LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Indennizzo esproprio: esclusa l’opera pubblica

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 34399/2024, affronta il tema dell’indennizzo esproprio in caso di ‘acquisizione sanante’ (art. 42-bis). La Corte stabilisce che dal calcolo del valore venale del bene va escluso il valore dell’opera pubblica costruita sul fondo, per evitare un indebito arricchimento del proprietario e una duplicazione dei costi per la Pubblica Amministrazione. Viene inoltre chiarito che il periodo di occupazione illegittima da indennizzare si estende fino alla data del provvedimento di acquisizione. La sentenza accoglie parzialmente il ricorso dei proprietari, cassando la decisione precedente sulla durata dell’occupazione e rinviando alla Corte d’Appello per la rideterminazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Indennizzo Esproprio: Il Valore dell’Opera Pubblica Resta Escluso dal Calcolo

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 34399 del 2024 offre un’importante precisazione sul calcolo dell’indennizzo esproprio nel contesto della cosiddetta “acquisizione sanante”, disciplinata dall’art. 42-bis del Testo Unico Espropri. La Suprema Corte ha stabilito un principio fondamentale: nel determinare il valore venale del bene da indennizzare, non si deve tener conto del valore aggiunto derivante dall’opera pubblica che l’amministrazione ha costruito sul terreno. Questa decisione mira a bilanciare i diritti del proprietario espropriato con l’esigenza di evitare un ingiusto arricchimento a danno della collettività.

I Fatti della Causa: un Lungo Contenzioso

Il caso trae origine da una complessa vicenda di espropriazione per la realizzazione di una strada comunale. I proprietari di un terreno, dopo l’occupazione legittima e la successiva occupazione senza titolo da parte del Comune, avevano intrapreso un lungo percorso giudiziario per ottenere il giusto ristoro. Una prima sentenza della Corte d’Appello aveva liquidato l’indennità per l’occupazione legittima, riconoscendo la natura edificabile del suolo e un valore di 120,00 euro al mq. Successivamente, in assenza di un decreto di esproprio, il Comune aveva attivato la procedura di “acquisizione sanante”, acquisendo l’area al proprio patrimonio e offrendo un’indennità basata su un valore molto inferiore (40,00 euro al mq).
I proprietari avevano impugnato tale quantificazione, sostenendo che una precedente sentenza avesse creato un giudicato sul valore del terreno e che l’indennizzo dovesse includere anche il valore dell’opera pubblica nel frattempo realizzata. La Corte d’Appello, tuttavia, aveva ridotto l’indennizzo, escludendo il valore dell’opera e ricalcolando il valore del suolo.

La Questione dell’Indennizzo Esproprio e il Valore dell’Opera

Il cuore della controversia portata dinanzi alla Cassazione riguardava due questioni principali:
1. Se una precedente sentenza sul valore del terreno ai fini dell’indennità di occupazione potesse vincolare la determinazione del valore per il successivo indennizzo da esproprio.
2. Se nel calcolo dell’indennizzo esproprio dovuto ai sensi dell’art. 42-bis dovesse essere incluso il valore dell’opera pubblica costruita sul fondo.
In aggiunta, i ricorrenti contestavano il periodo di tempo considerato per il calcolo del danno da occupazione illegittima.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto i primi due motivi di ricorso ma ha accolto il terzo, relativo alla durata dell’occupazione senza titolo.

Le Motivazioni: Perché l’Indennizzo Esproprio Non Comprende l’Opera

La Corte ha chiarito che il principio del giudicato non si applica al valore di mercato del bene. Una precedente sentenza può stabilire in via definitiva la qualità del suolo (ad esempio, se è edificabile), ma non il suo valore, poiché quest’ultimo è soggetto alle fluttuazioni del mercato e deve essere determinato con riferimento al momento dell’acquisizione sanante.

Sul punto cruciale, la Cassazione ha affermato che l’espressione “valore venale del bene utilizzato” contenuta nell’art. 42-bis si riferisce esclusivamente al suolo, e non anche all’opera pubblica su di esso realizzata. Includere l’opera nel calcolo comporterebbe un indebito arricchimento per il proprietario e una duplicazione del costo per l’amministrazione, che dovrebbe prima pagare per realizzare l’opera e poi pagare nuovamente il suo valore al privato. Questo principio è supportato dalla giurisprudenza nazionale ed europea, che mira a evitare che il proprietario benefici di un plusvalore generato da investimenti della collettività.

Il Calcolo dell’Occupazione Illegittima

Tuttavia, la Corte ha accolto la doglianza relativa al calcolo dell’indennizzo per l’occupazione sine titulo. I giudici di secondo grado avevano erroneamente limitato il periodo di occupazione illegittima, interrompendolo a una data legata a una precedente sentenza poi annullata. La Cassazione ha corretto questa impostazione, stabilendo che il periodo di occupazione senza titolo da indennizzare decorre dalla fine dell’occupazione legittima e si protrae fino alla data di emissione del provvedimento di acquisizione sanante.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro e di grande importanza pratica. Per i proprietari, significa che l’indennizzo esproprio sarà commisurato al valore del terreno nudo al momento dell’acquisizione, senza poter pretendere il valore dell’infrastruttura pubblica. Per le Pubbliche Amministrazioni, rappresenta una garanzia contro richieste esorbitanti, assicurando che il costo dell’esproprio rimanga ancorato al sacrificio effettivamente imposto al privato. Infine, la precisazione sulla corretta estensione temporale del danno da occupazione illegittima garantisce che il proprietario sia comunque ristorato per l’intero periodo in cui ha subito la perdita del godimento del proprio bene.

Nel calcolo dell’indennizzo per ‘acquisizione sanante’ si deve includere anche il valore dell’opera pubblica costruita sul terreno?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’indennizzo deve essere commisurato al solo valore venale del bene (il terreno) al momento del provvedimento di acquisizione, escludendo il valore dell’opera pubblica su di esso realizzata per evitare un indebito arricchimento del proprietario.

Una precedente sentenza che fissa il valore di un terreno per l’indennità di occupazione è vincolante per il successivo calcolo dell’indennizzo da esproprio?
No. Secondo la Corte, una precedente sentenza può creare un giudicato sulla qualificazione giuridica del terreno (es. edificabile o agricolo), ma non sul suo valore di mercato. Quest’ultimo può cambiare nel tempo e deve essere ricalcolato con riferimento alla data del provvedimento di acquisizione sanante.

Qual è il periodo corretto per calcolare l’indennizzo per l’occupazione illegittima di un fondo?
L’indennizzo per l’occupazione senza titolo deve coprire l’intero periodo durante il quale il bene è stato detenuto illegittimamente dalla Pubblica Amministrazione, a partire dalla scadenza dell’occupazione legittima fino alla data di emissione del provvedimento di ‘acquisizione sanante’ che regolarizza la situazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati