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Indennizzo aggiuntivo: decorrenza e limiti di legge

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 27141/2024, ha accolto il ricorso del Ministero della Salute, stabilendo la corretta decorrenza dell’indennizzo aggiuntivo per danni da vaccinazione. Contrariamente a quanto deciso nei primi due gradi di giudizio, la Corte ha chiarito che per i soggetti già titolari dell’indennizzo base, il beneficio aggiuntivo decorre non retroattivamente, ma dalla data di entrata in vigore della legge n. 229/2005. La decisione si fonda sull’interpretazione letterale del decreto ministeriale attuativo del 6 ottobre 2006, che distingue nettamente la disciplina dell’indennizzo aggiuntivo da quella dell’assegno una tantum, per il quale è invece prevista espressa retroattività.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Indennizzo aggiuntivo per danni da vaccino: la Cassazione fissa la decorrenza

Con la recente sentenza n. 27141 del 21 ottobre 2024, la Corte di Cassazione ha messo un punto fermo su una questione di grande rilevanza per i cittadini danneggiati da vaccinazioni obbligatorie: la data di decorrenza dell’indennizzo aggiuntivo. Questa pronuncia chiarisce che, per chi era già titolare dell’indennizzo base, il nuovo beneficio non è retroattivo e spetta solo a partire dall’entrata in vigore della legge istitutiva, la L. n. 229/2005. Analizziamo nel dettaglio la vicenda e le motivazioni della Corte.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dalla richiesta di un cittadino, danneggiato da un evento post-vaccinale, di ottenere l’indennizzo aggiuntivo previsto dalla Legge n. 229/2005. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello di Genova avevano dato ragione al cittadino, stabilendo che tale indennizzo dovesse decorrere dalla stessa data di quello base, già riconosciuto ai sensi della Legge n. 210/1992, applicando di fatto un principio di retroattività.

Il Ministero della Salute, ritenendo errata tale interpretazione, ha presentato ricorso per cassazione, sostenendo che la decorrenza dovesse essere fissata alla data di entrata in vigore della nuova legge, ovvero il 29 ottobre 2005, come specificato dal decreto ministeriale attuativo del 6 ottobre 2006. La questione centrale, dunque, era stabilire il corretto dies a quo (giorno d’inizio) del diritto.

La questione giuridica e l’interpretazione normativa sull’indennizzo aggiuntivo

Il cuore della controversia risiedeva nell’interpretazione dell’art. 1 della Legge n. 229/2005 e del relativo decreto attuativo. La difesa del cittadino si basava su un precedente della Cassazione (n. 16842/2016) che aveva riconosciuto una natura incrementale e retroattiva al beneficio.

D’altro canto, il Ministero ha evidenziato una differenza testuale fondamentale all’interno della stessa legge: mentre per l’assegno una tantum (art. 4) il legislatore ha previsto esplicitamente un’efficacia retroattiva, per l’indennizzo aggiuntivo (art. 1) tale previsione mancava. Secondo il Ministero, questa assenza, unita alle chiare disposizioni del decreto ministeriale, non lasciava spazio a un’interpretazione estensiva.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto le tesi del Ministero della Salute, ritenendo il ricorso fondato. Le motivazioni della decisione si basano su un’analisi rigorosa delle fonti normative.

1. Il tenore letterale del Decreto Ministeriale: I giudici hanno sottolineato l’inequivocabile chiarezza dell’art. 1, comma 4, del decreto ministeriale del 6 ottobre 2006. Tale decreto, emanato per definire le modalità di applicazione della legge, distingue nettamente due casi:
– Per i soggetti che erano già titolari dell’indennizzo base al 29 ottobre 2005, l’indennizzo aggiuntivo decorre «dalla data di entrata in vigore della legge».
– Per i soggetti che acquisiscono il diritto all’indennizzo base successivamente a tale data, la decorrenza dei due benefici coincide.

2. L’argomento a contrario: La Corte ha valorizzato la differenza strutturale tra l’articolo 1 (indennizzo aggiuntivo) e l’articolo 4 (assegno una tantum) della Legge n. 229/2005. Per il secondo, il legislatore ha espressamente coperto il periodo pregresso, stabilendo un meccanismo di calcolo per le annualità passate. Questa esplicita previsione di retroattività per l’assegno una tantum rafforza, per contrasto (a contrario), la conclusione che per l’indennizzo aggiuntivo non fosse voluta la medesima efficacia.

3. Il principio di irretroattività della legge: La Corte ha ribadito il principio generale, sancito dall’art. 11 delle preleggi, secondo cui la legge non dispone che per l’avvenire. In assenza di una deroga esplicita e univoca, non è possibile applicare la nuova disciplina a periodi antecedenti la sua entrata in vigore.

Le Conclusioni

La sentenza stabilisce un principio di diritto chiaro e vincolante: «L’indennizzo aggiuntivo disciplinato dall’art. 1 della legge 29 ottobre 2005, n. 229, dev’essere riconosciuto a decorrere dall’entrata in vigore della medesima legge ai soggetti che, a tale data, risultino già titolari dell’indennizzo base».

Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche: circoscrive temporalmente il diritto al beneficio per i vecchi titolari, escludendo la possibilità di richiedere arretrati per il periodo precedente al 29 ottobre 2005. La Corte, cassando la sentenza d’appello, ha rinviato la causa a un’altra sezione della Corte d’Appello di Genova, che dovrà ora uniformarsi a questo principio.

Da quando decorre l’indennizzo aggiuntivo per chi già riceveva l’indennizzo base al momento dell’entrata in vigore della legge n. 229/2005?
Secondo la Corte di Cassazione, per questi soggetti l’indennizzo aggiuntivo decorre dalla data di entrata in vigore della legge stessa, ovvero il 29 ottobre 2005, e non retroattivamente dalla data di decorrenza dell’indennizzo base.

C’è differenza tra la decorrenza dell’indennizzo aggiuntivo e quella dell’assegno una tantum previsto dalla stessa legge?
Sì, la Corte ha evidenziato una differenza fondamentale. Mentre l’assegno una tantum (art. 4) è espressamente retroattivo per coprire il periodo pregresso, la disciplina dell’indennizzo aggiuntivo (art. 1) non contiene alcuna previsione simile, operando quindi solo per il futuro.

Il decreto ministeriale del 2006 è stato considerato vincolante per stabilire la data di decorrenza dell’indennizzo aggiuntivo?
Sì, la sentenza ha attribuito un ruolo decisivo al decreto ministeriale del 6 ottobre 2006, considerandolo la fonte che attua e integra la legge primaria. Il suo dettato testuale, chiaro e inequivocabile nel fissare la decorrenza, è stato ritenuto il criterio normativo da seguire.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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