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Indennità di posizione: no senza incarico dirigenziale

Un dipendente, il cui trattamento economico era stato equiparato per legge a quello dei dirigenti regionali, ha richiesto l’indennità di posizione. La Cassazione ha negato il diritto, chiarendo che l’indennità di posizione è legata all’effettivo conferimento di un incarico dirigenziale e all’assunzione delle relative responsabilità, non alla sola equiparazione economica.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Civile, Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Indennità di Posizione: Non Basta l’Equiparazione Economica, Serve l’Incarico

Nel complesso mondo del pubblico impiego, la struttura della retribuzione è spesso oggetto di contenzioso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale: la spettanza della indennità di posizione a un dipendente il cui trattamento economico era stato equiparato per legge a quello dirigenziale. La decisione chiarisce un principio fondamentale: l’equiparazione dello stipendio non comporta l’automatica attribuzione di tutte le voci retributive accessorie, specialmente quelle legate a specifiche responsabilità.

I Fatti del Caso: Una Lunga Vicenda Normativa

La vicenda riguarda un dipendente di un’amministrazione regionale, proveniente da due società a partecipazione pubblica messe in liquidazione. In virtù di una complessa serie di interventi legislativi, regionali e statali, questo personale era stato assunto dall’amministrazione con contratti a tempo determinato, e il suo trattamento economico era stato progressivamente allineato a quello dei dipendenti regionali, fino a essere correlato a quello della dirigenza.

Sulla base di questa equiparazione economica, il lavoratore ha chiesto in tribunale il riconoscimento della parte fissa dell’indennità di posizione, una componente salariale tipica dei dirigenti, a partire dal 2006. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello gli avevano dato ragione. L’amministrazione regionale, tuttavia, ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che l’equiparazione fosse puramente economica e non conferisse la qualifica formale di dirigente, né il diritto a una retribuzione legata a un incarico mai ricoperto.

La Questione Giuridica: Equiparazione Economica vs. Incarico Dirigenziale

Il nucleo della controversia ruota attorno alla distinzione tra qualifica formale e trattamento economico. Il dipendente sosteneva che, essendo il suo stipendio parametrato a quello di un dirigente, avesse diritto anche alle componenti fisse di quella retribuzione. L’amministrazione, invece, ribadiva che l’indennità di posizione non è un semplice aumento di stipendio, ma il corrispettivo per il livello di responsabilità e la complessità delle funzioni associate a un incarico dirigenziale. Senza un atto formale di conferimento di tale incarico e senza l’effettivo svolgimento delle relative mansioni, tale indennità non poteva essere riconosciuta.

L’Analisi della Corte sull’indennità di posizione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’amministrazione, ribaltando le decisioni dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno ricostruito meticolosamente la normativa applicabile, evidenziando come le leggi che hanno disposto l’equiparazione economica non abbiano mai stabilito una contestuale equiparazione giuridica del personale a dirigenti di ruolo.

La Corte ha affermato un principio cardine: la retribuzione di posizione è una componente accessoria che presuppone l’effettivo esercizio delle funzioni dirigenziali e l’assunzione delle connesse responsabilità. È, in altre parole, indissolubilmente legata a un incarico direttivo concretamente conferito. Un’equiparazione economica disposta per legge, mirata a rendere omogenei i trattamenti salariali, non può sostituire l’atto formale di nomina a dirigente.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si fondano su una chiara interpretazione della natura dell’indennità di posizione. Questa non è una parte fissa dello stipendio base, ma una voce retributiva la cui funzione è remunerare il ‘peso’ specifico di un ruolo dirigenziale. Tale ‘peso’ si manifesta attraverso la responsabilità, l’impegno richiesto, la rilevanza e la collocazione istituzionale dell’ufficio. Di conseguenza, essa spetta solo dal momento del conferimento del primo incarico, poiché è solo da quel momento che il dirigente assume effettivamente tali oneri.

La Cassazione ha inoltre richiamato precedenti sentenze, anche della Corte Costituzionale, che hanno sempre guardato con rigore alle equiparazioni ‘tout court’ nel pubblico impiego, per evitare immissioni in ruolo di personale esterno senza il superamento di un concorso pubblico, come previsto dall’art. 97 della Costituzione. L’equiparazione del personale in questione era stata concepita come strettamente economica, non come un’attribuzione della qualifica dirigenziale. La Corte d’Appello aveva quindi errato nel non accertare se al lavoratore fosse mai stato conferito un incarico formale, limitandosi a riconoscere il diritto sulla base della sola equiparazione retributiva.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La decisione della Cassazione stabilisce un punto fermo con importanti implicazioni pratiche. Per i lavoratori del settore pubblico, sancisce che il diritto a componenti retributive accessorie, come l’indennità di posizione, non può derivare da un’analogia o da un’equiparazione economica, ma richiede sempre il presupposto giuridico e fattuale per cui sono state create: il conferimento formale di un incarico e l’effettivo svolgimento delle relative funzioni e responsabilità. Per le pubbliche amministrazioni, questa ordinanza rafforza il principio secondo cui la gestione delle carriere e delle retribuzioni deve avvenire nel rispetto delle qualifiche formali e degli incarichi effettivamente ricoperti, evitando estensioni automatiche che non trovino fondamento in un atto formale di nomina.

Un dipendente pubblico il cui stipendio è equiparato a quello di un dirigente ha automaticamente diritto all’indennità di posizione?
No. Secondo la Corte, l’indennità di posizione non spetta sulla base della sola equiparazione economica. È necessario un atto formale di nomina a dirigente e l’effettivo svolgimento dei compiti con l’assunzione delle relative responsabilità.

Qual è il presupposto fondamentale per ottenere la retribuzione di posizione?
Il presupposto è l’effettivo esercizio delle funzioni dirigenziali. Questa retribuzione è strettamente collegata al livello di responsabilità dell’incarico, all’impegno richiesto e alla rilevanza dell’ufficio, elementi che derivano da un formale conferimento di incarico.

L’equiparazione del trattamento economico del personale di società pubbliche a quello regionale comprende tutte le voci retributive dei dirigenti?
No. L’equiparazione economica disposta dalla legge non può estendersi a componenti accessorie, come l’indennità di posizione, che sono intrinsecamente legate allo svolgimento di un incarico dirigenziale e alle responsabilità che ne conseguono, le quali non vengono attribuite automaticamente con la sola equiparazione di stipendio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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