LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Indennità perequativa: Cassazione tutela i diritti

Un dipendente universitario si è rivolto alla Cassazione per la cessazione di un’indennità perequativa e per un vizio di notifica. La Corte ha respinto il motivo processuale, distinguendo tra notifica nulla (sanabile) e inesistente. Ha però accolto il ricorso nel merito, affermando che la clausola di salvaguardia del CCNL protegge i diritti economici già maturati, come l’indennità perequativa, che deve essere conservata come assegno personale riassorbibile. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per una nuova decisione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 1 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Indennità Perequativa: La Cassazione Conferma la Tutela dei Diritti Acquisiti

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è intervenuta su un’importante questione di diritto del lavoro, chiarendo i confini della tutela dei diritti economici acquisiti dal personale del comparto Sanità-Università. Al centro della controversia vi era la sorte di una specifica indennità perequativa e la sua conservazione a seguito del rinnovo contrattuale. La decisione offre spunti fondamentali sulla non retroattività delle nuove disposizioni contrattuali e sulla differenza tra notifica nulla e inesistente.

I Fatti di Causa: Dalla Notifica Errata alla Questione dell’Indennità

Un lavoratore del settore universitario si era visto notificare l’appello proposto dall’Università presso la cancelleria del giudice, nonostante fossero noti i recapiti del suo difensore. Sebbene l’appello fosse stato depositato tempestivamente, il lavoratore ne eccepiva l’improcedibilità a causa dell’inesistenza della notifica originaria. La Corte d’Appello, dopo aver disposto la rinnovazione della notifica, decideva nel merito senza pronunciarsi su tale eccezione processuale.

Nel merito, la Corte territoriale aveva negato al lavoratore il diritto a continuare a percepire la cosiddetta “indennità De Maria”, ritenendo che fosse cessata con l’entrata in vigore del CCNL Sanità del 2005. Contro questa decisione, il lavoratore ha proposto ricorso in Cassazione, sollevando due motivi: uno di carattere processuale e uno relativo al merito della pretesa economica.

La Decisione della Cassazione e la Questione dell’Indennità Perequativa

La Suprema Corte ha analizzato separatamente i due motivi, giungendo a conclusioni opposte per ciascuno di essi.

L’Eccezione Processuale: Notifica Nulla vs. Inesistente

Sul primo punto, la Cassazione ha dichiarato il motivo inammissibile. Richiamando un consolidato orientamento delle Sezioni Unite, ha ribadito la distinzione fondamentale tra inesistenza e nullità della notificazione. La notifica è da considerarsi “inesistente” solo in caso di totale mancanza materiale dell’atto o quando l’attività svolta è priva degli elementi minimi per essere riconoscibile come tale. In tutti gli altri casi di difformità dal modello legale, si ricade nella categoria della “nullità”.

Nel caso di specie, la notifica presso la cancelleria, sebbene errata, era stata comunque eseguita e non poteva considerarsi inesistente. Pertanto, la sua nullità è stata sanata dalla successiva rinnovazione disposta dal giudice, senza alcuna conseguenza sull’ammissibilità dell’appello.

Il Cuore della Controversia: La Tutela dell’Indennità Perequativa

Il secondo motivo di ricorso è stato invece accolto. La Corte ha ritenuto errata la decisione dei giudici di merito di considerare soppressa l’indennità perequativa. La Cassazione ha evidenziato come l’articolo 28 del CCNL del 2005 contenesse una specifica “clausola di salvaguardia” (comma 6). Tale clausola stabilisce che “sono fatte salve…, le posizioni giuridiche ed economiche, comunque conseguite, del personale già in servizio” alla data di entrata in vigore del contratto.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Corte si fonda sul principio di tutela dei diritti acquisiti. La clausola di salvaguardia è chiara nel prevedere la conservazione di tali diritti, anche se più favorevoli rispetto alle nuove disposizioni. L’indennità in questione, quindi, non è stata eliminata, ma è stata conservata come assegno “ad personam”, destinato a essere riassorbito da futuri miglioramenti contrattuali.

I giudici di legittimità hanno affermato che il diniego in astratto del diritto all’emolumento perequativo è stato un errore, poiché il rapporto di lavoro era già consolidato al momento dell’entrata in vigore del nuovo CCNL. Di conseguenza, il diritto del lavoratore a percepire l’indennità sussisteva, fatte salve le verifiche concrete sul suo eventuale riassorbimento nel tempo.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello, in diversa composizione, affinché decida nuovamente la questione applicando i principi di diritto enunciati. Questa pronuncia ribadisce un principio cruciale nel diritto del lavoro: i contratti collettivi, pur introducendo nuove discipline, non possono cancellare i diritti economici già maturati dai lavoratori, i quali vengono protetti e conservati attraverso meccanismi come l’assegno ad personam riassorbibile.

Una notifica di un atto di appello effettuata in un luogo sbagliato è inesistente?
No, secondo la Cassazione, una notifica eseguita in un luogo errato ma comunque portata a termine non è inesistente, ma semplicemente nulla. La nullità, a differenza dell’inesistenza, può essere sanata attraverso la rinnovazione della notifica, senza che ciò comporti l’improcedibilità dell’atto.

I diritti economici acquisiti dai dipendenti universitari, come l’indennità “De Maria”, sono stati annullati dai CCNL successivi?
No. La Corte ha stabilito che, grazie alla “clausola di salvaguardia” presente nell’art. 28 del CCNL Sanità del 2005, le posizioni economiche già acquisite dal personale in servizio sono state conservate. L’indennità, quindi, non è stata soppressa ma continua a essere dovuta.

Cosa significa che un assegno economico è conservato “ad personam”?
Significa che il beneficio economico è mantenuto a titolo personale per il lavoratore che ne aveva già maturato il diritto. Non è un diritto esteso a tutti, ma una tutela individuale. Questo assegno può essere “riassorbibile”, ovvero il suo importo può essere progressivamente ridotto e assorbito da futuri aumenti contrattuali, fino a scomparire.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati