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Indennità di produttività: sì con riposo compensativo

Un agente di polizia municipale ha citato in giudizio il proprio Comune per ottenere il pagamento dell’indennità di produttività anche per i periodi fruiti come riposo compensativo. La Corte d’Appello, equiparando il riposo compensativo alle ferie, ha dato ragione al dipendente. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, dichiarando inammissibile il ricorso del Comune per vizi procedurali. La sentenza consolida il principio per cui il riposo compensativo non deve pregiudicare il diritto all’indennità di produttività.

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Pubblicato il 11 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Indennità di Produttività e Riposo Compensativo: La Cassazione Fa Chiarezza

Il diritto all’indennità di produttività nel pubblico impiego è spesso oggetto di dibattito, specialmente quando si interseca con periodi di assenza dal servizio. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un caso emblematico: il riposo compensativo, maturato a fronte di lavoro straordinario, può escludere il diritto a percepire questo bonus? La risposta, come vedremo, tutela il lavoratore, equiparando di fatto il riposo compensativo alle ferie.

I Fatti del Caso: un Agente di Polizia Municipale contro il Comune

La vicenda ha come protagonista un agente del corpo di polizia municipale di un grande Comune siciliano. L’agente, prossimo alla pensione, aveva accumulato un notevole monte ore di lavoro straordinario, convertito in riposi compensativi che non era riuscito a godere a causa del suo collocamento a riposo. Inoltre, l’Amministrazione gli aveva negato l’indennità di produttività per gli anni 2013 e 2014, proprio in relazione ai periodi di assenza, inclusi quelli legati a riposi e malattia.

Sentendosi leso nei suoi diritti, l’agente ha avviato un’azione legale per ottenere il riconoscimento dell’indennità di produttività, un indennizzo per i riposi compensativi non goduti e il risarcimento per la sospensione di altri riposi a causa di malattia e accertamenti sanitari.

Il Percorso Giudiziario: dal Tribunale alla Corte d’Appello

Inizialmente, il Tribunale di primo grado aveva respinto tutte le domande del dipendente. La situazione si è ribaltata in secondo grado. La Corte d’Appello ha parzialmente accolto il ricorso dell’agente, condannando il Comune al pagamento di circa 4.500 euro a titolo di indennità di produttività e quasi 2.000 euro come indennità per i riposi compensativi non fruiti.

Il ragionamento della Corte territoriale è stato cruciale: ha stabilito che l’articolo 23 del contratto integrativo comunale dovesse essere interpretato estensivamente. Se le ferie, gli infortuni e la malattia per causa di servizio non precludevano il bonus di produttività, a maggior ragione non potevano farlo i riposi compensativi. Secondo i giudici d’appello, tali riposi condividono con le ferie la stessa finalità: garantire al lavoratore il recupero delle energie psico-fisiche. Pertanto, escluderli dal novero delle assenze ‘protette’ sarebbe stato illogico e penalizzante.

Le Motivazioni della Cassazione: perché l’indennità di produttività è dovuta

Il Comune ha impugnato la sentenza d’appello ricorrendo in Cassazione, sostenendo una violazione ed errata applicazione del contratto integrativo. Tuttavia, la Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per un vizio di natura prettamente procedurale, ma fondamentale.

La Corte ha ribadito un principio consolidato: i contratti collettivi, inclusi quelli integrativi locali, non sono atti normativi la cui violazione può essere denunciata direttamente in Cassazione come ‘violazione di legge’ ai sensi dell’art. 360, n. 3, c.p.c. Per contestare l’interpretazione di una clausola contrattuale data da un giudice di merito, il ricorrente deve invece denunciare la violazione dei canoni legali di ermeneutica contrattuale (artt. 1362 e ss. del Codice Civile), specificando quali criteri interpretativi sarebbero stati violati e come.

Il Comune, nel suo ricorso, si era limitato a contrapporre la propria interpretazione restrittiva della norma a quella estensiva della Corte d’Appello, senza però argomentare in punto di diritto sulla violazione delle regole di interpretazione. Questo approccio, secondo la Cassazione, si traduce in una inammissibile richiesta di riesame del merito della controversia. Di conseguenza, non potendo entrare nel merito della questione interpretativa, la Suprema Corte ha di fatto cristallizzato la decisione della Corte d’Appello.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Dipendenti Pubblici

Sebbene la decisione della Cassazione sia di carattere processuale, le sue implicazioni sostanziali sono significative. Non avendo riformato la sentenza di secondo grado, ha lasciato intatto il principio secondo cui il riposo compensativo deve essere trattato alla stregua delle ferie ai fini del mantenimento dell’indennità di produttività. Questa ordinanza rafforza la tutela dei lavoratori del pubblico impiego, affermando che il recupero delle energie, sia tramite ferie che tramite riposi compensativi derivanti da straordinari, non può trasformarsi in una penalizzazione economica. Si tratta di un importante precedente per tutti i dipendenti pubblici che si trovano in situazioni analoghe.

Il riposo compensativo può essere equiparato alle ferie ai fini del calcolo dell’indennità di produttività?
Sì. Secondo la Corte d’Appello, la cui decisione è stata confermata in Cassazione, i riposi compensativi hanno la stessa natura delle ferie, ovvero consentire il recupero delle energie psico-fisiche, e pertanto non possono essere un motivo per negare il diritto all’indennità di produttività.

Un’amministrazione pubblica può contestare in Cassazione l’interpretazione di un contratto integrativo locale?
No, non direttamente denunciando una semplice violazione di legge. La Cassazione ha specificato che per contestare l’interpretazione di un contratto integrativo, il ricorrente deve denunciare la violazione dei specifici criteri di ermeneutica contrattuale previsti dal codice civile, spiegando come il giudice di merito li abbia applicati erroneamente.

Cosa succede se un dipendente si ammala durante un periodo di riposo compensativo?
La malattia ha efficacia sospensiva sul godimento dei riposi compensativi. Ciò significa che, analogamente a quanto avviene per le ferie, il periodo di riposo viene interrotto dalla malattia e il dipendente ha diritto a goderne in un momento successivo alla guarigione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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