anche se parziali. Il ricorso è stato rigettato, chiarendo che la contestazione sull’ineleggibilità personale può essere sollevata anche dopo le elezioni e che il limite dei due mandati è una norma inderogabile volta a garantire l’avvicendamento delle cariche.

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Pubblicato il 10 dicembre 2025 in Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Ineleggibilità Ordini Professionali: la Cassazione conferma il limite dei due mandati

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale in tema di ineleggibilità ordini professionali: il limite dei due mandati consecutivi per i consiglieri è una norma inderogabile, volta a garantire il principio di avvicendamento nelle cariche rappresentative. La decisione chiarisce importanti aspetti procedurali e sostanziali, fornendo una guida preziosa per le future competizioni elettorali.

I Fatti del Caso: Elezioni Contestate nell’Ordine Professionale

La vicenda nasce da un reclamo presentato da alcuni candidati di una lista elettorale avverso i risultati delle elezioni per il rinnovo del Consiglio di un Ordine locale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili. I reclamanti contestavano l’elezione di due candidati della lista avversaria, sostenendo la loro ineleggibilità per aver già ricoperto la carica di consigliere per due mandati consecutivi.

La richiesta principale era l’esclusione dell’intera lista concorrente e la proclamazione della propria vittoria. In subordine, si chiedeva l’annullamento dell’elezione dei soli candidati ritenuti ineleggibili.

Il Consiglio Nazionale adito accoglieva parzialmente il reclamo: pur ritenendo inammissibile la richiesta di esclusione dell’intera lista, dichiarava l’ineleggibilità dei due consiglieri e annullava la loro elezione. Avverso questa decisione, i due consiglieri proponevano ricorso per cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sull’ineleggibilità ordini

La Corte di Cassazione, con la sentenza in esame, ha rigettato integralmente il ricorso, confermando la decisione del Consiglio Nazionale. I giudici di legittimità hanno affrontato e risolto diverse questioni giuridiche, sia di natura procedurale che di merito, consolidando un orientamento ormai granitico in materia.

Le Motivazioni della Sentenza

Le argomentazioni della Corte si sono concentrate su tre punti principali.

Distinzione tra Ammissione della Lista e Ineleggibilità del Candidato

I ricorrenti sostenevano che ogni contestazione sulla composizione delle liste, inclusa l’eleggibilità dei singoli candidati, avrebbe dovuto essere sollevata entro un breve termine perentorio prima delle elezioni. Secondo questa tesi, una volta ammesse le liste, l’unica contestazione possibile dopo il voto avrebbe riguardato solo la regolarità delle operazioni elettorali.

La Cassazione ha respinto questa interpretazione. Ha chiarito che esiste una netta distinzione tra l’impugnazione del provvedimento di ammissione di una lista (soggetta a un termine di decadenza) e la contestazione del risultato elettorale basata sull’ineleggibilità personale di un candidato. Quest’ultima può essere fatta valere anche dopo la proclamazione degli eletti, poiché attiene a un requisito soggettivo che vizia l’elezione del singolo, ma non necessariamente la validità dell’intera lista.

Il Principio Inderogabile del Limite dei Due Mandati

Nel merito, la Corte ha ribadito con forza il principio sancito dal D.Lgs. 139/2005, che stabilisce il divieto di ricoprire la carica di consigliere per più di due mandati consecutivi. Questo limite, secondo la giurisprudenza consolidata, è assoluto e non ammette eccezioni né interpretazioni analogiche.

È irrilevante che uno dei mandati precedenti sia stato espletato solo in parte. La norma è finalizzata ad assicurare il preminente valore dell’avvicendamento nelle cariche rappresentative, impedendo la cristallizzazione di posizioni di potere. Pertanto, la regola dei due mandati costituisce un principio generale, mentre eventuali deroghe (come quelle previste per altre professioni) sono eccezionali e non estensibili.

Reiezione delle Eccezioni Procedurali

Infine, la Corte ha disatteso l’eccezione relativa al presunto difetto di interesse dei reclamanti originari. Secondo i ricorrenti, l’annullamento della loro elezione avrebbe avvantaggiato i primi dei non eletti della loro stessa lista, non i componenti della lista avversaria. La Cassazione ha ritenuto l’eccezione implicitamente rigettata dal Consiglio Nazionale nel momento in cui aveva deciso la causa nel merito, superando le questioni preliminari.

Conclusioni: Le Implicazioni della Sentenza

La sentenza consolida un orientamento fondamentale per la vita democratica degli ordini professionali. Stabilisce che la verifica dei requisiti di eleggibilità è un controllo che può estendersi anche alla fase successiva alla proclamazione degli eletti. Soprattutto, ribadisce che la regola sulla ineleggibilità ordini per superamento del limite dei mandati è un pilastro del sistema, non suscettibile di deroghe. Questa decisione rappresenta un monito per tutti i candidati a verificare scrupolosamente la propria posizione prima di presentarsi a una competizione elettorale e un’importante garanzia di trasparenza e ricambio per tutti gli iscritti.

È possibile contestare l’ineleggibilità di un candidato dopo che le elezioni si sono già svolte?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che la contestazione del risultato elettorale per ineleggibilità personale di un candidato è distinta dall’impugnazione dell’ammissione delle liste. Pertanto, può essere sollevata anche dopo la proclamazione degli eletti.

Un mandato non completato per intero conta ai fini del limite dei due mandati consecutivi?
Sì. La sentenza ribadisce che il divieto di essere eletti per più di due mandati consecutivi è assoluto e non prevede eccezioni. Anche un mandato parzialmente svolto viene conteggiato ai fini del calcolo del limite, in quanto la norma mira a garantire l’avvicendamento delle cariche.

La dichiarata ineleggibilità di un candidato comporta l’annullamento dell’intera lista di appartenenza?
No. L’ineleggibilità di uno o più candidati non inficia il risultato della lista, ma comporta unicamente l’annullabilità dell’elezione dei professionisti ineleggibili e la loro sostituzione con i primi dei non eletti della medesima lista.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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