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Indennità di mobilità: la domanda è obbligatoria

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 33705/2024, ha ribadito un principio fondamentale in materia di indennità di mobilità: la semplice iscrizione nelle apposite liste non è sufficiente per ottenere il beneficio economico. È indispensabile presentare una specifica domanda all’ente previdenziale entro il termine di decadenza di 60 giorni. La Corte ha chiarito che tale termine non viene sospeso o interrotto neppure in pendenza di un contenzioso giudiziario volto a far riconoscere il diritto all’iscrizione stessa.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Indennità di Mobilità: La Domanda è un Passo Obbligato

L’ordinanza n. 33705/2024 della Corte di Cassazione ribadisce un principio cruciale per i lavoratori che richiedono l’indennità di mobilità: l’iscrizione nelle liste non è sufficiente. Per ottenere il sussidio è necessario presentare una domanda formale all’ente previdenziale entro un termine perentorio. Questa pronuncia chiarisce che neanche un contenzioso in corso per il riconoscimento del diritto all’iscrizione può posticipare tale obbligo, sottolineando la rigidità dei termini di decadenza in materia previdenziale.

I Fatti di Causa

Una lavoratrice, dopo aver ottenuto in sede giudiziale il riconoscimento del proprio diritto all’iscrizione nelle liste di mobilità, aveva richiesto il pagamento della relativa indennità all’ente previdenziale. L’ente si era opposto, sostenendo che la domanda per la prestazione economica fosse stata presentata oltre il termine di decadenza di 60 giorni previsto dalla legge.

Il Tribunale di primo grado aveva dato ragione alla lavoratrice, ma la Corte d’Appello aveva ribaltato la decisione. Secondo i giudici di secondo grado, il diritto all’indennità era subordinato alla presentazione di una specifica domanda entro il termine di decadenza, e la mera iscrizione nelle liste, seppur condizione necessaria, non era di per sé sufficiente a far sorgere il diritto alla prestazione. La lavoratrice ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte: il Valore della Domanda per l’Indennità di Mobilità

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della lavoratrice, confermando la decisione della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno ribadito il loro orientamento consolidato: per ottenere l’indennità di mobilità, è indispensabile presentare un’apposita domanda amministrativa all’istituto previdenziale entro il termine di decadenza di sessanta giorni, che decorre dall’inizio della disoccupazione indennizzabile.

La Corte ha specificato che la legge sulla decadenza (art. 2966 c.c.) non richiede la sussistenza di tutti i presupposti per l’esercizio del diritto, ma solo il compimento dell’atto previsto dalla legge per evitarne l’estinzione. In questo caso, l’atto richiesto è la presentazione della domanda di indennità.

Il Termine di Decadenza e l’Indennità di Mobilità

Il punto centrale della controversia era se il termine per presentare la domanda potesse essere ‘congelato’ in attesa dell’esito del giudizio che accertava il diritto all’iscrizione nelle liste. La Cassazione ha risposto negativamente. L’incertezza sull’esito di un giudizio non impedisce al lavoratore di presentare, in via cautelativa, la domanda per la prestazione. Tale domanda, infatti, serve proprio ad avviare il procedimento amministrativo durante il quale l’ente verificherà la sussistenza di tutti i requisiti, compresa l’iscrizione nelle liste. La Corte ha sottolineato che attendere l’esito del giudizio frustrerebbe la finalità stessa del termine di decadenza, che è quella di definire rapidamente le situazioni giuridiche incerte.

Le Motivazioni

La Suprema Corte fonda la sua decisione sull’interpretazione dell’art. 129 del R.d.l. n. 1827/1935, applicabile all’indennità di mobilità grazie al rinvio operato dall’art. 7 della legge n. 223/1991. Questa norma stabilisce chiaramente che il diritto alla prestazione cessa se l’assicurato non presenta la domanda entro sessanta giorni dall’inizio della ‘disoccupazione indennizzabile’.

I giudici hanno spiegato che l’espressione ‘disoccupazione indennizzabile’ si riferisce alla situazione di disoccupazione in astratto, a prescindere dall’accertamento definitivo di tutti i requisiti. Di conseguenza, il lavoratore è tenuto a presentare la domanda per non perdere il diritto, anche se la sua legittimità a essere iscritto nelle liste di mobilità è ancora oggetto di contenzioso. La presentazione della domanda non è incompatibile con l’eventuale impugnazione del licenziamento; serve a preservare il diritto alla prestazione nel caso in cui il licenziamento venga confermato.

Le Conclusioni

L’ordinanza consolida un principio di rigore formale: nel diritto previdenziale, il rispetto dei termini di decadenza è fondamentale. I lavoratori che si trovano in una situazione di incertezza riguardo al proprio diritto all’iscrizione nelle liste di mobilità non devono attendere l’esito di un eventuale giudizio. Per non rischiare di perdere l’indennità di mobilità, è essenziale presentare la domanda all’ente previdenziale entro 60 giorni dall’inizio della disoccupazione. Questo atto non solo avvia la procedura amministrativa, ma soprattutto impedisce la decadenza del diritto, mettendo al riparo il lavoratore da esiti sfavorevoli legati al mero decorso del tempo.

È sufficiente essere iscritti nelle liste di mobilità per ricevere automaticamente l’indennità?
No, non è sufficiente. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’iscrizione nelle liste è una condizione necessaria ma non sufficiente. Per ottenere l’indennità è indispensabile presentare una specifica domanda amministrativa all’ente previdenziale.

Cosa succede se il diritto all’iscrizione nelle liste è contestato e deciso solo dopo un processo?
Anche in questo caso, il lavoratore deve presentare la domanda per l’indennità entro il termine di decadenza di 60 giorni. La pendenza di un giudizio non sospende né interrompe tale termine. La domanda serve a preservare il diritto in attesa della definizione del contenzioso.

Qual è il termine per presentare la domanda di indennità di mobilità?
Il termine di decadenza è di 60 giorni, che decorrono dall’inizio della ‘disoccupazione indennizzabile’, ovvero dalla data di cessazione del rapporto di lavoro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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