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Indennità ferie non godute: quando si perde il diritto

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5752/2024, ha stabilito che non spetta l’indennità per ferie non godute al lavoratore che, pur formalmente invitato dal datore di lavoro a usufruire del riposo accumulato, si sia rifiutato senza giustificato motivo. Il caso riguardava un dirigente che, dopo aver ricevuto una comunicazione per la fruizione delle ferie, ne aveva goduto solo in parte, rinviando le restanti e successivamente dimettendosi. La Corte ha ritenuto inammissibile il ricorso del lavoratore, confermando la decisione della Corte d’Appello che aveva ridotto l’importo dell’indennità, sottolineando come la monetizzazione delle ferie non sia dovuta se il mancato godimento dipende da una scelta del dipendente.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Indennità per Ferie non Godute: Il Rifiuto Ingiustificato Costa Caro

L’indennità per ferie non godute rappresenta un diritto fondamentale del lavoratore, ma non è incondizionato. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito che il diritto alla monetizzazione delle ferie viene meno se il lavoratore, messo in condizione di goderne, si rifiuta di farlo. Analizziamo insieme questa importante pronuncia per capire le implicazioni pratiche per datori di lavoro e dipendenti.

I Fatti di Causa: Dalla Richiesta del Dirigente alla Decisione dei Giudici

Il caso trae origine dalla richiesta di un ex dirigente di un’agenzia regionale, il quale, al termine del suo rapporto di lavoro, aveva chiesto il pagamento di un cospicuo numero di giorni di ferie maturate e non fruite, oltre al ricalcolo del trattamento di fine servizio.

Inizialmente, il Tribunale aveva accolto la sua domanda. Tuttavia, la Corte d’Appello ha parzialmente riformato la decisione. I giudici di secondo grado hanno negato il diritto all’indennità per una parte significativa dei giorni di ferie (55 su 91), ritenendo che il mancato godimento fosse imputabile a una scelta dello stesso lavoratore.

L’invito del Datore di Lavoro e la Scelta del Dipendente

Elemento cruciale della vicenda è stata una comunicazione con cui l’ente datore di lavoro aveva formalmente invitato il dirigente a godere delle ferie arretrate. A fronte di tale invito, il dirigente aveva usufruito solo di 14 giorni, comunicando di voler prendere i restanti nei successivi 18 mesi. Successivamente, però, si era dimesso senza aver fruito delle ferie residue. Secondo la Corte d’Appello, questo comportamento configurava un rifiuto di fatto, tale da escludere il diritto alla compensazione economica.

I Motivi del Ricorso e la questione dell’indennità per ferie non godute

Contro la sentenza d’appello, il lavoratore ha proposto ricorso in Cassazione, basandolo su diversi motivi.

In primo luogo, ha sostenuto un vizio di procedura, affermando che il suo presunto ‘rifiuto’ non era mai stato specificamente eccepito dall’azienda nei gradi di merito. La Cassazione ha respinto questa doglianza, ritenendola generica e smentita dagli atti di causa, dai quali emergeva che l’azienda si era lamentata proprio della mancata valorizzazione della sua lettera di invito a godere delle ferie.

Una Difesa Tardiva: la Distinzione tra i Rapporti di Lavoro

Il ricorrente ha poi introdotto una nuova argomentazione: le ferie maturate si riferivano a due distinti rapporti di lavoro (uno a tempo indeterminato e uno a tempo determinato come direttore generale) e quelle del primo rapporto non potevano essere godute durante il secondo. Anche questo motivo è stato giudicato inammissibile. La Corte Suprema ha sottolineato che tale questione, implicando una valutazione di fatto e di diritto sui contratti, non era mai stata sollevata nei precedenti gradi di giudizio e non poteva essere introdotta per la prima volta in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile. I giudici hanno ribadito un principio consolidato: il diritto all’indennità per ferie non godute non sussiste quando il datore di lavoro ha adempiuto al suo obbligo di invitare il lavoratore a fruire del periodo di riposo e quest’ultimo si è rifiutato. La monetizzazione delle ferie è prevista per tutelare il lavoratore dall’impossibilità di recuperare le energie psicofisiche, non per creare una fonte di guadagno alternativa al riposo stesso.

La Corte ha inoltre precisato che non è consentito introdurre in Cassazione una diversa prospettazione dei fatti o questioni nuove che non siano state oggetto del contraddittorio nel giudizio di merito. Il ricorso del lavoratore, introducendo la distinzione tra i due rapporti di lavoro solo in questa fase, violava tale principio. Di conseguenza, la Corte non ha potuto riesaminare nel merito la valutazione operata dalla Corte d’Appello, che aveva correttamente applicato i principi di diritto in materia.

Le Conclusioni

Questa ordinanza conferma che il diritto alle ferie è irrinunciabile e la sua finalità è la tutela della salute del lavoratore. Tuttavia, se il datore di lavoro si attiva per consentire la fruizione delle ferie e il dipendente si rifiuta senza un motivo legittimo, quest’ultimo perde il diritto all’indennità sostitutiva. La decisione sottolinea l’importanza per il datore di lavoro di invitare formalmente e per iscritto i dipendenti a godere delle ferie accumulate e, per i lavoratori, di non posticipare ingiustificatamente il riposo, pena la perdita del relativo compenso economico in caso di cessazione del rapporto.

Il lavoratore perde il diritto all’indennità sostitutiva se rifiuta di godere delle ferie?
Sì, secondo l’ordinanza, se il datore di lavoro ha formalmente invitato il lavoratore a godere delle ferie e quest’ultimo si è rifiutato, il diritto all’indennità sostitutiva viene meno, poiché il mancato godimento è imputabile a una scelta del dipendente.

È possibile sollevare per la prima volta in Cassazione una nuova argomentazione non discussa in appello?
No, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i motivi basati su una questione (la distinzione tra due rapporti di lavoro) non trattata nei precedenti gradi di merito, poiché ciò costituisce una questione nuova, mista di fatto e di diritto, che non può essere introdotta in sede di legittimità.

Cosa succede se il datore di lavoro invita formalmente il dipendente a godere delle ferie arretrate?
L’invito formale del datore di lavoro a godere delle ferie è un elemento cruciale. Se il lavoratore, nonostante l’invito, non ne usufruisce e il rapporto di lavoro cessa, il giudice può ritenere che la mancata fruizione sia colpa del lavoratore, negandogli il diritto all’indennità sostitutiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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