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Indivisibilità servitù: la Cassazione chiarisce

Un proprietario ha contestato il diritto di passaggio di un vicino, sostenendo che una recente divisione del terreno avesse estinto la servitù. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione dei giudici di merito, riaffermando il principio di indivisibilità della servitù. Secondo la Corte, la divisione del fondo dominante non comporta l’estinzione automatica del diritto di passaggio per le nuove porzioni, anche se dotate di accesso alternativo, a meno che non sia espressamente previsto nell’atto di divisione.

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Pubblicato il 23 dicembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Indivisibilità servitù: la divisione del fondo la estingue?

Il principio di indivisibilità servitù rappresenta un caposaldo del diritto immobiliare, spesso al centro di complesse controversie. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha offerto un importante chiarimento: la divisione di un terreno che beneficia di una servitù (fondo dominante) non ne causa l’estinzione automatica, neanche se una delle nuove porzioni ottiene un accesso alternativo alla strada pubblica. Analizziamo insieme la vicenda e le conclusioni dei giudici.

I fatti del caso

La controversia nasce quando i proprietari di un terreno agricolo avviano un’azione legale (actio negatoria servitutis) per far dichiarare l’inesistenza di una servitù di passaggio esercitata da un vicino sulla loro proprietà. Il vicino si difendeva sostenendo di essere titolare di tale diritto, costituitosi per “destinazione del padre di famiglia” a seguito di una divisione dell’originaria unica proprietà avvenuta nel 1915. Successivamente, nel 1990, il vicino aveva ricevuto in donazione una porzione di quel fondo originario.

La decisione nei primi due gradi di giudizio

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione ai proprietari che negavano la servitù. Secondo i giudici di merito, l’atto di donazione-divisione del 1990 aveva assegnato al vicino una parte del fondo che non era direttamente servita dal sentiero in questione e che, per di più, aveva un altro accesso alla strada pubblica. Questa circostanza, a loro avviso, era sufficiente per escludere la permanenza della servitù per quella specifica porzione di terreno.

La Cassazione e il principio di indivisibilità servitù

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente la prospettiva, accogliendo il ricorso del vicino. I giudici supremi hanno censurato la decisione della Corte d’Appello per aver attribuito un’efficacia estintiva automatica a due fattori: il frazionamento del fondo e l’esistenza di un accesso alternativo. La Corte ha invece ribadito con forza il principio di indivisibilità servitù, sancito dall’articolo 1071 del Codice Civile.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su due pilastri normativi:
1. L’art. 1071 c.c. (Indivisibilità della servitù): Questo articolo stabilisce che, in caso di divisione del fondo dominante, la servitù continua a sussistere a favore di ciascuna porzione. L’effetto è automatico (ex lege) e non richiede una menzione specifica negli atti di divisione. La servitù si estingue per una porzione solo se nell’atto di divisione viene inserita una clausola contrattuale che lo preveda espressamente. La Corte d’Appello avrebbe quindi dovuto verificare il contenuto dell’atto del 1990, anziché desumere l’estinzione da circostanze di fatto.
2. L’art. 1055 c.c. (Cessazione dell’interclusione): La Corte ha inoltre chiarito che la fine dello stato di interclusione di un fondo (cioè il fatto che ottenga un nuovo accesso alla via pubblica) non comporta l’estinzione delle servitù costituite volontariamente, come quelle nate per destinazione del padre di famiglia. Questo tipo di servitù permane indipendentemente dalla necessità attuale del passaggio.

Le conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha stabilito che la Corte d’Appello ha errato nel non applicare correttamente il principio di indivisibilità servitù. Non si può attribuire un’efficacia estintiva automatica al frazionamento di un fondo o alla creazione di un nuovo accesso. La volontà di estinguere una servitù preesistente deve risultare chiaramente da una specifica clausola contrattuale nell’atto di divisione. La sentenza è stata quindi cassata con rinvio alla Corte d’Appello, che dovrà riesaminare il caso attenendosi a questi fondamentali principi.

La divisione di un terreno (fondo dominante) estingue automaticamente una servitù di passaggio preesistente?
No. Secondo la Corte di Cassazione e l’art. 1071 c.c., in caso di frazionamento del fondo dominante, la servitù continua a sussistere a favore di ciascuna delle nuove porzioni, a meno che non sia espressamente esclusa da una clausola nell’atto di divisione.

Se una parte del terreno diviso ottiene un nuovo accesso alla strada pubblica, perde il diritto alla vecchia servitù di passaggio?
No. La cessazione dello stato di interclusione non determina l’estinzione delle servitù costituite volontariamente, come quelle per destinazione del padre di famiglia. Il diritto di passaggio originale permane, come specificato dall’art. 1055 c.c.

Cosa significa il principio di indivisibilità della servitù?
Significa che la servitù è una qualità del fondo e non può essere frazionata. Quando il fondo dominante viene diviso, la servitù rimane intera e continua a beneficio di ogni singola porzione risultante dalla divisione, senza che sia necessaria un’espressa menzione nell’atto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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