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Indennità servitù elettrodotto: quando è dovuta?

I proprietari di una villa storica contestavano l’indennità per l’ammodernamento di un elettrodotto, sostenendo che il nuovo traliccio deprezzava l’intero complesso. La Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che l’indennità per servitù di elettrodotto era correttamente limitata ai terreni agricoli direttamente asserviti, poiché non è stato provato un danno specifico e ulteriore alla restante proprietà, considerata la preesistenza dell’impianto.

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Pubblicato il 16 dicembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Indennità Servitù Elettrodotto: L’Aggravio su Proprietà Storiche

Quando un elettrodotto preesistente viene ammodernato, sorge una domanda cruciale: al proprietario del terreno spetta una maggiore indennità per servitù di elettrodotto? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sui criteri per determinare se l’aumento dell’impatto visivo di un traliccio su una proprietà di pregio, come una villa storica, costituisca un danno risarcibile esteso all’intero compendio immobiliare.

I Fatti: L’ammodernamento di un elettrodotto su una proprietà storica

Il caso ha origine dalla decisione di una società elettrica di ammodernare una linea aerea su terreni agricoli facenti parte di un vasto complesso immobiliare, comprensivo di una villa storica del XVII secolo e del suo parco. L’intervento prevedeva la sostituzione di un traliccio esistente con uno nuovo, molto più alto (da 15 a 45 metri), e il raddoppio dei cavi elettrici (da tre a sei).

I proprietari del complesso si sono opposti alla stima dell’indennità proposta dalla Commissione provinciale, ritenendola inadeguata. Sostenevano che l’intervento non si limitava a creare un disagio sui soli terreni agricoli, ma causava un significativo deprezzamento dell’intero compendio, inclusa la villa monumentale, a causa del grave impatto paesaggistico e visivo del nuovo, imponente manufatto.

La Decisione della Corte d’Appello

La Corte d’appello, pur riconoscendo le modifiche all’impianto, aveva limitato l’indennizzo ai soli terreni a destinazione agricola direttamente interessati dalla servitù. Secondo i giudici di merito, la presenza di un elettrodotto e di un traliccio in quella posizione era un fatto consolidato da oltre settant’anni. Pertanto, la sostituzione, seppur con una struttura più grande, non costituiva una “significativa novità” tale da incidere ulteriormente sul valore di mercato dell’intero complesso, già compromesso dalla preesistenza dell’opera. La Corte aveva concluso che i proprietari non avevano fornito la prova di un’incidenza particolare e specifica sulla restante parte della proprietà (villa e parco), diversa dal disagio generale già esistente.

I Motivi del Ricorso e l’indennità per servitù di elettrodotto

I proprietari hanno impugnato la decisione in Cassazione, articolando quattro motivi principali:
1. Omesso esame di un fatto decisivo: La Corte d’appello non avrebbe considerato che l’opera era oggettivamente nuova e di dimensioni molto maggiori.
2. Violazione di legge sull’aggravio della servitù: Non sarebbe stato applicato correttamente il principio secondo cui l’aggravio va valutato secondo le “nuove condizioni di massimo sviluppo” dell’impianto, che comportavano una maggiore visibilità e impatto.
3. Mancata valutazione unitaria del danno: Il compendio immobiliare doveva essere considerato in modo unitario, e il danno non poteva limitarsi al solo valore di mercato, ma doveva includere il deturpamento del paesaggio di un bene monumentale.
4. Errata valutazione della CTU: I giudici avrebbero ignorato le conclusioni della consulenza tecnica d’ufficio che evidenziavano la sostanziale modifica dei tralicci.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendo inammissibili o infondati tutti i motivi. La Corte ha chiarito che il ricorso mirava, in sostanza, a un riesame del merito dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità. I giudici hanno sottolineato che la Corte d’appello aveva effettivamente esaminato le modifiche apportate all’impianto (aumento di altezza e numero di cavi), ma aveva concluso, con una valutazione di fatto non sindacabile, che queste non integrassero una novità tale da causare un pregiudizio aggiuntivo all’intero complesso immobiliare.

In particolare, la Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: l’indennità per servitù di elettrodotto copre la diminuzione di valore del fondo direttamente asservito. Per ottenere un indennizzo anche per il deprezzamento della restante proprietà, è necessario dimostrare una “situazione di incidenza particolare”, diversa e più grave del disagio generale derivante dalla mera presenza dell’opera pubblica. Nel caso specifico, i ricorrenti non sono riusciti a provare questo danno specifico e ulteriore. La Corte ha anche precisato che la diminuzione di valore dovuta alla vicinanza con un’opera pubblica riguarda indistintamente tutti i beni posti in prossimità, rientrando nelle limitazioni legali della proprietà, e non dà diritto a un indennizzo specifico se non viene provato un pregiudizio particolare.

Le Conclusioni: Criteri per la determinazione dell’indennizzo

La decisione della Cassazione conferma un orientamento consolidato: l’aggravamento di una servitù di elettrodotto preesistente non comporta automaticamente un indennizzo per il deprezzamento di tutta la proprietà circostante. Il proprietario che chiede un risarcimento maggiore deve fornire la prova rigorosa di un danno specifico, particolare e ulteriore, che vada oltre il disagio già compensato dalla servitù originaria e dalle limitazioni generali imposte dalla legge. Un semplice aumento dell’impatto visivo, in un contesto già compromesso dalla presenza dell’opera, non è di per sé sufficiente a giustificare un’estensione dell’indennità all’intero compendio immobiliare. La valutazione resta ancorata a un’analisi concreta del pregiudizio economico effettivamente dimostrato.

L’ammodernamento di un elettrodotto preesistente dà sempre diritto a una nuova e maggiore indennità?
No, non sempre. Secondo la sentenza, è necessario dimostrare che le modifiche apportate (es. aumento di altezza o numero di cavi) comportino una “significativa novità” in grado di incidere ulteriormente sul valore di mercato del bene, creando una situazione di “incidenza particolare” e un danno specifico che non era coperto dall’indennità originaria.

Come si calcola l’indennità per servitù di elettrodotto quando viene aggravata?
L’indennità deve tenere conto della diminuzione di valore che il fondo subisce a causa dell’aggravio. La valutazione deve considerare le “condizioni di massimo sviluppo previsto per l’impianto” nella loro nuova configurazione. Tuttavia, la prova del danno concreto e della sua quantificazione economica spetta al proprietario del fondo.

Il deprezzamento di una villa storica vicina a un traliccio modernizzato deve essere sempre indennizzato?
No. La sentenza chiarisce che per ottenere un indennizzo per il deprezzamento di una parte della proprietà non direttamente interessata dalla servitù (come una villa o un parco), il proprietario deve provare che la nuova opera causa un’incidenza particolare e specifica su di essa, diversa dal disagio generale legato alla vicinanza con l’infrastruttura. Se la presenza dell’elettrodotto era già un fatto consolidato, l’aggravio deve essere tale da alterare sostanzialmente la situazione preesistente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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