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Indennità sostitutiva preavviso: inclusione bonus

Un dirigente di un’importante azienda automobilistica impugna il licenziamento. Due procedimenti paralleli portano a sentenze d’appello contrastanti sul calcolo delle sue spettanze. La Corte di Cassazione, riunendo i ricorsi, stabilisce che nel calcolo dell’indennità sostitutiva preavviso devono essere inclusi anche i bonus variabili erogati negli ultimi tre anni. La Corte risolve anche una questione di giudicato esterno su differenze retributive, cassando senza rinvio la sentenza sfavorevole al lavoratore.

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Pubblicato il 23 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Indennità Sostitutiva Preavviso: La Cassazione Include i Bonus Variabili

La corretta quantificazione delle spettanze di fine rapporto è un tema cruciale nel diritto del lavoro, specialmente per figure dirigenziali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un caso complesso, chiarendo definitivamente che nel calcolo dell’indennità sostitutiva preavviso devono rientrare anche i bonus di natura variabile. Questa decisione, scaturita da una vicenda processuale singolare con due sentenze d’appello contrastanti, offre importanti principi interpretativi.

Il Caso: Due Sentenze in Conflitto per un Unico Licenziamento

La vicenda riguarda un dirigente di un noto gruppo automobilistico, licenziato per soppressione della posizione lavorativa. Il dirigente ha avviato due distinti procedimenti legali: uno per impugnare il licenziamento e l’altro per ottenere il pagamento di differenze retributive e altre spettanze, tra cui l’incidenza dei bonus su TFR, mensilità aggiuntive e indennità di preavviso.

La Complessità Giudiziaria

Incredibilmente, i due percorsi giudiziari hanno portato la stessa Corte d’Appello a emettere due sentenze tra loro contraddittorie.
– Con la prima sentenza, la Corte ha respinto le richieste del dirigente, confermando la legittimità del licenziamento e negando il diritto al ricalcolo delle spettanze sulla base dei bonus.
– Con la seconda sentenza, invece, la Corte ha parzialmente accolto le domande del dirigente, riconoscendogli il diritto a ingenti somme derivanti proprio dall’incidenza dei bonus variabili su 13ª, 14ª, ferie e, soprattutto, sull’indennità sostitutiva del preavviso.

Entrambe le parti hanno quindi proposto ricorso per cassazione avverso le sentenze a loro sfavorevoli, portando il caso di fronte alla Suprema Corte.

L’Indennità Sostitutiva Preavviso e i Bonus: La Decisione della Corte

Il cuore della controversia giuridica verteva sull’interpretazione delle norme del Codice Civile e del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) dei Dirigenti del Commercio. La Corte di Cassazione ha riunito i ricorsi e ha fatto chiarezza, aderendo all’orientamento più favorevole al lavoratore.

L’Interpretazione del CCNL e del Codice Civile

La Suprema Corte ha stabilito che la sentenza corretta era quella che includeva i bonus nel calcolo. Il ragionamento si fonda su due pilastri normativi:
1. L’art. 2121 del Codice Civile: Prevede che l’indennità sostitutiva del preavviso debba essere calcolata computando ogni compenso di carattere continuativo.
2. L’art. 39 del CCNL Dirigenti Commercio: Specifica che l’indennità va calcolata sulla “retribuzione di fatto”, comprensiva degli elementi fissi e della media degli elementi variabili degli ultimi tre anni.

I giudici hanno chiarito che i bonus, sebbene variabili, quando erogati con regolarità nell’ultimo triennio, assumono carattere di continuità e non possono essere esclusi dalla base di calcolo. L’indennità, infatti, ha natura risarcitoria, mirando a compensare il “lucro cessante” per il periodo in cui il rapporto sarebbe proseguito se il preavviso fosse stato rispettato.

La Questione del Giudicato Esterno

Un altro aspetto fondamentale affrontato dalla Corte riguarda il principio del “giudicato esterno”. In uno dei due procedimenti, il Tribunale aveva riconosciuto al dirigente il diritto a differenze retributive per un determinato periodo, e questa decisione era diventata definitiva. La prima sentenza d’appello, respingendo integralmente le richieste del lavoratore, si era posta in contrasto con questa decisione ormai inappellabile.

La Cassazione ha rilevato l’errore: una volta che una statuizione passa in giudicato, non può più essere messa in discussione. Di conseguenza, la Corte ha cassato senza rinvio la prima sentenza d’appello, quella sfavorevole al lavoratore, perché l’azione su quel punto non poteva più essere proseguita, essendo già stata decisa in via definitiva.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si concentrano sulla coerenza del sistema giuridico e sulla corretta applicazione dei principi contrattuali e di legge. Per quanto riguarda l’indennità sostitutiva preavviso, la ratio è garantire al lavoratore una compensazione economica completa, che rifletta la retribuzione che avrebbe effettivamente percepito. Escludere i bonus variabili, che possono costituire una parte significativa del reddito di un dirigente, snaturerebbe la funzione dell’istituto. Sul piano processuale, la Corte ribadisce la sacralità del giudicato: una questione decisa in via definitiva non può essere riesaminata, garantendo certezza del diritto. La Corte ha anche ritenuto infondate le doglianze dell’azienda sui conteggi, qualificandole come tentativi di rimettere in discussione un accertamento di merito adeguatamente motivato e insindacabile in sede di legittimità.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del dirigente e rigettato quello dell’azienda. Ha cassato senza rinvio la sentenza d’appello sfavorevole al lavoratore e confermato quella favorevole. La decisione stabilisce due principi chiave:
1. Inclusione dei Bonus: I bonus variabili corrisposti con continuità negli ultimi tre anni devono essere inclusi nel calcolo dell’indennità sostitutiva del preavviso, delle mensilità aggiuntive, delle ferie e del TFR.
2. Prevalenza del Giudicato: Una decisione passata in giudicato prevale su successive sentenze contrastanti tra le stesse parti, anche se emesse nello stesso grado di giudizio.

I bonus variabili devono essere inclusi nel calcolo dell’indennità sostitutiva del preavviso per un dirigente?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che l’indennità sostitutiva del preavviso deve essere calcolata sulla retribuzione di fatto, comprensiva degli elementi fissi e della media degli elementi variabili, come i bonus, percepiti negli ultimi tre anni, in linea con l’art. 2121 c.c. e il CCNL Dirigenti Commercio.

Come si risolve il contrasto tra due sentenze di appello diverse sullo stesso caso tra le stesse parti?
La Corte di Cassazione riunisce i ricorsi. Se su una specifica questione si è già formato un giudicato (una decisione definitiva) in uno dei procedimenti, quella decisione prevale. La sentenza contrastante viene cassata senza rinvio, poiché l’azione su quel punto non può più proseguire.

I bonus aziendali di carattere continuativo rientrano anche nel calcolo del TFR?
Sì, la Corte ha ritenuto corretta l’inclusione dei bonus variabili anche nel calcolo del TFR. Ha stabilito che gli emolumenti incentivanti, se corrisposti con una certa regolarità per un tempo significativo, perdono il carattere di occasionalità e devono essere considerati parte della retribuzione utile ai fini del TFR.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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