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Indennità occupazione d’urgenza: fino a quando?

Una società concessionaria autostradale ha espropriato un terreno per lavori di ampliamento. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6961/2025, ha stabilito che l’indennità di occupazione d’urgenza spetta al proprietario non solo fino al decreto di esproprio, ma fino al momento dell’effettivo deposito dell’indennità definitiva. Secondo la Corte, l’espropriazione è una fattispecie complessa che si perfeziona solo con il pagamento, garantendo così al proprietario un ristoro completo per tutto il periodo di mancato godimento del bene.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Indennità di Occupazione d’Urgenza: la Cassazione chiarisce fino a quando va calcolata

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6961 del 2025, ha fornito un chiarimento fondamentale sul calcolo dell’indennità di occupazione d’urgenza, un tema cruciale nelle procedure di espropriazione per pubblica utilità. La pronuncia stabilisce che tale indennità non cessa con il decreto di esproprio, ma si estende fino al momento del deposito effettivo dell’indennità definitiva, garantendo una tutela più completa al proprietario espropriato.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dall’opposizione promossa da alcuni proprietari terrieri avverso la stima delle indennità dovute da una società concessionaria autostradale per l’espropriazione di un loro fondo, necessaria per l’ampliamento di un’arteria autostradale. La società aveva occupato il terreno nel giugno 2009, depositando un’indennità provvisoria solo nell’aprile 2013.

La Corte d’appello di Ancona aveva accolto l’opposizione, determinando le indennità definitive e stabilendo che quella per l’occupazione d’urgenza dovesse essere calcolata non solo per il periodo tra l’immissione in possesso e il deposito della somma provvisoria, ma fino al momento del deposito dell’indennità definitiva stabilita in giudizio. La società concessionaria ha quindi proposto ricorso per cassazione, sostenendo che l’indennità dovesse cessare con l’emissione del decreto di esproprio, momento in cui la proprietà viene trasferita.

Calcolo dell’indennità di occupazione d’urgenza: la decisione della Corte

La questione centrale sottoposta alla Suprema Corte riguardava l’interpretazione dell’art. 22-bis del d.P.R. n. 327/2001. La norma prevede che l’indennità sia dovuta ‘per il periodo intercorrente tra la data di immissione in possesso e la data di corresponsione dell’indennità di espropriazione’.

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, confermando la decisione della Corte d’appello e consolidando un orientamento giurisprudenziale di fondamentale importanza. I giudici hanno chiarito che il termine finale per il calcolo dell’indennità non è il decreto di esproprio, bensì la data dell’effettivo deposito dell’indennità di esproprio definitiva.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha basato la sua decisione su diverse argomentazioni:
1. Natura della Fattispecie Espropriativa: L’acquisizione della proprietà da parte dell’ente pubblico non è un atto istantaneo che si conclude con il solo decreto. Si tratta, invece, di una ‘fattispecie complessa’, che si perfeziona solo con l’integrazione di due elementi: il decreto di esproprio e il pagamento del ‘giusto prezzo’. Finché il proprietario non viene integralmente ristorato, il trasferimento di proprietà non può considerarsi completo nei suoi effetti sostanziali.
2. Funzione dell’Indennità: L’indennità di occupazione d’urgenza ha la precisa funzione di compensare il proprietario per la mancata disponibilità e godimento del bene. Questo pregiudizio perdura fino a quando egli non riceve la somma che gli permette di acquistare un bene equivalente. Interrompere il calcolo al momento del decreto di esproprio lascerebbe il proprietario privo di tutela per il periodo successivo, durante il quale continua a non poter disporre né del bene né del suo controvalore economico.
3. Momento della ‘Corresponsione’: I giudici hanno specificato che la ‘data di corresponsione’ menzionata dalla legge non coincide con la data di un pagamento qualsiasi, ma con quella del deposito dell’indennità presso la Cassa Depositi e Prestiti. Tale deposito ha un effetto liberatorio per l’ente espropriante e segna il momento in cui il proprietario viene messo nella condizione di poter accedere alle somme, pur subordinatamente alla presentazione di apposita documentazione.

Le Conclusioni

Con questa sentenza, la Corte di Cassazione supera un precedente orientamento che legava la cessazione dell’indennità di occupazione al decreto ablativo. La decisione rafforza la posizione del soggetto espropriato, assicurando che il ristoro per la perdita del possesso del bene copra l’intero arco temporale fino al momento in cui l’espropriante adempie completamente alla sua obbligazione pecuniaria. In pratica, il proprietario ha diritto a essere compensato per ogni giorno di mancato godimento, dal momento dell’occupazione fino a quando le somme definitive non sono effettivamente messe a sua disposizione tramite il deposito. Questo principio garantisce un equilibrio più giusto tra l’interesse pubblico alla realizzazione dell’opera e il diritto di proprietà tutelato dalla Costituzione.

Quando inizia e quando finisce il periodo per cui è dovuta l’indennità di occupazione d’urgenza?
L’indennità è dovuta per il periodo che intercorre tra la data di immissione in possesso del bene da parte dell’ente espropriante e la data di effettivo deposito dell’indennità di espropriazione definitiva presso la Cassa Depositi e Prestiti.

Il decreto di esproprio è sufficiente a far cessare l’obbligo di pagare l’indennità di occupazione?
No. Secondo la Corte, il decreto di esproprio è solo uno degli elementi di una fattispecie complessa. L’obbligo di versare l’indennità di occupazione cessa solo quando l’espropriazione si perfeziona con il pagamento o il deposito del giusto prezzo, non con il solo atto amministrativo di trasferimento della proprietà.

Cosa intende la Corte per ‘data di corresponsione dell’indennità’?
La Corte chiarisce che la ‘data di corresponsione’ non coincide con un qualsiasi pagamento, ma specificamente con la data del deposito dell’indennità presso la Cassa Depositi e Prestiti, poiché è questo l’atto che produce effetti liberatori per l’ente espropriante e rende le somme disponibili per il proprietario espropriato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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