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Indennità di sostituzione: il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un dirigente medico che chiedeva il pagamento di differenze retributive per lo svolgimento di mansioni superiori. La decisione si fonda sul principio della ‘doppia conforme’, poiché il ricorrente non ha dimostrato la diversità delle ragioni di fatto tra la sentenza di primo grado e quella d’appello, entrambe a lui sfavorevoli. La Corte ha inoltre ribadito che la questione relativa all’indennità di sostituzione era già stata esaminata e decisa nel merito dalla corte d’appello.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Indennità di Sostituzione: La Cassazione e la Regola della ‘Doppia Conforme’

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti del ricorso per il riconoscimento dell’indennità di sostituzione e delle differenze retributive, soprattutto quando si scontra con l’ostacolo procedurale della ‘doppia conforme’. Questa decisione sottolinea l’importanza di una corretta impostazione del ricorso, non solo nel merito, ma anche nel rispetto dei rigidi requisiti formali richiesti per adire la Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla domanda di un dirigente medico volta a ottenere il pagamento delle differenze retributive maturate per aver svolto mansioni di dirigente di I livello e, successivamente, di dirigente medico di II livello, tra il 2002 e il 2010. Il Tribunale di primo grado aveva rigettato completamente la sua richiesta. Il lavoratore decideva quindi di impugnare la decisione.

La Decisione della Corte d’Appello

La Corte d’Appello ha parzialmente riformato la sentenza di primo grado, ma solo per un aspetto procedurale: ha dichiarato il difetto di legittimazione passiva della Regione, compensando le spese tra le parti. Nel merito, però, ha confermato il rigetto della domanda del dirigente medico.

I giudici d’appello hanno motivato la loro decisione su diversi punti chiave:
1. Inapplicabilità dell’art. 2103 c.c.: La normativa sulle mansioni superiori non si applica alla dirigenza sanitaria, che è inserita in un ruolo unico.
2. Natura della sostituzione: Ai sensi del CCNL di settore, la sostituzione di un dirigente non costituisce svolgimento di mansioni superiori. Al lavoratore spetta unicamente la specifica indennità di sostituzione prevista dal contratto, e non l’intero trattamento accessorio del sostituito.
3. Irrilevanza della durata: La prosecuzione dell’incarico oltre i termini di 6 o 12 mesi non è stata ritenuta rilevante per cambiare la natura del rapporto e giustificare le differenze retributive richieste.

Inoltre, la Corte territoriale ha escluso che vi fosse stata una violazione dell’art. 36 della Costituzione, poiché il dirigente aveva regolarmente percepito, oltre alla retribuzione di posizione, anche la specifica indennità di sostituzione.

Il Ricorso in Cassazione e il Principio della ‘Doppia Conforme’

Il dirigente medico ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando l’omesso esame di un fatto decisivo: la mancata corresponsione dell’indennità di sostituzione dal 2008 al 2013. Tuttavia, la Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione sul principio della ‘doppia conforme’, sancito dall’art. 348-ter, comma 5, del codice di procedura civile. Questa norma stabilisce che, quando una sentenza di primo grado e una d’appello giungono alla medesima conclusione, il ricorso in Cassazione basato sull’omesso esame di un fatto decisivo (art. 360, n. 5, c.p.c.) è inammissibile.
Per superare questo sbarramento, il ricorrente avrebbe dovuto specificamente indicare le diverse ragioni di fatto poste a base delle due decisioni conformi, dimostrando che non erano sovrapponibili. Nel caso di specie, il ricorrente non ha fornito tale dimostrazione.

In aggiunta a questa ragione assorbente, la Corte ha specificato che la censura era comunque infondata. La questione della corresponsione dell’indennità di sostituzione era stata infatti esaminata dalla Corte d’Appello, la quale aveva ritenuto che il pagamento fosse una circostanza non contestata e risultante dalle buste paga. Pertanto, non si trattava di un ‘fatto omesso’ ma di un punto già vagliato e deciso dal giudice del merito.

Le conclusioni

L’ordinanza conferma un orientamento consolidato e offre due importanti lezioni pratiche. La prima è di natura sostanziale: nel pubblico impiego, e in particolare nella dirigenza sanitaria, la sostituzione temporanea dà diritto, di norma, solo a una specifica indennità e non al trattamento economico superiore, anche se protratta nel tempo. La seconda è di natura processuale: l’istituto della ‘doppia conforme’ rappresenta un filtro significativo per l’accesso alla Cassazione. Chi intende ricorrere contro due sentenze conformi deve essere in grado di argomentare in modo puntuale e rigoroso la diversità delle fondamenta fattuali delle decisioni impugnate, pena una declaratoria di inammissibilità.

Quando un ricorso in Cassazione è inammissibile per ‘doppia conforme’?
Un ricorso è inammissibile quando le sentenze di primo grado e di appello sono conformi e il ricorrente non riesce a dimostrare che le ragioni di fatto alla base delle due decisioni sono tra loro diverse.

Al dirigente sanitario che sostituisce un superiore spetta il trattamento economico per mansioni superiori?
No, secondo la decisione della Corte d’Appello richiamata nell’ordinanza, la sostituzione non si configura come svolgimento di mansioni superiori e al sostituto spetta solo la specifica indennità di sostituzione prevista dal CCNL, non l’intero trattamento accessorio del dirigente sostituito.

La durata della sostituzione oltre i termini previsti dal contratto collettivo cambia la natura del compenso?
No, la Corte d’Appello ha ritenuto irrilevante la protrazione dell’incarico di sostituzione oltre i termini contrattuali ai fini del riconoscimento di un trattamento economico superiore, confermando il diritto alla sola indennità sostitutiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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